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domenica 4 marzo 2012




questa è la copertina che Matisse dedica a Gavino Porcu
(questo è il capitolo che da il titolo al romanzo e a maggior ragione Gavino se lo merita)


VENTIDUE

Siamo andati in taxi alle Galeries Lafayette, Ciocci e Camilla si sono rivestiti da capo a piedi, adesso sono molto eleganti, hanno anche comprato vestiti per i prossimi giorni, un pigiama e il nécessaire de toilette. Ciocci ha rubato un gioiello per Svetlana e un portafoglio pieno per lui, dice che se l’è scordato, gli serve. Ha buttato i documenti e le carte di credito e ci ha lasciato gli euro, mille e cinquecento. Per farsi perdonare ci offre un aperitivo ai Deux Magots, in Place Saint-Germain des Prés.
Seduti al tavolino parliamo finalmente della ricerca.
“Deve essere come Adelina”
“Ma non l’abbiamo mai vista”
“Non importa, ve la descrivo io. Ha uno sguardo assente, un sorriso mite, un modo di camminare strano, come se la terra fosse brace e non volesse bruciarsi i piedi, sembra sempre sul punto di spiccare il volo per raggiungere le sue amate nuvole, se ti sorride ti brucia d’amore”
“Ti manca molto?”
“Troppo, non posso vivere senza di lei, la mia sola speranza è trovarla e sperare di convincerla a stare con me, due cose difficilissime. Trovarla è difficile, può essere qualsiasi cosa, ma convincerla pure non è facile, perché lei non ha coscienza delle sue vite precedenti, non sa d’essere stata Adelina e poi un cucù”
“La devi conquistare, come fanno tutti, non c’è differenza”
“Ma può andar male”
“Andrà bene, però devi seguire i miei consigli”
“Grazie Camilla, non ne ho bisogno, me la son sempre cavata da solo, ce la farò anche questa volta”
“Insomma cosa dobbiamo fare?”
“Guardare la gente, gli alberi, le vetrine dei negozi, e se c’è qualcosa che vi sembra assente, mite e generosa fare il ghegheghe della cinciallegra, se poi saltella sulle punte come una ballerina anche altri versi, il merlo, l’usignolo, l’airone cenerino, il chiurlo maggiore, se volete anche il codirosso spazzacamino e il picchio rosso mezzano”
“Anche il rampichino alpestre?”
“Meglio di no, si confonde con la pispola”
Restiamo in silenzio, guardiamo i passanti, cerchiamo Adelina. Poi Ciocci dice una cosa che non capiamo:
“Adesso altre pecore”

5 commenti:

  1. anche questa deriva zoologica non puo' che rallegrarmi. gia' per questo concederei le attenuanti generiche all'omicida della povera adelina (per quanto risulti ormai che l'ha uccisa piu' volte).
    la confessione si fa interessante, peccato solo che gli altri lettori preferiscano evid godersi la preprimavera.

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  2. Lettera dal carcere n.4

    Sono lusingato della dedica della copertina. Grazie Matisse, finalmente qualcuno si ricorda di me. Effettivamente c'è una certa somiglianza, anche se io non porto mal il cappellino, vado fiero della mia pelata luccicante. Anche il personaggio in primo piano mi ricorda qualcuno, ma ci devo pensare bene.
    All'autore: quando arriva questa rissa?

    Gavino Porcu, ecc. ecc.

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  3. ti ho già scritto il capitolo e perfino la riga, adesso devi solo aver pazienza
    (fallo per Matisse che è poeta, posta "Arcadia", adesso però, subito, altrimenti lo faccio io)
    E.

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  4. Lettera dal carcere n.5

    O anonimo, te l'ho già detto che stai sbagliando persona.

    Gavino (e non quel grandissimo poeta di mio cugino Pietro) Porcu

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  5. ammetto, confondo i cugini Porcu, dovrei andare a rileggere i commenti dall'inizio, aiutami tu.

    Beppe Candelieri

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