in copertina l'autore ancora fanciullo in una foto dell'editore del 1984, ricordo che in quel viaggio a Parigi avevamo trovato Adelina era seduta in un caffè ma era talmente bella, che ne io ne l'autore abbiamo osato chiederle se fosse veramente lei.
TRENTASEI
“Ha
perso le scarpette!”, fa Camilla sganasciandosi.
“Cacchio!”,
dico accorgendomi d’essere scalzo.
“Come
Cenerentola!”, fa Ciocci piegato in due.
“Comme
Cendrillon!”, fa Bertrand schiattando dal ridere.
“Vado
su a prenderle!”, dico.
“Troppo
tardi, è mezzanotte UAHHH AH AH AH!!!”
“Zu spät Aschenputtel!”
“It’s midnight Cinderella!”
“UAHHH
AH AH AH!!!
Farneticano
in tutte le lingue, poi Ciocci si fa serio e dice che me le ruba lui
le scarpe, senza che perdiamo tempo. Anche Bertrand ritorna serio e
ci racconta la storia di Cenicienta in spagnolo, solo l’inizio
perché dopo un po’ lo picchiamo.
“Érase
una mujer, casada con un hombre muy rico, que enfermó, y,
presintiendo su próximo fin, llamó a su única hijita y le dijo:
«Hija mía, sigue siendo siempre buena y piadosa, y el buen Dios no
te abandonará. Yo velaré por ti desde el cielo, y me tendrás
siempre a tu lado». Y, cerrando los ojos, murió. La muchachita iba
todos los días a la tumba de su madre a llorar, y siguió siendo
buena y piadosa. Al llegar el invierno, la nieve cubrió de un blanco
manto la sepultura, y cuando el sol de primavera la hubo derretido,
el padre de la niña contrajo nuevo matrimonio”
Lo
picchiamo, poi Ciocci ferma il taxi davanti a un negozio di scarpe,
esce in strada, si mette una sciarpa sul volto, estrae una Colt M1911
semiautomatica ad azione singola calibro 45 ed entra gridando in
francese questa è una rapina, c’est un vol à main armée. Dopo
trenta secondi è già fuori con un pacchetto, sale in macchina e
sgomma via.
“Sei
impazzito?”
“È
sempre il modo più rapido”
“Ma
i soldi li abbiamo!”
“Devo
insegnare il mestiere a Bertrand”
“Avremo
la polizia alle calcagna!”
“Hai
visto? Ti ho dato l’opportunità di dire calcagna, dimmi
quando avresti potuto dire calcagna, puoi dirlo solo se hai la
polizia alle calcagna”
“Calcagna
o calcagne?”
“Plurale
calcagne, direi”
“In
francese avoir la police aux trousses”
“In
spagnolo calcanar”
Mentre
fuggiamo Bertrand ci racconta Cenerentola in danese:
“Der
var engang en rig mand, hvis kone blev syg, og da hun følte, at
døden nærmede sig, kaldte hun på sin eneste datter og sagde: “Bliv
ved at være from og god, min lille pige, så vil den gode Gud nok
hjælpe dig. Og når jeg kommer i himlen, vil jeg se ned på dig, og
mine tanker vil følge dig, hvor du går.” Derpå lukkede hun sine
øjne og døde. Pigen gik hver dag ud til sin mors grav og græd og
blev ved at være from og god. Da det blev vinter,
bredte sneen et hvidt dække over graven, og da foråret kom og solen
tog det bort, tog manden sig en anden kone”
Lo
picchiamo. Nel frattempo siamo arrivati al Musée d’Orsay, Ciocci
ci fa scendere e va a parcheggiare il taxi, dice che ci metterà un
po’ perché deve cambiare la targa e modificare il libretto di
circolazione. Mentre scendiamo noto le tasche della sua giacca gonfie
di bigliettoni, qui finisce male.
Però
le nuove scarpe sono un gioiello, comode come pantofole, belle da non
credersi. Comincio a prenderci gusto a vestire elegante, non l’ho
mai fatto ma ha i suoi vantaggi, ti senti bene dentro e fai colpo
sulle signorine. Qui a Parigi vestire chic è essenziale, è una
città chic, bisogna viverla da gran signori. Prima non era così,
Vittorio Alfieri scrive che era una cloaca, a lui piaceva Londra.
Questo paragrafo è inutile, l’azione si ferma, il lettore
s’innervosisce perché la digressione su Parigi e sull’Alfieri
gli appare forzata, quindi forse lo tolgo, sono indeciso. Forse lo
lascio, il protagonista gioisce delle proprie scarpe perché
l’aiuteranno a far colpo sulle signorine, se ne deduce che desideri
far colpo sulle signorine e questa è un’informazione importante.
Mi
accorgo che gli avvenimenti recenti, cioè il bacio alla signorina e
la rapina a mano armata, mi hanno distratto dallo scopo del viaggio,
trovare Adelina. Alle 11 vedrò Lucie davanti alla Zuccheriera,
pere e tazza blu di Cézanne, ma ho appena baciato un’altra
donna dopo anni che non ne sfioravo una. Ho baciato una perfetta
sconosciuta! Sono esterrefatto, qualcosa va storto, succedono cose
che non hanno senso.
Se
Lucie è Adelina, allora chi è la signorina della reception? Solo
una signorina? E chi ha detto a Ciocci di farmi leggere Il
vagabondo delle stelle di Jack London? Nonna? Ma chi è nonna? Mi
vengono i brividi a pensare a nonna. Però quel libro parla di anime,
è il libro giusto per me…ma chi diavolo è nonna?
Mentre
aspettiamo Ciocci davanti all’ingresso del museo, in Rue de la
Légion d’Honneur 1, Bertrand e Camilla si mettono a frugare nella
mondezza come barboni, io gli dico di smetterla, se hanno fame
possiamo andare al bar.
“È
per non perder la mano, solo per fare esercizio”, dice Camilla.
“Le
stavo spiegando come facciamo qui a Parigi, abbiamo una tecnica
particolare che ci permette di vedere subito se una busta merita
d’essere aperta oppure no”
“E
quale sarebbe?”, chiedo interessato.
“Dev’essere
mondezza di ricchi, ci si trova sempre roba buona, quindi non
dev’essere troppo piena, non deve puzzare di mondezza e in
superficie devono esserci resti nobili, tipo yogurt biologico, aceto
di Modena, tabasco…se è così ci puoi trovare anche salmone
affumicato”
“Perché
non deve esser piena?”
“Perché
i ricchi buttano le buste tutte le mattine, non aspettano che siano
piene”
“Però
puzzano di mondezza lo stesso”
“No,
quelle dei ricchi no, non fanno a tempo e dentro ci sono ghiottonerie
sofisticate, resti di polpa di granchio e avocado, stuzzichini di
bresaola e rughetta, zucchine ripiene”
“Buttano
queste meraviglie?”
“Certo,
i figli dei ricchi le assaggiano ma vorrebbero pasta al sugo così si
arrabbiano e mandano a ramengo la mamma e la cuoca”
“E
poi?”
“E
poi cosa?”
“E
poi le mangia la cuoca?”
“No,
è troppo grassa, l’ha fatto tutta la vita ma adesso ha il
colesterolo alto, colpa soprattutto di gamberi e granchi”
“Le
conservano in frigo?”
“Non
c’è spazio, nei frigo dei ricchi non c’è mai spazio”
“Le
buttano?”
“Si,
e noi le mangiamo…un altro trucco è capire da quale casa vengono
queste delizie, così la mattina si segue la cameriera fino al
cassonetto e non si deve faticare”
Arriva
Ciocci, le tasche della giacca non sono più gonfie.
“Hai
aperto un conto in banca?”, gli dico beffardo.
“No,
ho comprato un diamante a Svetlana e una mitraglietta Vz 61 Skorpion”
“Sei
pazzo?”
“L’ho
lasciata in taxi, può servire in caso di fuga, non si sa mai”
Cerco
di convincermi che è uno scherzo, ma è tutto vero, quest’uomo è
matto e pericoloso, adesso comunque non ho tempo per badare a lui,
c’è Lucie che ci aspetta, così faccio i biglietti e finalmente
entriamo.
qui l'editore alla guida del suo 17metri
qui l'editore alla guida del suo 17metri
Adesso se ci sarà un nuovo crollo dei contatti sarà di nuovo colpa tua, il capitolo era bello, la copertina pure ma il soggetto di nuovo orrendo, come quello della gru che sembro in sedia a rotelle: ma perché non metti una mia immagine aggiornata invece di quegli obbrobri adolescenziali, ad esempio quella di quest'estate in Swan, nel mio Swan 65, due alberi, diciassette metri, il più piccolo dei tre che posseggo? Te la rimando privatamente, perché qui non è possibile, oppure è possibile? Ti possiamo mandare immagini, caro editore? Ti possiamo inondare il blog di nostre immagini di scrittori e controscrittori pieni di sé (o pieni di loro?), narcisi, vanesi, fatui, vanitosi, eghi (mi riferisco naturalmente alla cricca, eravamo insieme ieri dopo la festa delle vecchie a cantare "La mula de Parenzo" e gli ho promesso che questa bellissima canzone l'avrei messa nel romanzo "Adesso altre pecore")? E possiamo mandarti musica?
RispondiEliminaA Ged, Roscia e Pilon: bentornati nella vostra antica terra di tratturi e nuraghi, piena di vestigia, non dimenticatevi di rinnovellare verga d'avellano, come è andato il viaggio? Pensavo, se siete d'accordo, di ricominciare ad usare questo blog per comunicare i fatti nostri e organizzare la vita quotidiana (chi va a prendere i figli a scuola etc)? Comincio io: ehi Pilon, tra poche settimane c'è la sagra del carciofo di Ladispoli, una bellissima iniziativa nel centro di quella deliziosa cittadine alle porte di Roma, purtroppo c'è solo un piccolo stand di carciofi e spesso ne rimangono un paio, però è una bella fiera, quindi potreste venire tutta la famiglia, poi vi porto a vedere altre località deliziose come La Scaglia, vicino a Civitavecchia.
RispondiEliminaAll'Editore: come avrai notato non sono più anonimo, mi ha spiegato tutto Ged, però figuro col mio nome vero e questo non mi piace, tutti gli altri hanno pseudonimi ed io invece sono riconoscibilissimo e quindi ricattabile. Cosa posso fare?
volevi dire il mio swan
RispondiEliminahttp://www.flickr.com/photos/24877721@N04/2486026922/in/photostream
Il link é copiato male
RispondiEliminaanonimo devi andare al link che ho messo alla fine del post quello funziona bene
RispondiEliminauno
L'editore ha l'avventura nel sangue, c'erano i pinguini?
Elimina