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mercoledì 14 marzo 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo trentadue




TRENTADUE

Mi faccio una doccia eterna, non sento più nessuna fretta, al contrario, voglio prepararmi con calma all’incontro. Se mi vede nervoso, lei che è così tranquilla, penserà che sono un agitato da tenere lontano. Ma io non sono così, di solito sono calmo. Quindi una bella doccia e un po’ d’aria fresca, da solo. A Camilla ho già detto che ci sentiamo più tardi per andare a cena, Bertrand e Ciocci sono a spasso a combinare guai. Ciocci ha detto che mi ruba un altro vestito ma lo sceglie lui, un vestito serio da persona per bene, blu cobalto (RAL 5013) o grigio antracite (RAL 7016), anche una camicia turchese pastello (RAL 6034) e una cravatta di seta (il RAL lo decide lì per lì).
“Già che ci sei anche un paio di scarpe inglesi numero 45”, ho detto.
“Nero Giardini 9401?”
“Fai tu, non me ne intendo…ma come fai a rubare il modello della taglia giusta?”
“È il divertimento maggiore, devo riuscire a farmi assumere, così entro nei magazzini e rubo con calma”
“E ti assumono?”
“Certo, è letteratura”
Quando l’ha detto avrei potuto staccargli la testa, non sono nelle condizioni di sentire baggianate, adesso voglio solo concentrarmi sulle cose concrete, Lucie. Lei c’è, l’ho vista e sentita, anche se per poco. Non so dove sia, ma c’è, Camilla sa come trovarla, immagino in un altro museo, ce n’è molti a Parigi. Io andrei al Musée de l’Homme o forse prima al Musée d’Orsay, lo decideremo a cena. Devo cercare di non svenire, non è per niente facile.
Sotto la doccia finalmente mi rilasso, penso alle anime, cerco di scoprire uno dei misteri della migrazione, ossia come faccia l’anima migrante a capire che il nuovo involucro è adatto a lei. Se ad esempio un’anima mite cerca un bebè che diventi un adulto mite, come lo capisce? Se l’anima è mite lo diventa anche l’involucro? Mica detto, può vincere il DNA dei genitori nevrotici e diventare un adulto nevrotico con dentro un’anima in pena, che soffre per grave incompatibilità e prima o poi fugge. Oppure l’anima mite entra nel bebè, è tutta contenta del nuovo alloggio, ma quando è ancora nella culla si pente amaramente: i genitori si picchiano, urlano, si gettano le porcellane, e dagli e dagli diventa irascibile pure il bebè.
Penso al mio passato e mi viene in mente la volta che ebbi la disgrazia di finire dentro un bebè che era figlio di un maestro di sci di Brunico, tale Günther Schwarzkopf, che quando beveva, cioè sempre, picchiava la moglie e cantava jodler, contemporaneamente. Lei, cioè mamma, soffriva in silenzio, credeva che gli uomini fossero tutti così, quindi uno le toccava comunque. Io ero come sono adesso, mite e gentile, ma quelle scene violente e quei terribili gorgheggi mi provocavano ogni giorno propositi parricidi. Mi chiedevo: diverrò anch’io così? Anch’io maestro di sci che gorgheggia e picchia la moglie? Insomma, per farla breve, l’anima che ho dentro di me e che allora abitava in quel povero bebè se n’è dal sen fuggita, è entrata in un gatto delle nevi e ha accoppato il babbo, c’è salita sopra, l’ha spiaccicato ben bene fino a quando è diventato poltiglia rosa antico (RAL 3014). Son rimasto gatto delle nevi per una decina d’anni, poi si è rotto l’ingranaggio dei cingoli, era un Pisten Bully 300 Polar che aveva già fatto il suo tempo, bello però.
Quindi, se vuole, l’anima si ribella. Ma quell’esperienza insegna che l’anima può sbagliare, può entrare nell’involucro sbagliato e in casi di grave incompatibilità uscirne, ma solo in casi veramente gravi, altrimenti sarebbe il caos, per un nonnulla vedresti anime fuggire da abitacoli comodi e moderni, il mondo sarebbe pieno di anime eternamente insoddisfatte che cercano la casa ideale, che come è noto non esiste, tutti abbiamo qualche difetto, io li ho già descritti qualche capitolo fa, l’aspirapolvere, l’ordine, la simmetria. Immagino agenzie immobiliari che cercano di soddisfare le anime insoddisfatte, uffici pieni zeppi di anime che borbottano seccate…ecco, la fantasia parte al galoppo.
“Mi avevate assicurato che era un tipo sportivo, atletico, amante della natura, e invece sta tutto il tempo a guardare l’opera omnia di Walker Texas Ranger, 203 episodi, appena li finisce ricomincia dal primo”
“Quello andato in onda su CBS il 21 aprile 1993?”
“Si, proprio quello, l’ha visto?”
“Certo li conosco a memoria”
“Per questo mi ha consigliato quel derelitto?”
“Bè…si…ma se non le piace ho giusto un involucro che fa per lei, si chiama Ted Norris, è il quarto figlio di Chuck Norris, l’interprete di Cordell Walker”
“È sportivo?”
“Va tutto il giorno a cavallo nelle selvagge praterie del Texas”
“È atletico?”
“Va da sé”
“Ama la natura?”
“Solo se è selvaggia”
“Bene, lo prendo”
“Le prenoto un volo per Houston o riesce ad arrivarci da sola?”
Potrei andare avanti per ore, mi piace fantasticare ad occhi aperti, soprattutto sotto la doccia o quando faccio il bagno, sott’acqua. Però mi fermo qui, voglio fare due passi prima di cena e riordinare le idee. Così esco dalla doccia, mi asciugo per bene, e comincio a vestirmi, ma suonano alla porta, è Ciocci coi vestiti.
“Vedrai che sciccheria”, dice raggiante, non l’ho mai visto così felice.
Apro il primo pacchetto e trovo un completo blu cobalto, una camicia turchese pastello, una cravatta fantasia ben intonata al resto e scarpe inglesi da gentleman. Nel secondo c’è biancheria intima, di seta naturalmente, nel terzo un dopobarba di lusso, nel quarto un soprabito scuro, e nel quinto un portafoglio di pelle, pieno.
“Così mi arrestano”, dico a Ciocci.
“L’ho già pulito”
Mi vesto, mai stato così elegante, di solito mi accontento dell’essenziale, jeans camicia e maglione, tutte copie di marche famose, le compro in un grande magazzino “per l’uomo che vuole solo coprirsi”. Mi guardo allo specchio, mi piaccio.
Scendiamo al pian terreno, la signorina della reception mi guarda in modo strano, la saluto con un bonsoir, ma lei sembra incantata, non risponde. Ciocci dice si è innamorata, è tombé amoureux, io mi sento fiero del mio fascino di uomo maturo, poi la fisso negli occhi e penso: sei mica Adelina?

22 commenti:

  1. Per l'Editore: come ci hai giustamente richiesto, con E. stiamo radunando i testi di Mimesis & Mnemosyne (M&M) e di Terza Rima. Ho provato a immettere, come commenti, una terzina nell'uno e un brano nuovo, nell'altro ma non li prende. Forse c'è qualche problema. Comunque stiamo procedendo. Per non perdere il filo posto qui di seguito un altro brano per M&M. Pilon

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  2. Le vent de Montparnasse
    (alla maniera di G. Brassens)

    Qualcuno dovrà comporre la musica. Comunque questa prima parte è in maggiore, allegro bandistico.
    Per favore: qualcuno dei 3000 contatti che va vantando l’Editore, potrebbe tradurla in un francese minimamente decente?

    Sur l’escalier de Montparnasse
    monte un garçon avec un croissante
    qui mène joyeux à sa garçonne
    (ah qu’elle est bon ah qu’elle est bon)
    Lui pousse le vent de Montparnasse.

    Sur l’escalier de Montparnasse
    monte le peintre avec les brosses
    (ah qu’ils sont grosses ah qu’ils son grosses)
    Il va donner l’art e le coeur
    a toutes les filles du quartier.
    Lui pousse le vent de Montparnasse

    Sur l’escalier de Montparnasse
    monte la dame comme il faut
    elle va chercher son gigolot
    qui embrassera sans dire un mot.
    (ah que impatience ah que impatience)
    De Montparnasse elle pousse le vent


    (seguono altre strofe che, trattandosi di Brassens, potrebbero essere tranquillamente una ventina, se non di più)


    Dans les maisons de Montparnasse
    Monte le garçon sur la garçonne
    Monte le peintre sur jeunes filles
    Monte la dame sur son amant.
    (Ah, mais l'auteur de cette chanson
    Il est cochon Il est cochon!
    Lui pousse le vent de Montparnasse)

    (ora, all’improvviso: solo il contrabbasso, molto piano, accompagnato da un tamburo, funereo; sulla seconda strofa entra di nuovo la chitarra, ma sempre molto piano, lenta; il giro di accordi è lo stesso, però volto in minore)

    Sur l’escalier de Montparnasse
    dorme un clochard, un sans abri.
    Ou peut-être pas, il ne dort pas,
    lui a tuè le vent de Montparnasse.
    Demain, demain, quatre fossoyeurs
    et deux gendarmes ils vont le prendre
    Le vent les pousse, de Montparnasse
    au cimetière.

    La dame regard
    Le peintre regard
    aussi les filles, le gigolot.
    Ce qui se passe? ce qui se passe?
    C'est un clochard, just un clochard.
    Le vent, nous pousse de Montparnasse…
    bien, allons-y! Dépêchons-nous!

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  3. BIBLIOGRAFIA per il cap. 32:

    Fonte Bice, Walker Texas Ranger, in AA.VV., L’emozione della TV, Edizioni del Litorale, Ladispoli 2009.

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  4. BIBLIOGRAFIA per Pilon:

    Maitano Marc, Terapie di gruppo per le dipendenze da scrittura ossessivo-compulsiva, «Bollettino dell’Associazione Italiana degli Scrittori Anonimi», XXIII (2011), pp. 2-8.

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  5. Spinti da queste cose e scossi dal prestigio di Ciocci stabilirono di preparare quelle cose che servissero per partire, di comprare il maggior numero possibile di carri e di giumenti, di fare le maggiori seminagioni possibili, perché la scorta di cereali bastasse durante la marcia, di rafforzare la pace e l’amicizia con le popolazioni vicine. Essendo che precedentemente era stato detto, fatto ciò che doìveveno fare, poichè ne avevano parlato precdentemente, completarono le azioni decise. Per completare quelle cose è scelto Ciocci. Egli si assume l’ambasceria per le popolazioni. In quel viaggio persuade Camilla, seguana, figlia di Catamantalede, il cui padre aveva tenuto il potere per molti anni tra i Sequani e dal senato era stato chiamato amico del popolo romano, di prendere nella sua nazione il potere, che prima aveva avuto il padre; così pure persuade l’eduo Porcu, fratello di Porcu, che in quel tempo deteneva il primato nella nazione ed era particolarmente gradito al popolo, perché faccia lo stesso e gli dà sua figlia in matrimonio, posto che avendone visto le membra, dopoche - disse-la veste andandose dalle gambe si era diretta-disse-verso la sponda del fiume di fronte. Assicura loro esser facilissimo da farsi realizzare gli sforzi, per il fatto che egli stava per ottenere il potere della sua nazione: non esserci (quindi) dubbio, ovviamente e celermente che gli Elvezi potevano il massimo di tutta la Gallia; rassicura - disse- che lui -disse-con le sue truppe ed il suo esercito avrebbe loro agevolato il potere. Spinti da questo discorso si scambiano tra loro garanzia e giuramento e sperano, occupato il potere, di poter impadronirsi del comando di tutta la Gallia per mezzo di tre potentissimi e sicurissimi popoli. appena ripulito con secca pomice? Cornelio, a te: tu difatti solevi pensare valer qualcosa le mie cosucce già allora, quando hai osato unico degli Italici spiegare tutta la storia con tre libri dotti, per Giove, e complessi. Dunque tieniti quanto più questo di libretto quale che sia; ma lui, o vergine patrona, duri perenne più di un secolo.

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  6. Un capolavoro! Quando lo traferiamo sul blog giusto lo intitoliamo: "alla maniera di C.G. Cesare, tradotto da un ginnasiale".

    Ci stiamo lavorando (al blog M&M), nel senso che ci sto lavorando io perché E. dice che è nel basso di Napoli, dove "non c'è nulla".

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  7. ma qui non si capisce più niente

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  8. adesso si capisce tutto

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  9. e che ce voi fa'

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  10. dopo averne parlato precedentemente completarono le azioni decise, questo chiarisce tutto mi pare.

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  11. Forse questo serve a chiarire ulteriormente:

    "Il voto (o "l'eroe", o "il comandante" o, forse, il "maestro allacciatore di funi") fu generato da Proserpina allacciatasi (o "unitamente", o "consumare un amplesso" o, forse, "essere in posizione supina") per l'occasione con un manzo di 12 quintali (o "toro", o "animale mitologico" o, forse, "macinato sceltissimo") nel quale si era trasmigrato Zeus, fratello a se stesso e moglie sua. (Avanzano: su, già, invero, un verbo in aoristo che non abbiamo trovato, e i soliti mèn e dé sparsi a casaccio).

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  12. Os in questo caso è tradotto con "cosucce"? A me i tipo mi hanno mangiato l'ultima pagina del Rocci e non me lo ricordo mai.

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  13. mèn sch!
    riceviamo e volentieri pubblichiamo:

    "La Quarta Sinfonia [di bee 'cefannolepecore' thoven, ndr] fu composta nel 1806 ed eseguita per la prima volta nel marzo 1807 a Vienna. Robert Schumann la definì “una slanciata fanciulla mediterranea fra due giganti nordici”, per la limpida leggerezza che fa da contraltare alle poderose architetture e alla imponente tensione della Terza e soprattutto della Quinta".

    no, giusto così.
    a dé

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  14. ma scusate io non capisco mai le cose sono lenta che poi e' una qualità come anche Derrida dice (cit.ibid.) perché il potere non puo' mascherarsi sempre nella forma partito ci va anche la forma partita e io di calcio non so nulla, come di molte altre cose che
    sono importanti e anche non lo sono, scusate se non ho capito ci ho pensato su e poi la sera mi e' venuto da piangere perché non sapevo come uscirne e ho chiesto a un amico (ho tanti tanti amici perché sono sincera ma naturalmente non voglio farvelo notare perché anche voi siete sensibili anche se siete uomini e quindi non capite lo stesso)
    e non ho dormito per l'angoscia, anche se tutti questi numeri voi lo sapete io commenterei volentieri ma ci sono le date e le date sono numeri e tempo, e il tempo e' la misura che soffoca l'origine non rappresentabile della rappresentazione,
    allora insomma come devo fare per queste 120 ore?

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  15. Sur l’escalier de Montparnasse
    monte un garçon avec un croissant
    qui mène joyeux à sa garçonne
    (ah qu’elle est bonne ah qu’elle est bonne)
    Il pousse le vent de Montparnasse. (cosa intendevi dire? Lo spinge il vento o Lui spinge il vento? Le pousse le vent?)
    Sur l’escalier de Montparnasse
    monte le peintre avec ses brosses
    (ah qu’elles sont grosses ah qu’elles son grosses)
    Il va donner l’art et le coeur
    à toutes les filles du quartier.
    Lui pousse le vent de Montparnasse

    Sur l’escalier de Montparnasse
    monte la dame comme il faut
    elle va chercher son gigolot
    qui embrassera sans dire un mot.
    (quelle impatience quelle impatience)
    De Montparnasse elle pousse le vent


    (seguono altre strofe che, trattandosi di Brassens, potrebbero essere tranquillamente una ventina, se non di più)


    Dans les maisons de Montparnasse
    Monte le garçon sur la garçonne
    Monte le peintre sur jeunes filles
    Monte la dame sur son amant.
    (Ah, mais l'auteur de cette chanson
    Il est cochon Il est cochon!
    Lui pousse le vent de Montparnasse)

    (ora, all’improvviso: solo il contrabbasso, molto piano, accompagnato da un tamburo, funereo; sulla seconda strofa entra di nuovo la chitarra, ma sempre molto piano, lenta; il giro di accordi è lo stesso, però volto in minore)

    Sur l’escalier de Montparnasse
    dort un clochard, un sans-abri.
    Ou peut-être pas, il ne dort pas,
    il a tué le vent de Montparnasse.
    Demain, demain, quatre fossoyeurs (croque-morts che fa assonanza con con le "r" di quatre?)
    et deux gendarmes ils vont le prendre
    Le vent les pousse, de Montparnasse
    au cimetière.

    La dame regarde
    Le peintre regarde
    même les filles, le gigolot.
    Qu'est-ce qu'il se passe? Qu'est-ce qu'il se passe?
    C'est un clochard, juste un clochard.
    Le vent, nous pousse de Montparnasse…
    bien, allons-y! Dépêchons-nous!

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  16. matisse gliel'hai aggiustata tu?
    che brava
    peccato che sia incantabile
    unovalelatro

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  17. Altri diciassette commenti senza un cenno all'oggetto che si suppone debba essere commentato, ma a me va benissimo così, i romanzi si commentano alla fine, sempre che si vogliano commentare. Alcune riflessioni sulla tortura di essere letto ogni giorno un capitolo alla volta: è appunto una tortura perché il capitolo deve avere una sua autonomia come se fosse un racconto, deve lasciare il lettore soddisfatto, e non è facile in appena due cartelle. Questa esperienza mi ha fatto capire che è sempre il lettore che decide quanto legge, se una riga o cinque capitoli, e l'autore lo deve sempre soddisfare, il lettore deve chiudere il libro contento. È quasi impossibile. Comunque d'ora in avanti mi sforzerò di scrivere meglio.
    Grazie per essere arrivati fino a qui e tanti auguri alle due vecchiette, M & E.
    E.

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  18. Un ringraziamento, di cuore, a Matisse. Grazie, grazie, grazie. Per le domande che mi fai: intendevo che a tutti quelli Li spinge il vento (sono spinti dal vento), quindi si devono correggere tutti? Les croque-morts va molto meglio!

    Per unovalelaltro: sul fatto che sia incantabile, bè, tu sai che te la canterò. In qualche modo farò...

    Per E.: sai bene che hai fatto molto più di un romanzo a puntate su un blog. A te e al nostro editore va tutta la mia (nostra), commossa, gratitudine.

    Oh brutte seppie, oh quanto siete brutte
    bisogna che mi avvezzi
    a farvi tutte a pezzi...

    Pilon

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    1. Se il vento è il soggetto puoi (impropriamente) scrivere: Le pousse le vent de Montparnasse
      In realtà dovrebbe essere: le vent de M. le pousse, ma perderesti la rima.
      (La terza strofa, quella che riguarda "lei" io la lascerei così come l'hai ideata: de Montparnasse elle pousse le vent. Cambia completamente il senso (è lei ora a spingere il vento), ma credo sia più evocativa.
      matisse

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  19. mi devo commuovere? datevi una regolata, su su, al lavoro pappemolli!
    Roscia

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  20. E commuoviti! Per una volta!

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