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venerdì 30 marzo 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo quarantasette



in copertina Adelina in una delle sue migliori performances


QUARANTASETTE

Sogno d’essere in mutande in Rue de Varenne a riflettere sull’anarchia. Se è un ruba ruba generale meglio una sana dittatura, penso coprendomi le parti basse, non sia mai che quello fa capolino e mi arrestano per oltraggio al pudore.
“Lei è in mutande, si vergogni, si vede tutto”, dice una passante sui sessanta.
“Non è vero, non si vede niente”
“Però s’intravede”
“Non è vero”
“Allora si immagina”
“Si può immaginare anche se avessi i calzoni”
“È vero, io lo immagino sempre, comunque le ricordo che chiunque in luogo pubblico o esposto al pubblico compie atti osceni è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni”
“Anche in Francia?”
“Si, ma ci sono molte discussioni”
“Mi dica, mi interessa”
“Agli effetti della legge penale «si considerano osceni gli atti che offendono il pudore». Si tratta di una definizione molto vaga che lascia un ampio margine di apprezzamento all’interprete. Il concetto di oscenità è collegato a quello di pudore che, tuttavia, va qualificato più precisamente come pudore sessuale e può essere inteso come il sentimento di verecondia che viene offeso da fatti e manifestazioni contrarie alle regole etico-sociali attinenti alla sfera sessuale. In questo senso il pudore si distingue dalla pubblica decenza la quale non fa riferimento alla sfera sessuale. Secondo la giurisprudenza è atto osceno qualsiasi manifestazione di concupiscenza, sensualità, inverecondia sessuale, compiuta su altri o su se stesso, che offende così intensamente il sentimento della morale sessuale ed il pudore da destare, in chi possa assistervi, disgusto e repulsione. Con una norma del genere il legislatore opera, di fatto, un rinvio a norme sociali extragiuridiche, per loro natura mutevoli da persona a persona…”
Mi allontano a marcia indietro, al rallentatore, lei non se ne accorge, continua a parlare, io me la svigno in una traversa di Rue de Varenne, diciamo pure Rue du Bac. Mi accorgo solo allora di avere in mano una Colt M1911 Giambroy semi-automatica calibro 45 ACP.
Quindi, ricapitolando, mi trovo in Rue du Bac, in mutande, con una Colt M1911 in mano. Le mutande sono boxer bianchi stile bisnonno che a me piacciono molto, le calze sono blu notte RAL 5022 e la camicia è turchese pastello RAL 6034. Mi trovo decisamente a disagio, vuoi per l’abbigliamento decisamente inappropriato in una metropoli chic come Parigi, vuoi per l’arma che tengo in pugno così estranea alla mia filosofia di vita cortese e pacifica. Decido di entrare nel negozio Sarti si nasce (dal 1958).
“Il signore desidera?”
“Dovrebbe esser chiaro, si sbrighi, porto il 54”
“Abbiamo un modello che fa per lei, ma è un po’ caro”
“Non si preoccupi, non ho intenzione di pagare”
“Il signore è anarchico?”
“Non più, adesso faccia il rapinatore, mi porti i calzoni o la uccido!”
“E lei crede che mi faccio spaventare da un signore in mutande?”
“Ho una Colt M1911”
“È falsa, come lei, questo è un sogno”
“Per caso è parente di Ciocci?”
“Siamo tutti parenti di Ciocci, anche lei”
“Adesso la uccido, così non dira mai più queste sciocchezze”
Estraggo il caricatore e carico la Colt con sette proiettili da 11,43 millimetri del tipo 45 ACP. Mentre faccio questa operazione il proprietario del negozio e le due commesse guardano affascinati la pistola.
“La posso toccare?”, dice una commessa.
“Prego, faccia pure”, rispondo.
“Che tipo di azionamento?”, chiede l’altra.
“A corto rinculo tipo Browning”
“Che poi è il progettista, non è vero?”, fa il proprietario passandomi un proiettile.
“John Browning, un mito per noi spietati assassini, ha influenzato il design di quasi tutte le categorie di armi da fuoco, compiuto miglioramenti nei fucili a colpo singolo, a leva e a pompa, ma i suoi contributi più significativi sono stati apportati nelle armi automatiche”
“Tipo?”
“È lui l’inventore della meccanica scarrellante, una tecnologia ancora in uso nella maggior parte delle pistole moderne”
Nel frattempo è entrata nel negozio la signora di prima, quella degli atti osceni.
“Lei è in mutande, si vergogni, si vede tutto”, dice.
“Non è vero, non si vede niente”
“Però s’intravede”
“Non è vero”
“Allora si immagina”
“Si può immaginare anche se avessi i calzoni”
“È vero, io lo immagino sempre”
La uccido prima che inizi il suo discorso, la sistemo vicino a un manichino e continuo a chiacchierare di armi con le comesse e il proprietario. Poi mi viene una curiosità.
“Mi scusi, perché il negozio si chiama Sarti si nasce (dal 1958)?”
“Perché il vero sarto il mestiere ce l’ha nel sangue dalla nascita”
“Lei è nato nel ’58?”
“Si”
Lo uccido, lo metto vicino alla signora, poi vado nei camerini con le commesse.

4 commenti:

  1. "Lo uccido, lo metto vicino alla signora, poi vado nei camerini con le commesse"... muy erotico, siempre mas erotico, maravilloso, preclaro, excitante, picazon, pruriginoso
    Pilar

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  2. L'Adelina de la cubierta es demasiado fea, no puede estar l'Adelina de esto romanzo picazon: editor buscane un'otra mas bonita, guapa, linda!
    Alonso

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  3. tiene las tetas pequena y abajas!
    Pablo

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  4. arriba lancilocio se pasa un quarantaiocio e todo a puesto vas..:-)

    e todavia esto capitulo tiene mucissima suspence

    Pilar de cardenas

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