copertina dedicata a Rossella detta Roscia, che non ci commenta più e ancor non si sa se fosse ella o qualcun'altro a commentar in vece sua
VENTITRE
“Che vuoi dire? Che significa?”
“Mi dispiace, ogni tanto mi capita, non dipende da me, è il babbo”
“Il babbo?”
“Si, il babbo, mi mette in bocca parole senza senso, fuori contesto, non ci posso far nulla, credo sia la stanchezza, si sveglia molto presto…mi dispiace, succederà ancora ma non ci fate caso”
“Adesso altre pecore…forse vuol dire qualcosa…”
“Non vuol dir nulla, inutile perder tempo, io ne ho perso moltissimo senza trovare una logica, un senso, tranne forse il gusto di scrivere parole in libertà”
“Ma allora ti credi inventato sul serio? E chi è questo babbo? Esiste?”
“Esiste si, è una brava persona ma ha il vizio della scrittura, si sveglia all’alba, anzi molto prima, e si mette a scrivere storie sballate come questa, poi alle nove va in piscina, fa le sue quaranta vasche quotidiane e alle dieci diventa una persona seria, così almeno dice”
“Una persona seria?”
“Si, fa lo studioso, studia le cose e poi le insegna all’università”
“Le cose? Che cosa?”
“Non lo so, non me lo ricordo, ce l’ha detto nell’altro romanzo, Olmo Montano”
“Ciocci…ma sei sicuro? Certe volte sembri Adelina…anche lei era fuori di testa, diceva cose strane…tu però sembri più…normale…poi però questa fissa del babbo…”
“È anche il tuo di babbo, di tutti noi, siamo tutti inventati, non solo noi, tutti, proprio tutti, a noi ci ha inventati babbo, agli altri chissà”
“Io non sono inventato, neanche Camilla, ti posso raccontare tutte le mie vite passate nei minimi dettagli”
“Adesso altre pecore significa che in un passato recente o remoto, questo non si sa, ci sono state pecore precedenti”, dice Camilla.
“E allora?”
“Allora adesso ce ne sono altre, molto semplice”
“C’entra per caso Adelina?”
“Non lo so”
“Quella frase non ha senso, dimenticatela”
“Un senso ce l’ha, l’ho appena spiegato, non è molto ma per capirci qualcosa bisogna partire dal poco che abbiamo e cercare di aggiungere i tasselli mancanti”
“Cioè tutti”
“Non è vero: abbiamo una situazione A, caratterizzata dalla presenza di pecore, che cronologicamente precede la frase adesso altre pecore, e una situazione B nella quale si auspica con quella frase un ricambio di ovini. C’è da chiedersi se nella situazione B siano ancora presenti le pecore della situazione A, o se la scena è cambiata e il soggetto, poco soddisfatto delle pecore precedenti, ne chieda di diverse. Immagino sia stata la qualità deludente del latte o della lana. Sono tutte cose che dobbiamo scoprire e non c’è bibliografia”
“Camilla…ma allora sei fuori di testa anche tu…”
“Mai stata così lucida”
“Io non sono d’accordo”, fa Ciocci.
“Non sarei lucida?”
“Non sono d’accordo con la tua lettura”
“Cosa proponi?”
“Non vedo perché il soggetto debba essere poco soddisfatto delle prime pecore, potrebbe aver detto a sé stesso o al suo interlocutore che adesso avrebbero continuato a fare quello che avevano già fatto con le pecore della situazione A, ad esempio la tosatura, con un secondo gruppo di pecore, altre pecore ossia diverse dalle precedenti ma non necessariamente migliori”
“E chi sarebbe questo interlocutore?”
“Vattelapesca”
“Le due ipotesi si basano comunque sullo stesso contesto agreste che qui a Parigi è fuori luogo”
“E perché mai?”
“Già, perché mai? Forse che in Francia non esistono ovini?”
“Ma quella frase Ciocci l’ha detta qui ai Deux Magots!”
“Non è vero, l’ha detta il babbo!”
“Di nuovo il babbo…sempre questo babbo…noi siamo qui per Adelina!”, dico seccato.
Adelina cerca disperatamente di attrarre quei tre |
“È vero…siamo qui per Adelina…bè cominciamo”
“Andiamo a Saint-Germain-des-Prés”
“Intendi l’abbaye o la place?”
“L’abbaye”
“Dobbiamo guardare i turisti o i fedeli?”
“I turisti, attenzione soprattutto alle scandinave”
Pago il conto e attraversiamo la place diretti all’abbaye. All’ingresso c’è un barbone che chiede l’elemosina. Camilla se lo guarda per bene, poi si china e gli molla una pacca sulla schiena.
“Bertrand, sei proprio tu, vecchio rinconglionito!”
“Camilla, la mia Camilla, parbleu, sei tu!”
Si abbracciano commossi.
“Che ci fai a Parigi?”
“Aiuto i miei amici a capire chi sono”
“E tu lo sai chi sei?”
“No, dimmelo tu”
“Sei la donna che non mi vuole più, guarda come mi sono ridotto per colpa tua”
“Eri già barbone quando ti ho conosciuto”
“E tu? Sei ancora barbona?”
“Certo, ci mancherebbe altro”
“A Villa Borghese?”
“Si, sempre lì”
“Dai vestiti non si direbbe, sembri una regina”
“Perché sono in incognito”
“E perché sei in incognito?”
“Per aiutare i miei amici, forse aiuto anche me medesima, cerchiamo di dare un significato a questa valle di lacrime”
“E bisogna essere in incognito?”
“Certo, se qualcuno ci riconosce va tutto a farsi fottere”
“Io ti ho riconosciuto…”
“Non è vero, sono io che ti ho riconosciuto, ti ho detto Bertrand, sei proprio tu, vecchio rinconglionito!”
“È vero, e io ti ho risposto Camilla, la mia Camilla, parbleu, sei tu!”
Si abbracciano commossi.
“Che ci fai a Parigi?”
“Aiuto i miei amici a capire chi sono”
“E tu lo sai chi sei?”
“No, dimmelo tu”
“Sei la donna che non mi vuole più, guarda come mi sono ridotto per colpa tua”
“Eri già barbone quando ti ho conosciuto”
“Andiamo dentro”, dico impaziente.
Andiamo dentro, ci sediamo davanti all’altare, Ciocci si inginocchia contrito.
“Perché sei contrito?”
“Perché in chiesa si usa così”
“Bisogna essere contriti, affranti, compunti, mortificati?”
“Si, si usa”
Ci mettiamo contriti anche io e Camilla.
“C’è sepolto Cartesio”, sussurra Camilla.
“Anche Nicolas Boileau”, dico io.
“Anche Re Giovanni II Casimiro di Polonia”, fa Ciocci.
Rimaniamo contriti più di un’ora, di scandinave nemmeno l’ombra.
Buongiorno. Porto una mozione d'ordine, questa volta ufficiale, avendo avuto la delega di Roscia e Ged. Chiediamo più tempo tra un capitolo e l'altro per esaurire gli argomenti che il capitolo stesso suscita nel blog. Altrimenti il blog non ha senso.
RispondiEliminaLo stesso autore, che è ansioso, capirà. E' vero che dice di se stesso in un romanzo precedente (Piro Piro): "...fa tutto prima degli altri, è ansioso, si sveglia presto, va a letto presto, fa tutto presto così l'ha già fatto, odia il ritardo. E' una malattia e lo sa, ci ride, invece è da piangere...". Dunque l'ansia di accumulare capitoli è spiegabile. Ma è anche vero che è ordinato in modo maniacale e sicuramente avere uno dei blog più disordinati della rete non potrà fargli piacere.
Conseguenze: o questo problema si affronta con serietà e consapevolezza o Pilon, Roscia e Gede abbandonano il blog. E questo è un ultimatum. Pilon
bella pure questa, assomiglia molto a Roscia che pensa al senato accademico (oppure a Pilon, c'è qualcosa tra quei due)
RispondiEliminaE.
mi dispiace, ho sbagliato luogo del commento, mi riferivo alla copertina del giorno 5 marzo 2012, quella con Roscia che pensa a Pilon in carcere
RispondiEliminaE.
Perché, invece di pensare alle copertine, non rispondi alle nostre interrogazioni. Pilon
RispondiEliminaho controllato, era il commento giusto, adesso ho pure letto il primo commento che m'era sfuggito, una minaccia bell'e buona, editore che ne pensi? Io li conosco, Ged lavora, è vero, ma gli altri due sono i fannulloni a cui si riferisce spesso Brunetta, per loro martedì o domenica è lo stesso, si grattan la panza, fatto sta che mi chiedo: com'è che Pilon cita il mio "Piro piro piccolo"? Chi gliel'ha dato? Ne ho fatto una tiratura molto limitata, solo nove copie, a chi l'ha sottratta? E poi, soprattutto: non avrà mica intenzione di pubblicarla con Sellerio a suo nome?
RispondiEliminaE.
ei tu, Pilon, così indaffarato, che ci fai sul blog alle ore 9 e 25 del mattino?
RispondiEliminaE
sulla teempistica non ho voce in CAPITOLO
RispondiEliminaho solo libertà di copertinare
Bene, facciamo un momento il punto perché è tutto un po' confuso. Questa mattina ci sono stati misunderstandings per ragioni tecniche, adesso rileggendo bene tutto capisco che il primo commento di Pilon va preso molto sul serio: secondo lui alcuni lettori trovano talmente profondo il mio romanzo, ricco di idee, di incredibili intuizioni, che vorrebbero più tempo per riflettere ad ogni singolo capitolo e soprattutto più tempo per commentare. L'editore si tira indietro, dice che sui tempi di pubblicazione non ha voce. Devo decidere dunque da solo? Il problema è che se rallentiamo (un capitolo ogni due giorni) i lettori che attendono con trepidazione ogni giorno la loro dose di altre pecore potrebbero avere gravi crisi d'astinenza, penso soprattutto a Emilia a cui ho dato il mio "Piro piro piccolo" da leggere se si sente male. Quindi che facciamo? Direi di aspettare il parere di Matisse, sembra una persona equilibrata.
RispondiEliminaE.
sua celeste eccellenza reverendissima è perfetta, quindi non è equilibrata.
RispondiEliminaPrimo: Pilon e Roscia, qui dentro, sono quelli che lavorano di più.
RispondiEliminaSecondo: è proprio vero quello che dici. Il romanzo è talmente profondo che ci vuole tempo per leggere, ponzare e poi commentare. Altrimenti si finisce a leggere solo i post e, conseguentemente, a cazzeggiare. Come sempre, d'altronde, a partire da una quarantina di anni or sono.
Terzo: Piro Piro piccolo ce l'ho per un motivo che tu sai bene (e ne parli estesamente anche in quel romanzo): il "gruppo di lettura della nonna". Dove, come sai, si scambiano libri. E allora: vatti a rileggere le componenti del gruppo di lettura e capirai il passaggio di mano del libro.
Oggi, più tardi, per farmi perdonare la veemenza di stamattina, posterò un bel lavoro che sto facendo, che può coinvolgere anche gli altri lettori.
Pilon
allora egregio signor PILON : i post sono quelli che fa il proprietario del blog nonchè editore se vuoi che siano postati mandali alla redazione gpanizon@gmail.com che li visionerà li coreggerà e li pubicherà come post altrimeyti si chiamano commenti al post e di solito devono essere inerenti al post
RispondiEliminadistinti saluti
la reddazzione
Primo, mi dite che non partecipo e invece posto commenti e poesie che nessuno commenta e quindi ho deciso che non ne metto più. Io Gede e Pilon siamo in agitazione e questa storia del blog va risolta.
RispondiEliminaIo ho bisogno di più tempo, non dimenticate che sono professore ordinario e quindi non so quasi più leggere, oltre che naturalmente scrivere. Mi devo far leggere il capitolo da un ricercatore, l'assegnista me lo spiega e il dottorando mi suggerisce alcune critiche. Successivamente torno a casa, e chiedo a mio figlio di scrivere sotto dettatura i commenti da inserire nel blog. Se lui è disponibile la cosa procede, altrimenti mi tocca ritornare al lavoro anche il pomeriggio e chiedere al dottorando di fare quello che avrebbe fatto mio figlio. metteteci l'età e capita anche che non mi ricordo più cosa devo dettare al dottorando e quindi ritorna in ballo l'assegnista. Tutto questo richiede tempo e energie, che badate bene, pagate tutti con le vostre tasse e quindi ritengo doveroso rispettare i tempi della scienza e della cultura.
Roscia
Roscia si identifichi
RispondiEliminascriva qualcosa che solo io e lei sappiamo tipo che paste avete portato a cena l'ultima sera o cosa si mangiò quella sera nella canonica dove suonava Salvatore ...
Ha ragione il signor editore. Ero stato tratto in inganno dalla formula "posta un commento" e pensavo che il commento, una volta postato, si trasformasse, appunto, in post(ato) in omaggio all'essere ormai divenuto participio.
RispondiEliminaDa qui anche l'equivoco sui post e sugli ante (i vecchi post o meglio commenti al post già postati).
La domanda è: noi siamo dunque in un "post" e non in un "blog". E allora qual è il livello del blog? Ancora più in alto? Quasi (non oso pronunciarlo) Dio?
Suo distintamente. Pilon
Mi identifico anch'io.
RispondiEliminaRicorda, il signor editore, l'epica battaglia di alghe e sputi?
A Li Puzzinosi, si svolse, in tempi ormai remoti. Ora Li Puzzinosi non esiste nemmeno più.
Pilon
Lettera dal carcere n.5
RispondiEliminaCapisco che Pilon e Roscia siano presi dalla ricerca. Al DAPFuLS (Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Furto su Larga Scala) e al DESAUM (Dipartimento di Scienze degli Ambienti Umidi e Malsani) bolle sempre qualcosa in pentola. Ma io non ho un cazzo da fare tutto il giorno, a parte l'idromassaggio con la Jacuzzi, e voglio arrivare il prima possibile al capitolo sulla rissa (sulla rissa, dico, non basta che ci sia la parola rissa). Quindi vai, caro babbino, non mollare. Dimenticavo, ho sentito Gede che è d'accordo con me.
Gavino Porcu
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLettera dal carcere n.6
RispondiEliminaAdesso mi identifico anch'io. Ricordate la rissa a Stintino, davanti alla darsena, per una questione di forbici? Ricordate quel tipo col nervo di bue?
Gavino Porcu (Porto Torres)
Veramente avrei voluto dire che ...
RispondiEliminaBasta con questo amarcord, io sto facendo esami e mi disturbate
RispondiEliminaRoscia
vedo che Roscia è l'unica a non identificarsi quindi non è lei mentre io sono e sarò sempre skifkong
RispondiEliminaqui si passa ogni limite, io devo tradurre il punto 12 del PRIN, basta che mi distraggo un attimo e vi mettete tutti a litigare
RispondiEliminaE
il problema è che su 22 commenti ancora non ce ne sia uno dico uno sul romanzo
RispondiEliminaquesto romanzo adesso è ambientato a Parigi, prima a Roma
RispondiEliminama quand'è che andiamo a tonnara ?
RispondiEliminaroscia
che bello! un commento di Roscia! (però la tua poesia di Ungaretti non mi è piaciuta, ho pianto)
RispondiEliminaE
Commento sul romanzo
RispondiEliminaDovresti specificare che il teschio di Cartesio a Saint-Germain-des-Prés non c'è. Per vederlo si deve andare al Musée de l'Homme
Il blog di oggi è molto bello. Denso e pieno di concetti. Si vede che c'è un ordinario tra noi, (anche se sta facendo esami).
RispondiEliminaVedrete che tra oggi e domani mi rimetto in paro con la lettura e darò un contributo significativo.
Pilon
Skif Kong me lo ero dimenticato!!!!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMi sento (che ancora non son del tutto sorda) di confermare la mia mancanza assoluta di equilibrio, ma propongo comunque (data la mia ormai confessata instabilità) un capitolo ogni mezzo giorno (leggasi pure, volendo, mezzogiorno: ora in cui, sfinita dalle urla dei miei allievi, mi prostro sulla cattedra pensando a quando tornerò a casa dove mi attende un nuovo e avvincente capitolo ovino). In alternativa ogni mezza notte, ogni mezza ora, ogni mezzo è lecito. O uno o l'altro.
RispondiEliminaP.S. Precisazioni sul blog:
il blog è la casa tutta intera. I post sono le stanze che la compongono. I commenti gli armadi all'interno di queste ultime (adesso esco prima che zio uno rispolveri una delle mie poesie di nafatalina)
chi usa il mio nome arghhh per andare a tonnara arghhh, sbavo verde
RispondiEliminaRoscia
credo di sapere il nome del farabutto, è successo anche a me, davvero fastidioso, inizia con G.
RispondiEliminaE.
(son d'accordo con Matisse, un capitolo ogni mezzora, così finisce presto e ne comincio un altro: in un mese ne scrivo dieci o venti, tutti bellissimi)
vabbè (con due b) io vado a tonnara terza in macchina con barbara e salvatore tu e Ged ci raggiungete col cattamarano che oggi c'è un bel libeccio
RispondiEliminaRoscia
vabè con una b
RispondiEliminaProf. Gepi Candelieri
Accademia della Crusca
Via delle Graminacee 1
Lipidi