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giovedì 15 marzo 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo trentatre


per chi si fosse persa la foto ricordo di Adelina,  in realtà volevo mettere la foto dell'autore e dell'editore in cima alla Tour Eiffel quando si fecero una foto ricordo di quelle con i pannelli forati in cui si infila la testa  ma non l'ho trovarta .



TRENTATRE

È scesa anche Camilla, quasi non mi riconosce, guarda la signorina rimasta a bocca aperta e fa un punto interrogativo a Ciocci.
“È tombé amoureux”, risponde.
“Per quello lì?”, chiede indicandomi.
“Si, guarda che fascino”
“Sembra uno stoccafisso”
“Vuol dire che alle francesi piace il poisson”, dico.
“Porco”, fa Camilla, che è barbona ma anche una vera signora.
“Intendevo il merluzzo, cosa credi?”
“Dov’è Bertrand?”, chiede per cambiare discorso.
“L’ho mandato a fare i compiti, gli sto insegnando la mia professione, più antica di quella considerata la più antica del mondo perché prima ancora di avere le fregole ci rubavamo le cose l’un l’altro, ti giravi un attimo e ti fregavano il fuoco…”
“I compiti? E che deve fare?”
“È all’inizio, sono esercizi elementari, prima rubare tre candele in chiesa, poi un portacenere al bar, e per ultimo un libro in libreria”
“Ciocci…e se lo beccano?”
“Ci pensa babbo”
Mi riempio di nuovo di rabbia, questa storia del babbo mi ha stufato, sto per dirgli qualcosa ma lui mi precede e dice così:
“Per questo invece di cercare il mare nella musica preferisco cercare la musica nel mare, perché l’acqua e le onde producono musica, forse la più bella che esiste. Ascoltare il mare, le onde che si rifrangono sulla battigia o si rompono sugli scogli al ritmo deciso dal vento, mai esattamente lo stesso, in una sorta di costante e piacevole rubato, sentire insieme l’ordine e il caos che la natura riesce a generare, il suo ritmo disordinato ma pur sempre percepibile, è un’esperienza estetica che nulla ha da invidiare ad un concerto sinfonico. Le onde del mare come quelle sonore producono ritmo, riempiono di senso il tempo di chi le ascolta, proprio come fa la musica, e appena si placano ne rimane solo un vago ricordo, che via via si perde del tutto”
Rimaniamo di stucco, in silenzio. Un signore distinto che l’ha sentito parlare si avvicina, gli fa un sorriso, rimane anche lui a guardarlo.
“Ciocci…”
“Era babbo”
“No, sei tu”, fa Camilla.
“Babbo”
“Non vuoi ammetterlo, è semplice, dici cose bellissime, romantiche, profonde, ma non vuoi ammettere di averle pensate”
“Mi permetto di interrompere la signora, mi chiamo Giangiacomo Orsini, conte di Antignano, ho sentito le belle parole del signore e volevo complimentarmi per la profondità di pensiero e il modo poetico di esprimerlo…se non avete impegni sarei lieto di invitarvi a cena, conosco un ristorante eccellente a Versailles”
“Sarà un vero piacere, ma aspettiamo un amico”
“Vorrà dire che lo aspetteremo insieme ai Deux Magots”
Ci sediamo ai Deux Magots, Ciocci ha videotelefonato a Bertrand per dirgli dove siamo, lui gli ha fatto vedere il portacenere dei Deux Magots, ha detto che proprio non se la sente, ma Ciocci gli ha risposto che un vero fuorilegge torna sempre sul luogo del delitto.
“Il signore è poeta, romanziere…?”
“Ladro”
“Professione antica…”
“La più antica, non ci sono dubbi, prima ancora che esistessero le baldracche i miei antichi colleghi sottraevano il fuoco ai ricchi per scaldarsi e cuocere i nemici”
“Si può obiettare che le baldracche esistessero già prima concedendosi esse al primo venuto purché avesse il fuoco”
“Non credo, erano altri tempi, l’idea stessa del concedersi è anacronistica, immagino quelle popolazioni primitive e selvagge seguire l’istinto che oggidì abbiamo perso: vedono un carciofo e se lo mangiano, vedono una primitiva piegata per grattarsi un piede e la penetrano, poi continuano a mangiare il carciofo, poi rompono la testa alla suocera, tutto così, d’istinto”
“Lei però parla di suocera, quindi sottintende una monogamia primitiva e con essa il naturale trastullo extraconiugale”
“È stata una boutade, le suocere non esistevano, mi sono solo divertito all’idea del primitivo che spacca la testa alla suocera con le ossa di uno gnu. La monogamia è una tortura che ci siamo imposti chissà perché, all’inizio facevamo come ci dettavano gli organi”
“Però vedere una femmina piegata e subito possederla non è carino”, fa Camilla.
“No, certo, bisognerebbe aspettare almeno cinque minuti”, fa Ciocci.
“Porco”, dice lei.
“È la natura”, risponde.
“Lei dunque è conte di Antignano?”, chiedo per cambiare discorso.
“Si”
“E mi scusi l’ignoranza, dove rimane?”
“Si trova a circa 13 chilometri da Asti, sulla strada che porta da Variglie ad Alba. È un paese piccolo, si affaccia sulle colline dell’Astesana ed è costituito da due frazioni, Perosini e Gonella”
“Perosini e Gonella, interessante…è a Parigi in vacanza?”
“No, per affari, ho una catena di agriturismi in provincia di Asti e ogni anno vado personalmente in giro per l’Europa a reclamizzare le nostre proposte turistiche alternative”
“Dove rimangono?”
“A Lanci, Marelli, Gonella, Morgnano, Rollini, Merlazza, Boschetto, Genovesi, Nicola, Saracchi, Perosini, Revigliasco, Zappa, Firano…”
“Sembrano tutti inventati”, fa Ciocci.
“Mi scusi, conte, per lui è tutto falso…io invece ci credo, anzi mi è venuta una gran voglia di recarmi a Merlazza”
“Sarà mio ospite, vedrà che luogo delizioso”
“Cosa offre?”
“Gite a piedi nelle vicinanze e ottima fonduta valdostana”
“Che meraviglia, come si degusta?”
“Per degustarla ogni commensale ha una forchetta da fonduta di forma allungata con cui infilza un pezzo di pane che deve immergere nel formaggio fuso all’interno del caquelon, che poi sarebbe una casseruola. Una volta immerso il pane s’imprime alla forchetta un movimento rotatorio continuo cercando di non fare uscire il formaggio dal caquelon perché macchierebbe la tovaglia. Quando si ritiene che il pane abbia raggiunto la temperatura ideale lo si estrae dal formaggio fuso e se ne apprezza il gustoso sapore”
“Non vedo l’ora di andare a Merlazza”, dico per educazione.
Nel frattempo è entrato Bertrand e ha ordinato una birra Leffe.
“Caro Bertrand, finalmente con noi, ti presento Giangiacomo Orsini, conte di Antignano”
“Piacere, Bertrand”
“Il piacere è mio…stavo dicendo ai suoi amici che sarò lieto di ospitarli a Merlazza nel mio agriturismo, l’invito è ovviamente rivolto anche a lei”
“Merlazza?”
“Si, Bertrand, vicino ad Antignano, in provincia di Asti”, fa Ciocci.
“Splendido, certo, ci verrò senz’altro, anzi non vedo l’ora”
“Lei pure è ladro?”
“Ancora no, sto studiando, ma faccio progressi”
Tira fuori le candele, il portacenere e il libro. Ciocci accende una candela, la sistema sul portacenere e legge il titolo del libro. Poi da una gran pacca sulle spalle a Bertrand e gli dice lavoro eccellente, farai grandi cose!

10 commenti:

  1. Credo di essere innamorato di Camilla.

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  2. identificati, anche se so chi sei

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  3. Ecco, mi identifico. Eh! mi fate ridere. Per addottorarsi non ci vuol molto. Un poco di memoria, un poco di protezione, in quindici giorni è bell'e spicciato. Quando è addottorato, non gli manca subito una condotta. Gli amici suoi, gli amici nostri gliela faranno ottenere.

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  4. La realtà è che l'autore non vuole cimentarsi in un romanzo serio per non apparire quel romanticone sdolcinato che ascolta le onde a mare di fuori pensando alla sua adelina

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  5. a mare di fuori, io ascolto Camilla. Mi consola!

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  6. qui tra un attimo metto il divieto di commento agli anonimi e chi si è visto non si vede più

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  7. ma al mare di fuori c'è il maestrale (mauro che fischia), Camilla è a puzzinosi che beccheggia tra le alghe

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  8. Solite regole castranti! Chiedo l'accesso agli atti.

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  9. Mettiamo ordine: a Mare di Fuori c'è Maestrale a Puzzinosi la famosa battaglia di alghe e sputi. Camilla non c'è lo vista mai. Al massimo ho visto Susy e Spinella al baddiggiu di l'ainu. Pilon

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  10. Ma un capitolo in stile anvur si può avere? grazie eh, perché non ho capito bene il GEV2.0/bis

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