Con questo capitolo siamo arrivati a metà dell'opera con quasi tremila contatti, prego quindi i pazienti lettori di lasciare una testimonianza del loro passaggio, per farci trovare la forza di continuare in questo difficile cammino.
In copertina un acquerello dell'editore del 1985 quando ancora non poteva minimamente immaginare che quella cagnetta pallinossessiva da disegno sarebbe diventata realtà e che avrebbe così profondamente modificato la vita dell'autore, e di conseguenza la vita di tutti noi, che con questo romanzo ci siamo posti dei seri interrogativi ai quali forse nei capitoli successivi potremmo trovare delle risposte.
queste sono le parole chiave che portano al blog chissà se riuscite a trovarne delle alltre:
Parole chiave per la ricerca
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TRENTA
Mando
a Ciocci e Bertrand un sms: “non voglio più quella roba, speditela
a Terzi”. Rispondono così: “ma è bellissima”, e io a loro:
“si, ma non la voglio, riunione subito alla caffetteria”
Ci
vediamo alla caffetteria, beviamo un caffé decà. Ciocci e Bertrand
si mostrano le immagini e ridacchiano a crepapelle come ragazzini,
soprattutto una giapponese li fa sganasciare, non ha le mutande. Io e
Camilla li guardiamo severi, come se fossimo i genitori, loro
giustamente se ne sbattono, si stanno divertendo.
“Vi
devo spiegazioni più chiare sul vostro compito, perché mi sembra
che non abbiate colto il senso della ricerca”
“Ciocci
mi ha detto che cerchi una morta che si è reincarnata in una
norvegese molto sexy che però potrebbe essere di altre nazionalità,
quindi anche giapponese come questa”, e mostra dettagli della
giapponese.
“Non
è proprio così, mi spiego meglio. Io cerco Adelina, può essere
dovunque e qualunque cosa. È diversa dalle altre, vive in un mondo
tutto suo, è molto curiosa, talvolta assente, ha gli occhi miti e
gentili, però se ti guarda sei perso per sempre, io sono rimasto
incendiato e brucio ancora”
“Si,
ma com’è?”, chiede Bertrand.
“L’ho
appena detto, il resto non lo so, può essere bionda, bruna, alta,
bassa…credo sia bella, ma di una bellezza diversa da quella
normale, deve avere un volto antico, niente a che vedere con le
biondazze anoressiche delle pubblicità o le semitroie che avete
fotografato”
“Semitroie?”
“Si,
non fanno quel mestiere ma sono conciate in modo da far credere che
sono pronte in qualsiasi momento ad ogni sorta di acrobazia sessuale”
“I
decenni a cavallo del 2000 saranno definiti dagli storici con il
termine di puttanesimo, vuoi per la sconfitta planetaria del
femminismo e l’avvento delle escort nei palazzi del potere, vuoi
per l’entusiasmo con cui ciò è stato accolto dalla popolazione
maschile. Tu e Ciocci ne siete l’esempio”
“Camilla,
che dici? Ci offendi…Io e Bertrand ci stiamo solo divertendo”
“Ma
si, vi state divertendo, scusa…però adesso cerchiamo Adelina, io
so come si fa: dobbiamo solo scoprire se in questa bolgia di turisti
c’è una fanciulla timida, non appariscente, con l’espressione
intelligente e curiosa, appena appena triste, che si muove senza
mettersi sempre in posa…”
“Eccomi”
“?”
“Eccomi,
sono qua”
“?”
Ci
voltiamo e vediamo una fanciulla timida, non appariscente, con
l’espressione intelligente e curiosa, appena appena triste. Ho già
raccontato cosa mi è successo quando è caduto il cucù, che sono
caduto per terra semisvenuto e mi sono ustionato col caffè. Adesso è
successo anche peggio, c’è stato il black out totale, mi sono
preso un colpo e ho perso i sensi, quindi non so come sono andate le
cose, mi sono svegliato in un letto d’ospedale con i miei amici
attorno. Erano pallidi come lenzuoli, soprattuto Camilla, devono aver
pensato al peggio.
“Che
vi succede, che fate?”, ho chiesto aprendo gli occhi.
“Finalmente”,
fa Camilla.
“Che
ho fatto?”
“Sei
quasi morto”
Mi
sono guardato intorno e ho visto che ero in corsia, in un istante ho
ricordato tutto e stavo per svenire di nuovo, ma Camilla se n’è
accorta e mi ha mollato un rovescio.
“Non
ci provare, siamo qua da ieri, ci siamo stufati”
“Da
ieri? E Adelina? Dov’è Adelina?”
“Si
chiama Lucie, non è Adelina”
“Lucie…che
nome bello…Lucie…dov’è?”
“Non
lo sappiamo, al lavoro, a casa, da amici…chissà”
“Ma
come? L’avete lasciata andare?”
“Non
potevamo mica arrestarla o rapirla”
“E
adesso? Come facciamo adesso?”
“Adesso
cerca di star meglio, ho l’indirizzo…ma non è Adelina, è solo
la ragazza che ho descritto io, timida, non appariscente, con
l’espressione intelligente e curiosa, appena appena triste, lei mi
ha sentito e ha detto eccomi”
“È
Adelina, andiamo subito da lei”
“Non
se ne parla, devi riposare”
Entra
un tale vestito da medico, mi guarda gli occhi, la lingua, mi tasta
il polso, mi mette in bocca un termometro e poi dice in francese
l’equivalente di può andare, è sano come un poisson. Mi
alzo subito in piedi, prima che ci ripensi, ma sono in pigiama, così
non posso uscire.
“E
i miei vestiti?”
“Sono
alla launderette, ti sei macchiato di caffè quando sei svenuto”
“E
adesso come faccio?”
“Aspetti
qui un attimo e ti vado a rubare qualcosa”, fa Ciocci.
Ciocci
esce, Bertrand l’accompagna, Camilla mi guarda desolata.
“Ma
insomma…sembri un piccolo bambino…possibile che non capisci?”
“Cosa?
Io capisco tutto…anche troppo”
“Questa
Lucie è solo una Lucie…non è Adelina…le ho parlato…”
“E
cosa le hai detto?”
“Le
ho spiegato che sei svenuto perché sei molto emotivo e ti sembrava
di aver visto la donna dei tuoi sogni…più o meno è così”
“Non
è così, lo sai benissimo…e lei?”
“Lei
ha detto cose strane, proprio strane, mi sembra mezza matta, come
Ciocci…”
“Cosa
ha detto?”
“Qualcosa
come bello qui, proprio bello, mi piace, ero stanca dei meandri”
“Dei
meandri? Ha detto proprio così? Meandri?”
“Si,
in francese méandre”
“E
che significa?”
“Il
Meandro è un fiume della Turchia
che scorre nell’Anatolia
occidentale fino a sfociare nel mar
Egeo, dove un tempo sorgeva la colonia
greca di Mileto,
dopo aver percorso 500 chilometri. Il suo corso è caratterizzato da
numerose sinuosità e questo fatto ha dato origine al termine meandro
come sinonimo di tracciato tortuoso e intricato di strade, passaggi,
luoghi, edifici in cui è difficile orientarsi, e in senso figurato
della parte impenetrabile dell’animo umano”
“E
tu cosa ci capisci?”
“Che
è matta”
Ciao a tutti,
RispondiEliminawie immer ist das Deckblatt nicht zu uebertreffen. Ruby ist mehr als stolz auf Dich: sie wackelt schon in aller Freude mit dem Schwanz, hier neben mir, am Computer. Den Roman lese ich im Moment nicht. Den Autor habe ich jeden Tag life, das reicht.
Wau, wau
Hannah
AGGIUNGI UNA TERZINA:
RispondiEliminaVecchio polpaccio glabro e macilento,
Che un dì fosti lanoso, irsuto e forte,
Or mi trascini fiacco, ora sei spento.
Un tempo mi portavi fino a Orte,
Che com’è noto sta vicino a Roma,
Or mi conduci massimo a La Corte.
Davvero l’epica fierezza è doma
Spezzata a terra come morto gatto
Ed assomigli sempre più a un rizoma?
Claudico lento, sembro quasi un matto
Che vaga per le vie, che va ramengo
Senza una meta; dai, facciamo un patto:
Che più mai incederem con passo mengo,
Quello che sul polpaccio il peso poggia,
Ad aggravare il mal che già io tengo.
Nessuno mi vedrà da Cuneo a Foggia,
mai più portar calzon sopra il ginocchio,
ma solo pantalon d'antica foggia
E se al tuo vello fa bene il finocchio,
Sia pur per rimirare solo un pelo,
Ne mangerò fin ch'escan fuor dell'occhio
(aggiungi qui: rime esterne con pelo, interna libera)
E se al tuo aspetto occorra porre un velo,
RispondiEliminane' monti: calze lunghe del Tirolo,
al mare: sopra le brutture un telo.
Caro ed illustre editore,
RispondiEliminacome potrai constatare di persona andandoti a leggere gli ultimi commenti del post del Capitolo 29, l'Autore in persona mi invita a chiederti ufficialmente di aprire un altro spazio dedicato agli ESERCIZI DI STILE (o "Mimesis e Mnemosyne" come avevo proposto io).
Lo faccio con questa mia, sperando di trovare, nella tua illuminata gestione, il solido appoggio che, da sempre, ci assicuri. Con viva cordialità. Pilon
io vi darei volentieri le chiavi del blog se non fosse che sono le stesse della mia mail perchè faccio faticA A STAR DIETRO ALLE TERZINE AL CONTROROMANZO AL ROOMANZO E ALLA MIMESIS PERò POTREI APRIRE UN BLOG TUTTO NUOVO E DARE LE CHIAVI A TUTTI ?
RispondiEliminaEbbè, che problema c'è se leggiamo la tua posta?
RispondiEliminaMa non è più semplice che fai come dei cassetti nell'armadio?
Il romanzo e il controromanzo vanno avanti così come sono (poi il controromanzo vedrai che tra un po' si esaurisce), mentre terzine e mimesis hanno un loro repositorio, fisso, che si aggiorna indipendentemnete quando qualcuno ha qualcosa da metterci. Se nessuno ci mette niente dentro, resta così e basta.
Vedrai che appena legge il giallo si convince a creare uno spazio apposito per gli esercizi di stile, c'è anche lui sotto mentite spoglie, se gli solletichi l'ego altro che armadio ti fa un garage
RispondiElimina(è un problema quello dell'ego comune a tutti gli scrittori di codesto blog e in generale a tutti gli scrittori e in generale a tutti e in generale a e in)
E.
L'ideale sarebbe una pagina principale con la copertina e il capitolo del giorno, poi il solito accesso ai commenti e accanto due o tre link che aprono le iniziative in corso, quindi controromanzo, terza rima ed esercizi. In questo modo non si fa confusione tra romanzo e controromanzo e soprattutto si mette in cassetti attigui gli altri prodotti senza spargerli ovunque. Si può fare?
RispondiEliminaE.
ehi dico a te!
RispondiEliminaè andato a portare Nenè
RispondiEliminanon credo abbia altro da fare, Nenè e il blog
RispondiEliminaOrdine ci vuole! Io, ad esempio, ho un ego, gigantesco, un alter ego, considerevole, e tanti altri piccoli eghi adatti ad ogni occasione (sportivo, elegante, mezza stagione ecc.). Ebbene, la sera, li ripongo ordinatamente, divisi per colore e stazza, e vado a dormire solo con quello principale che, però, essendo ingombrante, produce un fastidioso russare. Questo per dire quanto è importante l'ordine nelle cose.
RispondiEliminaP.S. se si fanno i link (links o linkes al plurale?) alle iniziative in corso, non dimentichiamo le bibliografie!
E' molto bello questo blog. Ho visto solo gli ultimi capitoli ma già mi piace anche il romanzo. Complimenti a tutti e buon divertimento. Ciao. Bibbo
RispondiEliminaP.S.: ma dov'è Nenè? E chi è Mauro? Ciocci mi è molto simpatico.
ALTRI BLOG ANNO DEI CASSETTI E SAREBBE TUTTO PIù SEMPLICE MA IN QUESTO CHE CONOSCO MALE NON LI TROVO
RispondiEliminaL'anno dei cassetti potrebbe essere il titolo di un nuovo contro contro romanzo.
RispondiEliminaHanna!!!! io non capire kvelo ke scrifi
RispondiEliminaMauro camminò quasi tutto quel giorno senza che gli accadesse nulla degno d’esser narrato, del che si disperava, perché avrebbe voluto imbattersi subito in qualcuno su cui esperimentare il valore del suo forte braccio. All’imbrunire tanto il suo ronzino che lui si ritrovarono stanchi e morti di fame; che, guardando in ogni direzione per vedere se gli riusciva di scoprire qualche castello o qualche rifugio di pastori dove ricoverarsi e dove provvedere alla sua molta fame e al suo bisogno, scorse, non lungi dalla strada che percorreva, un’osteria, e fu come se avesse visto una stella che lo guidasse non all’ingresso ma all’alta rocca della sua salvezza. Affrettò il passo e vi giunse sul far della notte.
RispondiEliminaPer caso c’erano sulla porta due giovani ragazze, di quelle che son chiamate «del mestiere». Quando lo videro si presero paura, vollero fuggire, così almeno parve a lui.
“Non fuggano le vostre grazie, né temano alcuna offesa, perché non è dato né si conviene all’ordine di cavalleria che professo farne ad alcuno, tanto meno a così nobili donzelle quali vi rivela il vostro aspetto”
“Che dici Fiordiligi, ci fa o ci è?”
“Ci è, Dorabella, ci è”
“Drôle de tête?”
“Tout à fait”
“E che si fa, che si fa, che si fa?”
“È duopo approfittarne, fingiamoci donzelle, stiamo al giuoco”
Le ragazze sorrisero equivoche, poi mossero le anche, esibirono il seno, mostrarono le labbra turgide o tumide, mi sbaglio sempre, indi scorgendo nel cavaliere profonda perplessità presero a ridere con fragore, scompisciandosi di molto. Le quali risa furono talmente fragorose che il cavaliere finì con l’adontarsi e disse loro:
“Alla bellezza si conviene il senso della misura ed è indice di grandissima stoltezza il riso che procede da lieve cagione: ma non ve lo dico per mettervi in imbarazzo o perché abbiate a nutrire rancore verso di me, ché il mio desiderio non è altro che quello di servirvi”
Tale linguaggio, incomprensibile per quelle signore, e il grottesco aspetto del nostro cavaliere accrescevano in esse il riso e in lui l’indignazione, e la cosa sarebbe andata oltre se in quel momento non fosse venuto fuori il locandiere, il quale vedendo quella figura deforme, armata di armi così scompagnate come erano la briglia, la lancia, lo scudo e il corsaletto, ci mancò poco che non si unisse alle manifestazioni d’ilarità delle ragazze. Ma in realtà, temendo tutto quell’apparecchio di attrezzi, decise di parlargli cortesemente e così gli disse:
“Se la signoria vostra, signor cavaliere, cerca alloggio, tranne il letto (perché in questa locanda non ce n’è alcuno), di tutto il resto troverà abbondanza”
“A me basta qualunque cosa, signor castellano, perché sono l’armi il mio ornamento e il pugnare il mio riposo”
“Fiordiligi ha cucinato un ottimo timballo di maccheroni, Dorabella un arrosto coi funghi e i piselli Findus”
“Cucinano le damigelle?”
“Certo, fa molto chic tra le dame, è uno status symbol come giuocare il leuto e tessere maglie all’uncinetto… cavaliere voi errate da troppi anni, non siete al passo coi tempi, dovete aggiornarvi, leggere le riviste di moda, frequentare il bel mondo”
“Cosa sono i piselli Findus?”
“Lo immaginavo… cavaliere voi ignorate le novità più importanti del nostro secolo… sapete cos’è un congelatore?”
“A naso direi un qualcosa che procura freddo, molto freddo, al punto da congelare chi si trova nei pressi, non molto utile se il fine è quello”
“Bravo, cavaliere, ci siete vicino… immaginate che nei pressi si trovi un chilo di piselli sbucciati”
“Ci si trova per caso?”
“Evidentemente no”
“Qualcuno ce li ha portati?
“Da soli non si muovono”
“Non lo sappiamo”