in copertina il manovratore dei pupi detto il Babbo
VENTICINQUE
Ho
passato due ore buone a trascrivere gli avvenimenti parigini sul
portatile e poi sono andato a letto. Ho deciso di scrivere tutto
perché non si sa mai, anche un dettaglio minimo si può rivelare
ricco di implicazioni e utile alla scienza. Però è un lavoraccio,
soprattutto è difficile ricordarsi bene i dialoghi. Fortuna che
Ciocci e Camilla parlano poco. Questa mattina ho fatto una lunga
doccia, una ricca colazione internazionale e adesso sono di nuovo al
lavoro in attesa che gli altri sian pronti per l’escursione. Voglio
scrivere il sogno di stanotte, forse c’entra qualcosa con la mia
ricerca, e poi son convinto che di notte le divinità ci mostrino in
sogno la strada da percorrere.
Ero
dentro il cucù con Adelina, ma adesso chiarisco subito le cose,
perché neanche ho iniziato e son già molto complicate. Il cucù
appeso in soggiorno era la mia Adelina, questo si sa, quindi non
avrebbe senso scrivere “ero dentro il cucù con Adelina”.
Invece nel sogno è proprio così, io e Adelina siamo umani, un uomo
e una donna, e ci troviamo dentro un orologio a cucù appeso in
soggiorno. A turno dobbiamo uscire e dire l’ora esatta, se vogliamo
anche considerazioni generali a nostra scelta. In teoria potremmo
parlare di tutto, abbiamo carta bianca, in pratica però preferiamo
argomenti filosofici a carattere esistenziale. Siccome in quel
soggiorno non c’è quasi mai nessuno ad ascoltarci, son tutti a
scuola o al lavoro, allora spesso usciamo dalla nostra casetta di
legno e diciamo battute di spirito, frasi senza capo né coda, oppure
usciamo insieme e cantiamo Là ci darem la mano.
Tutto
questo lo so già quando comincia il sogno, è una specie di
antefatto. La pellicola inizia con me e Adelina nudi nel letto.
Abbiamo appena consumato un amplesso e giaciamo beati sotto le
coperte.
“Tocca
a te, alzati”
“Ti
prego vai tu, non ne ho voglia”
“Lo
sai, tocca a te”
“Ma
devo vestirmi…”
“Anch’io”
“Ti
prego”
“Non
si può, tocca a te…esci nuda tanto non c’è nessuno”
“E
cosa dico? Non mi viene in mente niente”
“Dici
che sono le sei del pomeriggio e poi ti inventi qualcosa, vedrai che
appena sei in scena ti vengono mille idee, succede sempre così, la
presenza del pubblico provoca una scarica di adrenalina, il monologo
viene da sé”
“Ma
non c’è nessuno…”
“È
un pubblico ideale, non c’è fisicamente ma per noi attori è lì
che ascolta e giudica”
“Va
bene, allora vado”
Adelina
si prepara ad uscire, sale sulla pedana semovente e muove la leva
meccanica che la espelle dall’abitacolo.
“Sono
le ore diciotto in punto, tutto va piuttosto bene, ma io son qui nuda
e non so che dire…proprio non so che cosa dire…bè…vediamo…come
mi trovate? Bella? Brutta? Così così? Ah, ho capito, certo, mi
trovate graziosa ma un po’ piccola, certo, prima però ero come voi
e un giorno voi sarete come me, perché capita a tutti di fare il
cucù, altrimenti chi ci dice l’ora? Oggi è il
duecentocinquantesimo anniversario della pubblicazione del
fondamentale De Hydroargyro Idriensi Tentamina (1761) di
Giovanni Antonio Scopoli e con questa importante notizia vi lascio ai
vostri pensieri e torno nei miei appartamenti”
Adelina
muove la leva per tornar dentro ma il meccanismo si inceppa, lei
perde l’equilibrio e finisce di sotto. Per fortuna c’è il
divano, non si fa niente, ma è caduta dal cucù e non sa come
tornarci. In più è nuda.
“Aiuto!
Son caduta! Fai qualcosa! Tirami una corda o una ciocca!”
Apro
la finestra e la vedo disperata sul bracciolo del divano.
“Aspetta,
scendo anch’io!”
“E
come risaliamo?”
“Non
risaliamo, ce ne andiamo a spasso, poi si vedrà”
“E
l’ora esatta chi la dice?”
“Chissenefotte”
“Vabè,
poi però torniamo…portami la gonna blu, la camicetta di lino
bianca, le mutande di pizzo, il collant, le scarpe e la borsetta,
controlla che ci sia qualche soldo, voglio far shopping”
“Allora
resto su, non scendo”
“E
perché?”
“Non
vengo a far shopping”
“Ti
compro un bel maglione blu notte…”
“Mi
fanno schifo i maglioni blu notte”
“Allora
blu di Prussia, blu pavone, blu marino…”
“Mi
fanno schifo i maglioni e i colori”
“Anche
i colori? Ma sei un pittore!”
“Non
sono un pittore…sono un imbrattatele…lo sai benissimo”
“Va
bene, niente shopping, ma che facciamo?”
“Andiamo
a spasso, guardiamo il mondo, osserviamo la natura”
“È
una bella idea, a me piacciono molto i blattoidei”
“Cosa
sono?”
“Insetti”
“Che
insetti?”
“Bacarozzi”
“Quei
bestioni neri che rotolano nella merda?”
“Si”
“E
cosa ci trovi?”
“Sono
interessanti, atletici e sexy”
“Non
scendo”
Qui
finisce il sogno ed inizia un incubo. Mi trovo d’improvviso in un
aereo con una ragazza giovane, non bella, molto innamorata di me, ci
siamo appena conosciuti, è stato amore a prima vista. Solo che
l’aereo precipita, è a testa in giù, sta per schiantarsi. Per
fortuna riesco a svegliarmi prima del tragico impatto, ho il cuore a
mille, accendo la luce, mi calmo. Mi vengono subito in mente le
ultime immagini del sogno, l’aereo d’improvviso si mette a testa
in giù ma i passeggeri invece di urlare e disperarsi emettono un
suono che tradotto in parole potrebbe essere “mannaggia, peccato”.
Io stesso reagisco nel modo più assurdo, mi tappo le orecchie per
non sentire l’esplosione, i botti mi hanno sempre dato fastidio.
Prima
ho scritto che di notte gli Dei ci mostrano in sogno la strada da
percorrere, adesso aggiungo che dovrebbero essere più chiari
altrimenti non si capisce niente, si rimane perplessi. Io di questo
sogno ho capito solo che c’entra Adelina perché eravamo insieme
nel cucù e che ci sono state purtroppo incomprensioni tra di noi,
lei voleva fare la cosa che odio di più al mondo, lo shopping. In
alternativa, per venirmi incontro, avrebbe osservato i bacarozzi
perché sono interessanti, atletici e sexy. Rifletto un po’
sui bacarozzi e finalmente capisco il significato dell’incubo. La
strada da percorrere è in picchiata a testa in giù.
c'era da aspettarselo. il reo confesso dirà che, per la terza volta almeno, ha ucciso la sventurata donna in quanto odia le blatte (a cominciare dalla cacofonia del termine), nobile animale in cui la sua anima cercò, invano, rifugio dal mostro assassino.
RispondiEliminaaut ma lo sai che sei l'unico che legge il romanzo
RispondiEliminaroscia
non ero io, io sto lavorando
RispondiEliminabà
RispondiEliminasì? bè sta migliorando. ora è all'altezza diquello scritto da winston manuel reyes
RispondiEliminasi da il caso che io posso vedere la fonte dei commenti quindi con me non si scherza !!!
RispondiEliminaE allora guardati 'sta bella fonte qui!
RispondiEliminachi siete, anime dannate?
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