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sabato 31 marzo 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo quarantotto


in copertina due poeti ispirati  del ventesimo secolo



QUARANTOTTO

“Svegliati compagno, c’è Adelina al telefono”
Mi sveglio sul più bello, proprio sul più bello, corro al telefono combattuto tra la rabbia per il somnium interruptum e il senso di colpa nei confronti di Adelina, la stavo tradendo dopo un solo giorno di fidanzamento.
“Che c’è?”
“Ciocci ha fatto venire a Parigi gli amici di Ponte Sisto, Nello, Terzi, Bob e Manfredi”
“Dio mio! Perché?”
“Dice che lo aiuteranno a tirar fuori Camilla e Bertrand”
“Come?”
“Tra un paio d’ora li trasferiscono alla Conciergerie, vogliono assaltare il blindato”
“Ma è una follia, digli che è una follia!”
“L’ho detto, dice che se va male ci pensa babbo, chi è questo babbo?”
Mi prende una rabbia e una disperazione inenarrabili, vorrei far fuori Ciocci con una Colt M1911 pur di non sentir mai più la parola babbo.
“Dove ti trovi?”
“Sulla scalinata del Palazzo di Giustizia, al numero 36 del Quai des Orfèvres”
“Arrivo subito”
“Sei pazzo! Arrestano anche te!”
“Vengo in incognito, sotto mentite spoglie, mi metto i baffi finti…finti…no, niente baffi finti, al massimo baffi posticci, si posticci va bene, poi magari un cappello sulle ventitre e un paio d’occhiali alla Schubert”
“Che occhiali aveva?”
“Lenti piccole tonde, come quelle di Gramsci”
“O Cavour…non mi sembra una bella idea…ti arrestano…perché non leggi Platone?”
“Tra mezz’ora son lì”
Mi catapulto in soggiorno, chiedo al tassista di portarmi al Quai des Orfèvres, dice che sono matto, dico che è questione di vita o di morte, dice va bene compagno.
“Almeno travestiti da donna!”, fa Thérèse preoccupata.
“Da donna? Fossi matto, sono una persona seria!”
“Lo so, si vede…allora addio…ti porteremo le madeleinettes alla Conciergerie”
“Dici che i baffi posticci non bastano?”
“Certo che no, dai retta a me, vestiti da donna, ho tutto io”
Théresè mi porta una gonna verde muschio RAL 6005, una camicetta avorio chiaro RAL 1015, un reggiseno tipo push up, un paio di scarpette lucide e una borsa Fendy.
“La borsa no…se la perdo?”
“È falsa”
“Allora non la voglio”, dico seccato, poi mi scuso.
Dico a Thérèse che sono molto nervoso, che loro sono fin troppo gentili e che appena questo incubo sarà finito gli invierò una natura morta con i loro frutti preferiti e se vogliono un oggetto optional a scelta.
“Sei pittore?”, chiede mentre indosso la gonna.
“Si, dipingo nature morte”
Mi aiuta col push up, ha messo nelle coppe un bel po’ di cotone. Il problema sono le scarpe, le sue non mi stanno. Il marito dice che ne comprerà un paio della mia misura.
“E i pelazzi?”
“Li copriamo con un paio di calze da montagna”
“E la barba?”
“Ho il rasoio in macchina”
Prima di uscire mi guardo allo specchio, un disastro, anzi uno schifo, mi trovo repellente, se Adelina mi vede mi lascia di sicuro. Per fortuna c’è Thérèse, è venuta anche lei, ha portato la borsetta del trucco, dice che ci pensa lei adesso a farmi bella.
“Parti Theodore, non perdiamo tempo”, fa Thérèse.
“Theodore…è vero…non ci siamo presentati…”
“Meglio così, compagno, non voglio sapere niente, è più prudente”
Il taxi procede lesto negli stradoni anonimi della banlieue parigina, mi sono fatto la barba col rasoio elettrico di Theodore e adesso Thérèse mi sta spalmando delle creme sul viso. Thérèse…che dolce…che occhi meravigliosi…e poi ha un profumo che non saprei descrivere…non un profumo…un odore…non sarà mica Adelina?
Mi accorgo subito che l’abisso è a pochi passi, intendo dire la perdita della ragione, la pazzia. Sono partito da Roma con la testa ben salda sulle spalle e i piedi per terra, adesso mi sento sulle nuvole come la mia ex moglie Adelina, anzi peggio, come Cherubino nelle Nozze di Figaro, ma non ho più l’età, uno come me che si innamora di tutte le donne che vede di solito è considerato un vecchio porco. Però Thérèse ha qualcosa di speciale, con lei mi sento protetto, coccolato, amato, tutte cose che mi mancano da troppi anni. E Adelina? (la E è senza accento, però va bene anche con).
Bel guaio. Adelina è una meraviglia, il sole e la luna, il sole che illumina il mondo e la luna che ce lo fa amare, mio Dio come divento melenso quando m’innamoro! Però anche Thérèse…anche Lucie…Lucie…dove sarà finita? Nei meandri?
“Ecco fatto, adesso sei una gran bella gnocca”, fa Thérèse soddisfatta.
Mi guardo allo specchio, non mi riconosco.
“Un capolavoro, Thérèse, sono irriconoscibile, grazie”
“Sei pure bona”, fa Theodore guardandomi nello specchietto.
“Ricordati la voce, devi usare il falsetto, come Tony Curtis e Jack Lemmon”
“Non è necessario, non parlo”
“E se ti fanno domande?”
“Rispondo a monosillabi”
“E i documenti?”
“Li faccio rubare a Ciocci…mancano solo le scarpe”
Theodore accosta il taxi davanti a un negozio di scarpe, Thérèse entra rapida e chiede un paio di stivali da cavallerizza numero 45. Hanno solo il 44, Thérèse li prende lo stesso.
Adesso siamo arrivati al Quai des Orfèvres, esco dal taxi in preda a mille emozioni, ma prevale di gran lunga la vergogna. Sento spifferi fastidiosi che s’infilano nella gonna, proprio come a Tony Curtis e Jack Lemmon all’inizio del film, quando prendono il treno. Theodore e Thérèse mi han dato il numero dei loro cellulari, rimangono nelle vicinanze nel caso avessi bisogno di aiuto. Si sono affezionati. Mi accorgo solo ora d’essere un vero ingrato, anzi un essere schifoso, Theodore mi ha nascosto a casa sua, nutrito, aiutato ed io mi permetto di fare certi pensieri sulla moglie? Una persona da poco, un perverso assatanato, ecco cosa sono, e adesso pure travestito…già…un travestito…non c’è limite all’abiezione…sprofondo sempre più giù…un carpiato nell’abisso.

15 commenti:

  1. questo romanzo è il suo autore... (la E è con l'accento, però va bene anche senza)

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  2. copertina pietosa

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  3. ha ragione signor anonimo appena posso gliela cambio

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  4. L'anonimo dovrebbe identificarsi in qualcuno, quando si fanno critiche così gravi bisogna avere il coraggio di identificarsi, ad esempio con un personaggio del romanzo, mi sembra il minimo, e poi spiegare perché. Secondo la foto me non è pietosa, anche perché mi rappresenta con Ged, quindi pietosi saremmo noi. Vorrei tuttavia precisare che quella posa rispondeva a ragioni particolarissime che l'editore ha eliminato: sullo sfondo figurava infatti una foto che ritraeva in posa identica mia nonna Ines con Pops. Sarebbe utile poter vedere la foto completa, altrimenti sembriamo effettivamente pietosi, se non peggio, forse addirittura mona o belin.
    Ma non è questo che volevo dire: ho cucinato a pranzo tonnarelli con carciofi e zucchine, mio figlio se li è sbranati ma ha anche detto "o uno o l'altro", testuali parole. A Napoli ho mangiato da poco fettuccine con asparagi e gamberetti, una delizia. Caro Direttore, visto che sei un ottimo cuoco, potresti dire la tua opinioni su questi condimenti multipli? Che intendi per "o uno o l'altro"? Solo carciofi? Solo gamberetti? Quindi scelte precise anche nella vita? Sei contrario alla rattatuia?

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  5. Mi ero dimenticato una cosa. Cercate di non offendere Ged (dire che la foto è pietosa significa offendere l'autore della foto e il soggetto, quindi anche Ged), perché poveraccio sta passando un brutto periodo, per questo non partecipa più al blog. Il suo meccanico della barca gli sta splillando centinaia di euro senza mai salire in barca, gli dice che la barca è a posto, lui va a Stintino a provarla ed è sempre più rotta, quindi gli viene il sospetto che ci salga per roperla sempre di più. Povero Ged, cerchiamo tutti di stargli vicino. Ciao Ged, ciao caro amico di noi tutti

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  6. esta cubierta tiene una carica erotica increible, los dos chicos estan con seguridad mirando atentamente alguna cosa extremamente erotica, excitante, picazon

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  7. che siete pietosi l'ho detto io, roscia, e lo penso. penso che anche con la foto completa siate pietosi lo stesso.
    cosa vuol dire o uno o l'altro? è ovvio, nessuno dei due, un'altra cosa, it's better

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  8. Uno dei poeti ispirati dev'essere in vendita. Ha il cartellino con il prezzo. Lo compro io, se l'altro permette.

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  9. non è il prezzo, è l'altezza, 1,88

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  10. è il prezzo, un euro e ottantotto centesimi, non vale di più, l'altro costa anche meno ma non lo vuole nessuno

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  11. Lo permetto, ma per 1 euro e 88 puoi prendere anche me. In cambio ti posso far fare un giro sulla mia barca.

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  12. in quella bagnarola non ci metterei mai piede

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  13. bagnarola sei tu e tua zia

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