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domenica 18 marzo 2012

ADESSO BASTA PECORE capitolo nonsisamai



Per lungo tempo mi è capitato di addormentarmi durante gli esami, così profondamente da perdere la coscienza del luogo e del tempo in cui mi trovavo. Il viso del candidato si dissolveva ma continuavo a sentire le sue parole, come una fune alla quale mi dovevo aggrappare per non sprofondare nel buio. Poi la fune cedeva e si disfaceva in mille frammenti. Se l’argomento dell’esame era musicale, quei frammenti erano terzine, quartine, accordi, abbellimenti, trilli, gruppetti, che vorticavano dentro la mia mente, ed io dovevo concentrarmi per non farli fuggire. Ma arrivava il momento in cui una volatina scappava via rumorosamente e mi sembrava che fosse la mia anima che fuggiva e prendeva le sembianze di Mozart, di Federico II, di Corelli o di un intera orchestra d’archi. Se mentre mi addormentavo tenevo una penna fra le mani, quella penna diventavo un pennello col quale dipingevo una pera, un sasso, un corbezzolo. Poi mi rendevo conto che la tela era uno specchio ed ero io quella pera, quel sasso, quel corbezzolo.
Spesso la mia collega cercava di svegliarmi toccandomi una mano sotto la cattedra, o pestandomi un piede, e quella pressione diventava la carezza di una donna meravigliosa, la donna che avevo sempre sognato e cercato. Allora l’oggetto che stavo dipingendo, il candelabro, l’aspirapolvere, l’orologio a cucù, pur senza perdere le loro originali sembianze assorbivano lo spirito di quella presenza femminile. A un certo punto le immagini del sogno cominciavano a precipitare, come dei sali disciolti in una soluzione per effetto di una qualche reazione chimica e la realtà si rimaterializzava a poco a poco a miei sensi. Occorreva ancora del tempo perchè potessi ritrovare le coordinate in cui porre coerentemente me stesso e gli oggetti attorno a me, dovevo passare attraverso molti tentativi ed errori, vagare ancora lungo distanze di secoli e di migliaia di chilometri. Ma anche quando le cose attorno a me avevano già totalmente riconquistato il dominio dei miei sensi ed ero ridiventato completamente consapevole di dove si trovava il mio corpo e del tempo che stavo vivendo, così come restava il segno della dita sulle mie gote, ancora quel contatto restava impresso nel mio animo. Ero tutto preso dalla nostalgia della donna amata e la cosa più importante per me, il compito della mia esistenza, la vera ragione del mio futuro, era la ricerca di quell’anima meravigliosa. 

10 commenti:

  1. Prendevamo un caffè in piazza "Filetti di baccalà", traversa di Via dei Giubbonari, raccontavo di mio padre che agli esami si distraeva spesso e chiedeva poi agli studenti di ripetere meglio il concetto, poi siamo andati a fare una passeggiata nei luoghi dei miei romanzi, Ponte Sisto, Via della Pace (al numero otto ci abita Ciocci), ma vedevo Ged sempre più impaziente di tornare a casa (Ged e Roscia sono nostri ospiti per la famosa "festa delle vecchie", Ged è venuto a nuoto), mi chiedevo perché fosse così nervoso, così impaziente e stamattina ho aperto il blog e ho capito perché: voleva scrivere al più presto il suo controromanzo, aveva paura di dimenticarlo. Bellissimo. A lezione insegno che l'ispirazione non esiste, che l'opera d'arte è fatica, e invece mi sbaglio: Ged era ispirato.
    E
    (tra un po' però li sveglio, dobbiamo andare alla Banditaccia e poi dalle famosissime vecchie)

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  2. ah, ca dummeneca matina marravigliuose, me so' scietato e aggio piante e suspirate. Che parole profunne, che significate bell, che poeta autenticamente partenopeo como a Di Giacomo. Grazie Pilon di chiste emmoziuoni forte. (la traduzione è di E.)

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  3. Oggi è la famosa "Festa delle vecchiette", ricordiamocelo tutti, auguri vecchiette!

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  4. iGed: il regolamento prevede che se uno vuole mettere qualcosa su mimesis deve quantomeno scrivere alla "maniera di"
    Enrico una cosa non esclude l'altra .
    comunque ieri sera stavo quasi per prendere il treno della notte che costa poco ma mi sarei ritrovato alla stazione Termini alle sei della mattina insieme ai barboni vestito da inverno, e sarebbe cambiata la mia vita ...

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  5. che peccato che tu non l'abbia fatto!
    Roscia, in versione tenera

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  6. Una vecchia20/03/12, 02:16

    Ci siete mancati tanto, se fate un party a Trieste mi precipito. Oppure decidete quando venire e potremmo organizzare il III cenacolo dei poeti in quel di Monteleone.
    Ho anche parecchio alloro da utilizzare per le corone.

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