in copertina l'anima dell'editore
DICIANNOVE
Adesso
siamo sul volo Air France 2305 per Parigi, l’arrivo all’aeroporto
Charles De Gaulle è previsto per le 9,30. Ho con me il computer
portatile, lo porterò ovunque per documentare passo passo la mia
ricerca perché questo è un trattato, lo intitolerò Trattato
scientifico sulle peregrinazioni dell’anima, e il capitolo su
Adelina sarà il più importante perché cercherò di descrivere il
passaggio dal cucù a quello che è adesso o sarà tra poco, spero
una norvegese. Non intitolo il libro Trattato sull’anima
perché non sono così folle da credermi capace di scrivere qualcosa
di scientifico sull’origine dell’anima e soprattutto sulle sue
caratteristiche fisiche. So che ha natura volatile, aeriforme e che
si manifesta all’uscita dal suo vecchio involucro in modi
differenti a seconda del suo DNA (ma la sigla è evidentemente
sbagliata, comunque ci siamo capiti), quindi, come ho già scritto,
se è un’anima violenta lurida schifosa sarà un peto, una
disgustosa e muta flatulenza, se invece è simpatica e brillante sarà
una volatina di semibiscrome. Ma non mi azzarderei ad andare oltre
queste semplici osservazioni, quindi intendo circoscrivere il
trattato all’osservazione dei traslochi e ai criteri di scelta
della dimora.
Questo
non mi vieta di riportare alcune note essenziali, certamente ovvie,
ma utili a comprendere le diverse fasi in cui si articolerà la
ricerca. Innanzitutto, come ho detto, è aeriforme, dunque non ha una
forma definita (è quindi un fluido)
né un volume
definito, in quanto tende ad espandersi, riempiendo completamente il
recipiente che lo contiene. E quando ne esce? Riesce a mantenersi
insieme per la durata del viaggio o si disperde nell’atmosfera, si
diluisce nell’aria? Credo di poter rispondere che tende a
disperdersi ma lo fa lentamente, ha tutto il tempo di trovarsi un
altro involucro. Certo, se rimane a lungo indecisa tra una casalinga
di Pistoia (nella sua fase natale di bebè oppure adulta se ha perso
l’anima come l’abete) e un malmut alaskano, bé allora il rischio
di disperdersi c’è eccome, immagino (ma lo immagino soltanto)
l’aria che respiriamo ricca di particelle di anime disperse (da non
confondersi con le anime perse, ne parlerò più avanti).
Altro
aspetto importante, che deriva dal primo, è che in quanto fluido
l’anima è in uno stato supercritico quando si trova in condizioni
di temperatura
superiore alla temperatura
critica e di pressione superiore alla
pressione
critica. In queste condizioni le sue
proprietà sono in parte analoghe a quelle di un liquido
(ad esempio la densità)
ed in parte simili a quelle di un gas
(ad esempio la viscosità).
Lo stato supercritico può verificarsi ad una temperatura inferiore a
quella di congelamento; in tal caso anche la più piccola
perturbazione del fluido porta alla modifica del suo stato fisico da
liquido in solido. Quindi può capitare, sebbene sia raro, che
l’anima sia solida e si possa vedere ad occhio nudo. A me non è
mai capitato.
Prima
ho scritto siamo sul volo Air France perché Ciocci e Camilla
sono con me, son riuscito a convincerli e adesso sono felice come un
bambino, credo anche loro. Ciocci ha detto subito di si, gli ho
chiesto mi accompagni a Parigi? e lui ha detto si,
senza neanche chiedere quando, per quanti giorni, perché, che ci
andiamo a fare, ha detto si a scatola chiusa. Poi ho capito
perché, me l’ha detto mentre aspettavamo al check in, ha detto
comunque non avevo altra scelta, se mi porti a Parigi vuol dire
che babbo vuole così, e io mi adeguo, cos’altro posso fare? Ho
pensato povero Ciocci, è proprio matto, ma non ho detto
niente, è stato davvero gentile ad accompagnarmi, pensi pure quello
che vuole.
Camilla
ha fatto qualche storia, ha detto che deve dare ogni mattina pane
secco alle oche del laghetto, quindi proprio non può, ma l’ho
talmente pregata che alla fine ha detto di si. Chiederà a Ottieri di
sostituirla per qualche giorno, Ottieri è un barbone che vive poco
distante, di giorno sdraiato su una panchina in Viale dei Daini, di
notte sotto un lentischio in Viale dei due Sarcofagi. Era anche lui
docente universitario, ma dopo la riforma ha mollato tutto e ha
scelto la vita all’aperto. Ce ne sono molti come lui, soprattutto
delle facoltà umanistiche, prima erano solo vestiti da barboni,
jeans lisi, false Clark, maglioni sformati, volto trascurato,
andatura traballante, adesso sono barboni sul serio.
Stiamo
attraversando le alpi. Camilla parla di Ottieri, non l’ho mai vista
parlare tanto, poi capisco il motivo, ha paura dell’aereo e fa di
tutto per dimenticare d’essere a duemila metri di altezza. Per la
prima volta racconta a me e a Ciocci che ha un figlio adorabile che
la viene spesso a trovare a Villa Borghese, ma anche un marito che è
sempre stato molto affettuoso con lei. All’inizio le chiedevano di
tornare a casa, poi hanno capito le ragioni della sua scelta e ne
sono stati fieri, orgogliosi. È stata la prima docente a diventare
barbona, ha aperto la strada a molti colleghi insoddisfatti per i
quali il 3 più 2 ha ucciso l’università italiana. Non che il
vecchio ordinamento fosse rose e fiori, ma almeno era qualcosa,
adesso — così dice Camilla mentre sorvoliamo le alpi — è molto
più utile nutrire le oche del laghetto, per fortuna ci pensa
Ottieri.
Scrivo
tutto, ho deciso di scrivere tutto, ho chiesto perfino a Ciocci e
Camilla di aiutarmi, non voglio perdere neanche un dettaglio di
quello che vivremo nel nostro peregrinare alla ricerca di Adelina. Mi
hanno promesso che scriveranno anche loro, ma mi hanno chiesto cosa
devono scrivere e soprattutto perché. Ho provato a spiegarlo ma non
credo che abbiano capito. Ho detto così:
“Ieri
mattina si è rotto il cucù, cioè la mia amata Adelina, di questo
sapete già tutto. E sapete anche che le anime passano da un
involucro ormai vecchio e inutilizzabile ad uno nuovo. Siamo in
viaggio per scoprire il nuovo involucro di Adelina, in modo che possa
essergli ancora vicino, perché la amo sopra ogni cosa. Non vi
nascondo che sarei felice di trovarla nel corpo di una ballerina
norvegese, ma va bene anche la Torre Eiffel”
“E
perché proprio Parigi?”, chiede Ciocci.
“Perché
era la sua città preferita, immagino che la sua anima sia volata
subito là”
“E
come ci arriva?”
“Non
lo so, forse ce l’ho in tasca e viaggia gratis”
“E
noi cosa dobbiamo fare?”
“Stare
gentilmente con me, ho bisogno di voi, da solo mi viene il magone…e
poi dovete tenere gli occhi aperti…cerco un’anima mite e gentile,
ce ne sono poche ed è difficile scoprirle perché non si mostrano
facilmente”
“Ma
non hai detto mille volte che finiscono in un bebè?”
“Non
sempre, può capitare che trovino un involucro adulto che ha perso la
sua per gravi incompatibilità, ad esempio una ballerina norvegese
posseduta da un’anima volgare e pelosa”
“Pelosa?”
“È
solo un’immagine, l’anima è trasparente, fluida, aeriforme”
“Però
esistono di sicuro molte ballerine norvegesi stronze”, fa Ciocci.
“Si”,
devo ammettere.
“Anzi,
è probabile che le ballerine norvegesi siano quasi tutte stronze”,
insiste Ciocci.
“E
perché?”, chiedo seccato.
“È
un ipotesi che non si può escludere, teniamola presente”
“Va
bene Ciocci, teniamola presente”
L’aereo
inizia la sua discesa, Camilla chiede uno scotch whisky trasformato
in substrato fermentabile solo con sistemi enzimatici endogeni e
stagionato in botti di quercia per un periodo non inferiore a tre
anni, possibilmente in un magazzino doganale delle Highlands. La
hostess le porta un bourbon del Kentucky, Camilla se lo beve senza
discutere e ne chiede un altro.
Siamo
al Charles De Gaulle, chiudo il portatile.
Questa copertina è finora la più bella, se finirò il romanzo e qualcuno vorrà un giorno pubblicarlo non ho dubbi, sarà questa che vorrò a tutti i costi, a meno che non riuscirai a superarti. Ma sento intorno al nostro faticoso lavoro il vuoto che spesso accompagna la vita degli artisti, è già accaduto tante volte nella storia e accade oggi anche a noi. I posteri ci giudicheranno, ma un giudizio impietoso colpirà i lettori che ci han lasciato soli in questa sfida titanica.
RispondiEliminaOv'è un acciaro? un veleno dov'è?
E.
PS. Ho letto solo adesso i bei commenti di Gavino Porcu e Ged pubblicati nel capitolo 17, ed ho deciso di pagare subito la cauzione per il loro immediato rilascio. Amici miei cari, sono commosso!
RispondiEliminaE.
(per tutti gli altri vale ciò che ho scritto, nessuna pietà, tranne che per Matisse che mi sta simpatica ed è pure collega: a lei intendo dedicare dei versi composti qualche trentina d'anni fa che trascrivo nel prossimo commento)
Sonetto in lode di Giovannandrea, scultore, pittore, artista di genio, dedicato alla famosa poetessa Matisse:
RispondiEliminaVinse Cesare il Grande un mondo intero
Con numeroso essercito possente
Alessandro domò con petto ardente
E con sorte simil più d'un impero
Ma Voi che siete di Trieste il vanto
Che di scultura dominate il Regno
Oltrepassate omai l'umano ingegno
E quinci e quindi m'apparite Santo.
Amabile fanciulla avete amante
Che d'occhi, naso, labbra, tergo e petto
Essempio è di scultura nel sembiante.
Modello da scolpir, anco diletto
E di virtù da numerar sì tante
Ch'un libro ci vorria non un sonetto.
E.
A voi che siete di Trieste il vento
RispondiEliminache a 100 all'ora sfoglia copertine
confermo ancora ch'esse son divine
e ch'E. mi perdoni l'ardimento.
non posso di terzine far tenzone
RispondiEliminama mi complimento per le vostre rime
e con Gavino fuori di prigione
potremo goder di di nuove copertine
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaun raglio qui vorrei lasciare,
RispondiEliminafra tanta galantissima poesia,
solo per dir, da parte mia:
sto romanzo or pare decollare.
(era ora)
Belle, son tutte belle, io son commosso:
RispondiEliminache versi gai, che ritmo, che metro!
E dire che volevo dentro un fosso
finire i giorni miei, quel viver tetro
che dimagrar mi fece fino all'osso
sì che davanti, di fianco o di dietro
un filo parevo, sottile, non grosso
né bello com'ero: fantasima, spetro