QUARANTANOVE
Sulla
scalinata del Palazzo di Giustizia c’è Adelina che fuma nervosa.
Mi avvicino, la guardo, mi guarda, spegne la sigaretta, mi osserva di
nuovo.
“Ci
conosciamo?”, chiede imbarazzata.
“Molto
bene”, rispondo con la mia voce di basso.
“Sei
tu?”, dice allibita.
“Sono
io”
Adelina
scoppia in una risata fragorosa, la sentono anche le tinche che
nuotano nella Senna, mi tocca le tette false, anzi posticce, ride
fino alle lacrime, mi tasta il culo, dice che sono proprio una gran
figona, farò strage di poliziotti se entro dentro.
“Com’è
la situazione? Dove sono quelli?”
“A
prendere una birra Chez Maigret, dietro l’angolo, sono
armati fino ai denti”
“Già
ubriachi?”
“Credo
di si, Bob era già ciucco in aereo, Nello e Terzi appena alticci,
Manfredi completamente fuori uso. Ciocci no, non credo”
“Che
armi hanno?”
“Non
lo so, Ciocci ha svaligiato un’armeria del centro, ha nascosto
tutto dietro un cassonetto, adesso stanno discutendo il piano”
“Quindi
dobbiamo agire subito”
“Cosa
vuoi fare?”
“Una
natura morta, devo dipingere una natura morta e portarla al
commissario Maigret o chi per lui”
“Un
quadro? Ma sei impazzito?”
“No,
i miei quadri hanno effetti sorprendenti, vedrai…però bisogna fare
in fretta, quanto tempo abbiamo?”
“Non
so, han detto che li vogliono portare alla Conciergerie…a me
convince poco, non è più una prigione…”
“Chi
l’ha detto?”
“Sono
voci, dentro è pieno di giornalisti”
“Allora
son balle…in ogni caso non serve un blindato, la Conciergerie è a
due passi…puoi cercare di capir meglio dove si trovano e cosa
accadrà loro nelle prossime tre o quattro ore?”
“Ci
provo”
“Bene,
io vado a comprare la tela, i colori ad olio, un paio di pennelli e
l’essenza di trementina, ci vediamo qui tra una ventina di minuti”
Mi
avvicino per baciarla, ma lei fa un’altra risata fragorosa e mi
suona le zizze.
“Perepè”,
fa piangendo dal ridere.
E
già, se la bacio mi rovino il trucco.
Chiamo
Theodore, gli chiedo se può portarmi in un negozio di belle arti,
dice certo compagno. Non passano neanche due minuti che il suo
taxi è sotto il Quai des Orfèvres, saluto Adelina ed entro in
macchina. Chiedo a Theodore di fermarsi prima davanti a Chez
Maigret, voglio dare un’occhiata ai miei amici di Ponte Sisto.
Entro
nel pub e vedo subito i cinque ubriaconi che complottano davanti a
una caraffa di vino rosso. Mi avvicino al loro tavolo, mi siedo,
smettono di parlare, mi guardano, anzi mi spogliano con lo sguardo
quei porci.
“Sono
io”
“Io
chi mia bella damigella?”, fa Ciocci.
“Io”,
dico con timbro baritonale.
“Cacchio
sei tu!”
“Si”
“Sotto
mentite spoglie!”
“Già,
in incognito”
“Hai
tette posticce!”
“Si,
posticce”
Silenzio,
mi guardano a bocca aperta, all’inizio non sanno cosa pensare, poi
ridacchiano confusi, rimangano in attesa, aspettano che dica
qualcosa, ma io taccio severo.
“Peccato”,
dice Terzi.
“Perché?”
“Perché
una passatina l’avrei fatta, ma visto che sei tu…”
Grande
risata alcolica, poi di nuovo silenzio.
“Ascoltatemi
bene, soprattutto tu Ciocci. Camilla e Bertrand sono nei guai e
dobbiamo tirarli fuori, però dobbiamo farlo senza finirci noi,
questo mi sembra chiaro, altrimenti siamo punto e a capo, noi dentro
e loro fuori, ma più probabilmente tutti dentro e nessuno più a
cercare di farci uscire. Quindi niente assalti ai blindati, anche
perché non ci saranno blindati, vuoi perché il Palazzo di Giustizia
è a pochi passi dalla Conciergerie, vuoi perché questa non è più
una prigione, è un museo, c’è la cella di Maria Antonietta.
Allora, prima di fare sciocchezze, lasciate fare a me, ho un piano e
se funziona saremo presto tutti insieme a mangiare escargot”
“Che
piano?”, chiede Ciocci.
“Una
natura morta, voi restate qui un paio d’orette, vi terrò
informati”
“Una
natura morta?”
“Ma
si, Ciocci, la regalo al commissario, vedrai che capirà”
“Si
chiama Morcol”, fa Ciocci.
“Allora
sarà una Natura morta con assenzio e due zollette di zucchero”
Mentre
esco sento Nello ordinare tre caraffe di bordeaux. Bob recita Nina
si voi dormite.
copertina splendida, meglio della 11
RispondiEliminabella copertina, sì, ma il capitolo 50?
RispondiEliminaoggi sciopero
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