Giacomo Fontana: commissario di Pubblica Sicurezza Nicola Pirro: soprintendente di Pubblica Sicurezza Giuseppe Casula: sostituto procuratore della Repubblica Luisa Grisi Rinaldi: la vittima Riccardo Rinaldi: suo marito Marta Fresi: ricercatrice universitaria Luigi Vetrano: professore ordinario di Botanica Ercole D'Elia: proprietario terriero Tiziana D'Elia: sua moglie Salvatore Deidda: comandante dei Vigili del fuoco Chiara Deidda: sua moglie Gavino Fadda: pompiere Pietro Fontana: avvocato Bachisio Uras, detto Ferru : bandito latitante Salvatore Mereu, detto Tore: pregiudicato
1. - Su fogu...! - il grido aveva bucato la notte, spargendo un'eco di terrore ancestrale. - Su fogu...! - Dalla finestra, solo buio. Ancora l'urlo, maschile, profondo, paesano. Non c'è terrore più devastante e cieco, una maledizione affilata. Su fogu, il fuoco, l'incendio. Non sai dov'è e, se mai finirà, quando. Puoi sapere che procede verso sud-est, perché il fuoco lo accendono quando da nord-ovest soffia il maestrale. Più che un vento, un'entità tangibile, forte, rabbiosa, ma incontenibilmente allegra quando sottolinea i contorni ai monti con luce tersa e te li mette lì, a portata di braccio. E fresco, se spazza il mare vicino a terra, con raffiche isteriche che fanno sull'acqua scuri e storti corridoi, o ventagli e curve che nascono e svaniscono. Fuori, invece, subito il mare si ingrossa. Ma non fa paura perché questa luce speciale lo ammansisce, agli occhi e non alla barca, in tempestina di ex voto. Tutto gli si può dire, al maestrale, meno che assassino.
2. Albeggiava. Mentre l'enorme incendio devastava, sotto i nostri occhi impotenti, ettari di macchia mediterranea, guardavo Nicola Pirro, sovrintendente - ma lui dice "maresciallo" - lucano, sardo d'adozione, e me lo sentivo un poco somigliare. Lui stava seduto su un muro a secco, come me, e aveva pochi capelli e tanti pensieri, come me, e un termos anteguerra che teneva il caffé miracolosamente caldo, diverso da me. Le ingenti forze impegnate in quel momento nella lotta alla piaga degli incendi erano, a quanto ne sapevo: un Canadair, in cielo; in terra io, Pirro e quattro carabinieri (dei quali uno, graduato, era impegnato a seguire col braccio alzato il volo dell’aeroplano, commentando coi sottoposti). Tutte le forze di terra avevano già usufruito del caffè di Pirro e i carabinieri si erano poi leggermente defilati, rosi dallo scrupolo di aver approfittato di vettovagliamenti della PS. Diciamo che attendevamo rinforzi, su quell'avamposto elevato, un bastione granitico spoglio e delimitato da muri a secco come una santuario arcaico, illuminato da una apocalittica luce rossastra, filtrata dal calore del fuoco e già gonfia di cenere - Ecco i pompieri. Malanno! quella camionetta sale pure sugli scogli. - Vai, Nicò, a sentire cosa dicono. - Lo so cosa dicono: che non si sentono estranei all'idea di un caffè. - Andiamo insieme allora, così non si permettono. La jeep dei pompieri era ferma al margine del pia¬noro. L'uomo al volante, coi pantaloni della divisa e in maniche di camicia, aveva il volto completamente nero, ma zebrato da rivoli di sudore. Si spenzolava dallo sportello semiaperto con aria di cane ansioso, aspettando che arrivassimo a portata di voce. Pirro già pronto con termos e bicchierini di plastica, perché dice dice, ma alla fine va fiero che tutti si bevano il suo caffè . - Commissario, buongiorno. - Buongiorno a lei, Deidda. - Era il comandante dei Vigili del fuoco: un bono, come dicono le ragazzine. Un campidanese (o cagliaritano proprio, non so, comunque di giù) fresco di Gallura, per meriti di servizio. Occhi azzurri, fisico atletico, quarantacinque anni portati gratis da una ditta di trasporti. Capace di lavorare tutto il giorno tra le fiamme senza nemmeno farsi vento con la mano. - Allora? - Circoscritto prima della provinciale, a sud e a sud-est. Verso la Tanca di Li Lioni stiamo provando a fermarlo su una tagliafuoco. È un bene che siate qui. Andate subito a Cala Veronese: sul promontorio c'è una villa, dentro la villa c’è un morto. Penso che l'incendio si sia originato proprio in quel punto. Ci si arriva tagliando per i campi qui sotto, poi la costiera è quasi percorribile. Vi possono accompagnare i miei con la jeep: io vado con i carabinieri a prendere la mia macchina e vi raggiungo. Bello, conciso, efficiente. Così mi piacciono i pompieri.
All'avvocatessa Tina Tremen e p. c. a tutti gli altri lettori del blog
Che donna, che temperamento! Mi piace talmente che mi sembra di sentire il suo profumo inebriante. Non so di che Porcu stia parlando, ma se è questo che vuole sarò il suo Porcu ben volentieri. Ora scannerizzo il mio titolo, ma credo che sia meglio che glielo mandi al suo indirizzo privato, ho paura che l'editore avrebbe qualcosa da obiettare.
Il suo Nunzio
P. S. Quanto al racconto del mio assistito, chi se ne fotte, mettiamoci pure d'accordo tra avvocati. E poi, creda a me, molto meglio leggerci Su Fogu.
Il poliziesco è già scritto e finito! Io, almeno, lo ammetto!!! Quindi non ci posso inserire Mauro (malgrado vorrei) così a casaccio. Però, con un cerca/sostituisci, potrei cambiare nome ad uno dei personaggi. Ad esempio all'assassino.
Oppure potresti usare una calzamaglia come arma del delitto. Con una calzamaglia ci puoi fare un po' di tutto: appiccare il fuoco, strangolare la vittima, usarla come fionda per lanciare un proiettile, infilarla sul capo per mantenere l'incognito, soffocare la vittima infilandogliela in bocca, ma anche, con un po' di fantasia, usarla in una scena di violenza carnale, soprattutto se il violentatore è un pastore sardo barabaricino particolarmente dotato. Al posto del panforte poi ti do il permesso di mettere il pan'e saba.
Caro Nunzio, mio poderoso stallone, nella foga non ci siamo scambiati il numero di cellulare, così ti scrivo qui sperando che nessuno se ne accorga, soprattutto i nostri clienti. Un sisma di magnitudo 10, uno tzunami, ecco cosa sei, come diciamo in Emilia "hai un toro nelle mutande", puttanaeva, vorrei scaricare il fuoco che mi hai messo addosso con una calzamaglia, usarla per strangolare una vittima, o come fionda per lanciare un proiettile, oppure infilarla sul capo per mantenere l'incognito, soffocare la vittima infilandogliela in bocca, ma anche, con un po' di fantasia, usarla in una scena di violenza. tua Tina
Aiuto. Qualcuno mi dica come posso fare a scaricare questa Tina. Mi eccitava quando faceva la sostenuta, ma adesso mi sembra una vecchia zitellona arrapata.
Cara Tina, frena ancora per un po' la tua smania d'amore. Non c'è bisogno dei numeri di cellulare, ho il tuo indirizzo (Via dell'Acqua Ragia 1, 1412 Ral). Sarò lì tra pochi minuti con la calzamaglia e il pan'e saba. Lascia le chiavi sotto lo zerbino e fatti trovare già pronta sotto le lenzuola
3.La jeep attraversò i campi a tutto gas, quasi fossero stati una strada statale del continente, come dicono qui, e poi si arrampicò sgommando per i tornanti che portavano al promontorio di Cala Veronese. L’autista volgeva ogni tanto uno sguardo ironico verso di me, si vedeva che voleva impressionarmi. Io riuscii a stento a trattenere il caffè di Pirro che si agitava tra stomaco ed esofago e a mantenere, nonostante il terrore, un’espressione dignitosa e indifferente. Oltre il caffè c’era però qualcos’altro che non trovava il suo giusto posto dentro di me e che aveva a che fare con le parole di Deidda. Quando arrivammo in cima al promontorio capii che non quagliava che il maestrale soffiasse da terra e che l’incendio fosse partito proprio da quella casa affacciata sul mare. Il Canadair era già passato sulla zona e l’incendio lì era spento. La casa era annerita e fumante. - Non si preoccupi, commissario, il fuoco qui è stato spento dopo pochi minuti, la casa non ha subito danni strutturali, ci si può entrare senza problemi. All’entrata del vialetto di ingresso su un cartello ancora fumante si riusciva ancora a leggere “Via dell’Acqua Ragia”.
4. Sulla porta d’ingresso una targa d’ottone: “Avvocato Tina Tremen”, ne avevo sentito parlare come uno (anzi una), degli avvocati più in voga della costa, legale di politici e personaggi dell’alta finanza. - Venga commissario, è qua, nella camera da letto. La camera era devastata dal fuoco e ancora di più dall’intervento dei pompieri. Fango d’acqua e cenere, tende stracciate, vetri in frantumi. Un letto sconvolto si ergeva al centro della stanza sopra un enorme ceppo di tronco fossile. Intrecciato alle lenzuole zuppe d'acqua e nere di fuliggine, un corpo nudo, sfatto, di una donna matura. Il viso era incappucciato da una metà di una calzamaglia nera, l’altra metà era stretta più volte attorno al suo collo. Altre calzamaglie giacevano qua e là per la stanza.
5. Il letto era cosparso di briciole nerastre. Gavino Fadda, il pompiere, prima che lo potessi bloccare, ne portò una manciata vicino al naso e disse: - Non c'è dubbio, è proprio pan'e saba.
Ahimè, compagni, animulae vagulae blandulae, senza il Babbo, cioè l'Editore, siamo perduti. Se lo Scultore non le plasma, non le ordina, non dà loro una forma e un senso, le nostre sono destinate a restare chiacchiere vane, meno ancora, numeri casuali di un file, stati elettronici effimeri in un supporto magnetico. Siamo fantasmi, larve, siamo ridotti a spagnoli senza anima nè corpo.
Perciò vi invito a pregare tutti insieme:
Babbo nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Blog, sia fatta la tua volontà, così in cielo come in terra, dacci oggi la nostra copertina quotidiana, critica i nostri commenti come noi li critichiamo agli altri lettori. Non ci indurre in tentazione (di fare un altro blog) ma liberaci da ...(omissis) ...
Siamo Roscia e Pilon in soggiorno e Gede in anticamera, riuniti pressochè plenariamente a Sassari. Dopo lunga, attenta, articolata e documentata discussione, abbiamo preso all'unanimità la seguente delibera: l'editore deve ricominciare a pubblicare bene bene i capitoli mettendoci le copertine e tutto l'impegno che si vedeva prima. Altrimenti i precedenti soggetti si aprono un blog da se stessi, che se la ballano e se la cantano e se la suonano, senza dipendere da nessuno con la conseguenza pure, che l'editore viene messo a spam. Essendo la delibera all'unanimità e essendo noi la maggioranza dei lettori del blog la supposta diventa immediatamente esecutiva. Detto fatto firmato e sottoscritto in Sassari, Via Amendola chetusei, Pilon, Ged, Roscia
bisogna che io riceva tutto in duplice copia come faceva enrico, con le scadenze, i numeri precisi dei capitoli l'autore la sua biografia ecc.. e dopo io faccio, ma dal casino non nasce niente, dal letame nascono i fiori!
forse si potrebbe ricominciare con "Adesso altre pecore", dal primo capitolo, con nuove copertine, e poi quando è di nuovo finito si ricomincia da capo e così in eterno, per sempre, sarebbe un esperimento singolare
5. Il commissario sfilò la calzamaglia nera ed apparve il volto sfigurato di una donna molto anziana, sull'ottantina. "Non è Tina Tremen, è la suocera, Angela Colofonia" "Quindi la principale indiziata è la Tremen" "Non c'è dubbio, le suocere si vorrebbero morte, è un topos, cerchiamola, presto" La cercano negli armadi, nei cassetti, nel WC, ma non c'è, Tina Tremen non c'è. Dove sarà mai?
Su fogu (L'incendio)
RispondiEliminaRomanzo giallo
di Pilon (quello vero)
Personaggi principali
Giacomo Fontana: commissario di Pubblica Sicurezza
Nicola Pirro: soprintendente di Pubblica Sicurezza
Giuseppe Casula: sostituto procuratore della Repubblica
Luisa Grisi Rinaldi: la vittima
Riccardo Rinaldi: suo marito
Marta Fresi: ricercatrice universitaria
Luigi Vetrano: professore ordinario di Botanica
Ercole D'Elia: proprietario terriero
Tiziana D'Elia: sua moglie
Salvatore Deidda: comandante dei Vigili del fuoco
Chiara Deidda: sua moglie
Gavino Fadda: pompiere
Pietro Fontana: avvocato
Bachisio Uras, detto Ferru : bandito latitante
Salvatore Mereu, detto Tore: pregiudicato
1. - Su fogu...! - il grido aveva bucato la notte, spargendo un'eco di terrore ancestrale. - Su fogu...! - Dalla finestra, solo buio. Ancora l'urlo, maschile, profondo, paesano.
Non c'è terrore più devastante e cieco, una maledizione affilata. Su fogu, il fuoco, l'incendio. Non sai dov'è e, se mai finirà, quando. Puoi sapere che procede verso sud-est, perché il fuoco lo accendono quando da nord-ovest soffia il maestrale. Più che un vento, un'entità tangibile, forte, rabbiosa, ma incontenibilmente allegra quando sottolinea i contorni ai monti con luce tersa e te li mette lì, a portata di braccio. E fresco, se spazza il mare vicino a terra, con raffiche isteriche che fanno sull'acqua scuri e storti corridoi, o ventagli e curve che nascono e svaniscono. Fuori, invece, subito il mare si ingrossa. Ma non fa paura perché questa luce speciale lo ammansisce, agli occhi e non alla barca, in tempestina di ex voto. Tutto gli si può dire, al maestrale, meno che assassino.
2. Albeggiava. Mentre l'enorme incendio devastava, sotto i nostri occhi impotenti, ettari di macchia mediterranea, guardavo Nicola Pirro, sovrintendente - ma lui dice "maresciallo" - lucano, sardo d'adozione, e me lo sentivo un poco somigliare. Lui stava seduto su un muro a secco, come me, e aveva pochi capelli e tanti pensieri, come me, e un termos anteguerra che teneva il caffé miracolosamente caldo, diverso da me.
RispondiEliminaLe ingenti forze impegnate in quel momento nella lotta alla piaga degli incendi erano, a quanto ne sapevo: un Canadair, in cielo; in terra io, Pirro e quattro carabinieri (dei quali uno, graduato, era impegnato a seguire col braccio alzato il volo dell’aeroplano, commentando coi sottoposti). Tutte le forze di terra avevano già usufruito del caffè di Pirro e i carabinieri si erano poi leggermente defilati, rosi dallo scrupolo di aver approfittato di vettovagliamenti della PS. Diciamo che attendevamo rinforzi, su quell'avamposto elevato, un bastione granitico spoglio e delimitato da muri a secco come una santuario arcaico, illuminato da una apocalittica luce rossastra, filtrata dal calore del fuoco e già gonfia di cenere
- Ecco i pompieri. Malanno! quella camionetta sale pure sugli scogli.
- Vai, Nicò, a sentire cosa dicono.
- Lo so cosa dicono: che non si sentono estranei all'idea di un caffè.
- Andiamo insieme allora, così non si permettono.
La jeep dei pompieri era ferma al margine del pia¬noro. L'uomo al volante, coi pantaloni della divisa e in maniche di camicia, aveva il volto completamente nero, ma zebrato da rivoli di sudore. Si spenzolava dallo sportello semiaperto con aria di cane ansioso, aspettando che arrivassimo a portata di voce. Pirro già pronto con termos e bicchierini di plastica, perché dice dice, ma alla fine va fiero che tutti si bevano il suo caffè .
- Commissario, buongiorno.
- Buongiorno a lei, Deidda. - Era il comandante dei Vigili del fuoco: un bono, come dicono le ragazzine. Un campidanese (o cagliaritano proprio, non so, comunque di giù) fresco di Gallura, per meriti di servizio. Occhi azzurri, fisico atletico, quarantacinque anni portati gratis da una ditta di trasporti. Capace di lavorare tutto il giorno tra le fiamme senza nemmeno farsi vento con la mano.
- Allora?
- Circoscritto prima della provinciale, a sud e a sud-est. Verso la Tanca di Li Lioni stiamo provando a fermarlo su una tagliafuoco. È un bene che siate qui. Andate subito a Cala Veronese: sul promontorio c'è una villa, dentro la villa c’è un morto. Penso che l'incendio si sia originato proprio in quel punto. Ci si arriva tagliando per i campi qui sotto, poi la costiera è quasi percorribile. Vi possono accompagnare i miei con la jeep: io vado con i carabinieri a prendere la mia macchina e vi raggiungo.
Bello, conciso, efficiente. Così mi piacciono i pompieri.
CONTIUNA (se volete)
a me i pompieri piaciono quasi tutti
EliminaAll'avvocatessa Tina Tremen e p. c. a tutti gli altri lettori del blog
RispondiEliminaChe donna, che temperamento! Mi piace talmente che mi sembra di sentire il suo profumo inebriante. Non so di che Porcu stia parlando, ma se è questo che vuole sarò il suo Porcu ben volentieri. Ora scannerizzo il mio titolo, ma credo che sia meglio che glielo mandi al suo indirizzo privato, ho paura che l'editore avrebbe qualcosa da obiettare.
Il suo Nunzio
P. S. Quanto al racconto del mio assistito, chi se ne fotte, mettiamoci pure d'accordo tra avvocati. E poi, creda a me, molto meglio leggerci Su Fogu.
Ah cedo, ahimé, il sento
RispondiEliminaT.T.
Non vedo tra i personaggi del poliziesco un Mauro, si potrebbe averlo?
RispondiEliminaIl poliziesco è già scritto e finito! Io, almeno, lo ammetto!!! Quindi non ci posso inserire Mauro (malgrado vorrei) così a casaccio. Però, con un cerca/sostituisci, potrei cambiare nome ad uno dei personaggi. Ad esempio all'assassino.
RispondiEliminaOppure potresti usare una calzamaglia come arma del delitto. Con una calzamaglia ci puoi fare un po' di tutto: appiccare il fuoco, strangolare la vittima, usarla come fionda per lanciare un proiettile, infilarla sul capo per mantenere l'incognito, soffocare la vittima infilandogliela in bocca, ma anche, con un po' di fantasia, usarla in una scena di violenza carnale, soprattutto se il violentatore è un pastore sardo barabaricino particolarmente dotato.
RispondiEliminaAl posto del panforte poi ti do il permesso di mettere il pan'e saba.
Caro Nunzio,
RispondiEliminamio poderoso stallone, nella foga non ci siamo scambiati il numero di cellulare, così ti scrivo qui sperando che nessuno se ne accorga, soprattutto i nostri clienti. Un sisma di magnitudo 10, uno tzunami, ecco cosa sei, come diciamo in Emilia "hai un toro nelle mutande", puttanaeva, vorrei scaricare il fuoco che mi hai messo addosso con una calzamaglia, usarla per strangolare una vittima, o come fionda per lanciare un proiettile, oppure infilarla sul capo per mantenere l'incognito, soffocare la vittima infilandogliela in bocca, ma anche, con un po' di fantasia, usarla in una scena di violenza.
tua Tina
el comandante del cuerpo de bomberos tiene una carga erótica increíble
RispondiEliminaManuelita
Anche a me piace il giallo, cosa si vince se si indovina l'assassino?
RispondiEliminaUn viaggio in Spagna a conoscere i nuovi amici?
Aiuto. Qualcuno mi dica come posso fare a scaricare questa Tina. Mi eccitava quando faceva la sostenuta, ma adesso mi sembra una vecchia zitellona arrapata.
RispondiEliminaAvv. Zunnio Astopolico
Cara Tina, frena ancora per un po' la tua smania d'amore. Non c'è bisogno dei numeri di cellulare, ho il tuo indirizzo (Via dell'Acqua Ragia 1, 1412 Ral). Sarò lì tra pochi minuti con la calzamaglia e il pan'e saba. Lascia le chiavi sotto lo zerbino e fatti trovare già pronta sotto le lenzuola
RispondiEliminaTuo Nunzio (Porcu)
3.La jeep attraversò i campi a tutto gas, quasi fossero stati una strada statale del continente, come dicono qui, e poi si arrampicò sgommando per i tornanti che portavano al promontorio di Cala Veronese. L’autista volgeva ogni tanto uno sguardo ironico verso di me, si vedeva che voleva impressionarmi. Io riuscii a stento a trattenere il caffè di Pirro che si agitava tra stomaco ed esofago e a mantenere, nonostante il terrore, un’espressione dignitosa e indifferente. Oltre il caffè c’era però qualcos’altro che non trovava il suo giusto posto dentro di me e che aveva a che fare con le parole di Deidda. Quando arrivammo in cima al promontorio capii che non quagliava che il maestrale soffiasse da terra e che l’incendio fosse partito proprio da quella casa affacciata sul mare.
RispondiEliminaIl Canadair era già passato sulla zona e l’incendio lì era spento. La casa era annerita e fumante.
- Non si preoccupi, commissario, il fuoco qui è stato spento dopo pochi minuti, la casa non ha subito danni strutturali, ci si può entrare senza problemi.
All’entrata del vialetto di ingresso su un cartello ancora fumante si riusciva ancora a leggere “Via dell’Acqua Ragia”.
scusa pilon, puoi mettere direttamente e solamente le parti con la paleobotanica?
RispondiEliminaAnonimo
4. Sulla porta d’ingresso una targa d’ottone: “Avvocato Tina Tremen”, ne avevo sentito parlare come uno (anzi una), degli avvocati più in voga della costa, legale di politici e personaggi dell’alta finanza.
RispondiElimina- Venga commissario, è qua, nella camera da letto.
La camera era devastata dal fuoco e ancora di più dall’intervento dei pompieri. Fango d’acqua e cenere, tende stracciate, vetri in frantumi. Un letto sconvolto si ergeva al centro della stanza sopra un enorme ceppo di tronco fossile. Intrecciato alle lenzuole zuppe d'acqua e nere di fuliggine, un corpo nudo, sfatto, di una donna matura. Il viso era incappucciato da una metà di una calzamaglia nera, l’altra metà era stretta più volte attorno al suo collo. Altre calzamaglie giacevano qua e là per la stanza.
5. Il letto era cosparso di briciole nerastre. Gavino Fadda, il pompiere, prima che lo potessi bloccare, ne portò una manciata vicino al naso e disse: - Non c'è dubbio, è proprio pan'e saba.
RispondiEliminapresto il 6, il 7, l'8, insomma vai avanti, è un giallo avvincente, sarà stato Nunzio Apostolico?
RispondiEliminaè vero, è un giallo proprio avvincente
RispondiEliminaAvv. Incente
bè però invece di provocare un incindio la potevano avvelenare
RispondiEliminaAvv. Elena Re
incredibile, è come il dopo Natale. Sono passati solo due giorni e nessuno si ricorda più di adesso altre pecore
RispondiEliminaRoscia
Per forza, il giallo è molto più ingegnoso
RispondiEliminaIng. Egnoso
quand'è che abbandonate questo post?
RispondiEliminao devo chiedere un'ingiunzione di sgombero?
Avv. Vito Tore
ma a noi ci piace stare qui!!!
RispondiEliminaDott. Rina Cristiana
Ahimè, compagni, animulae vagulae blandulae, senza il Babbo, cioè l'Editore, siamo perduti. Se lo Scultore non le plasma, non le ordina, non dà loro una forma e un senso, le nostre sono destinate a restare chiacchiere vane, meno ancora, numeri casuali di un file, stati elettronici effimeri in un supporto magnetico.
RispondiEliminaSiamo fantasmi, larve, siamo ridotti a spagnoli senza anima nè corpo.
Perciò vi invito a pregare tutti insieme:
Babbo nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo Nome,
venga il tuo Blog,
sia fatta la tua volontà,
così in cielo come in terra,
dacci oggi la nostra copertina quotidiana,
critica i nostri commenti
come noi li critichiamo agli altri lettori.
Non ci indurre in tentazione (di fare un altro blog)
ma liberaci da ...(omissis) ...
Siamo Roscia e Pilon in soggiorno e Gede in anticamera, riuniti pressochè plenariamente a Sassari. Dopo lunga, attenta, articolata e documentata discussione, abbiamo preso all'unanimità la seguente delibera: l'editore deve ricominciare a pubblicare bene bene i capitoli mettendoci le copertine e tutto l'impegno che si vedeva prima. Altrimenti i precedenti soggetti si aprono un blog da se stessi, che se la ballano e se la cantano e se la suonano, senza dipendere da nessuno con la conseguenza pure, che l'editore viene messo a spam. Essendo la delibera all'unanimità e essendo noi la maggioranza dei lettori del blog la supposta diventa immediatamente esecutiva. Detto fatto firmato e sottoscritto in Sassari, Via Amendola chetusei, Pilon, Ged, Roscia
RispondiEliminaEnrico ma anche da voi hanno rimandato la VQR? Noi siamo disperati, ma siamo gli unici che non ce ne frega niente?
RispondiEliminaChe simpatici che siete, senza di voi il blog sarebbe stato un fallimento, siete i miei migliori amici, vi voglio bene
RispondiEliminaEmilia
Ooops una mia omonima anonima, che simpatici che siete
Eliminaposso testimiaoare che la dichiarazione è stata effettuata sul divano nel quale stavo beatamente dormendo punto virgola punto esclamativo.
RispondiEliminaMel Cat
miao miao
RispondiEliminabisogna che io riceva tutto in duplice copia come faceva enrico, con le scadenze, i numeri precisi dei capitoli l'autore la sua biografia ecc.. e dopo io faccio, ma dal casino non nasce niente, dal letame nascono i fiori!
RispondiEliminame gusta l'editor
Eliminame gustas tu
forse si potrebbe ricominciare con "Adesso altre pecore", dal primo capitolo, con nuove copertine, e poi quando è di nuovo finito si ricomincia da capo e così in eterno, per sempre, sarebbe un esperimento singolare
RispondiElimina5. Il commissario sfilò la calzamaglia nera ed apparve il volto sfigurato di una donna molto anziana, sull'ottantina.
RispondiElimina"Non è Tina Tremen, è la suocera, Angela Colofonia"
"Quindi la principale indiziata è la Tremen"
"Non c'è dubbio, le suocere si vorrebbero morte, è un topos, cerchiamola, presto"
La cercano negli armadi, nei cassetti, nel WC, ma non c'è, Tina Tremen non c'è. Dove sarà mai?
cosa ci fa qui il capitolo 5?????
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