CINQUANTASETTE
“E
tu ci credi?”
“A
cosa?”
“A
quella roba delle anime”
“Certo,
però non è che ci credo, lo so”
“E
come fai a saperlo”
“Esperienza
personale”
“Sarebbe?”
“Ricordo
cosa ero prima, l’ho pure scritto”
“?”
“Ricordo
le mie vite passate e le ho tutte descritte in un libro, un trattato
sulle anime migranti, ci sarai pure tu”
“?”
“Se
vuoi ti tolgo”
“?”
“Va
bene, ti tolgo, non sono neanche sicuro che sei la stessa di prima”
Adelina
mi guarda preoccupata, forse già si pente di avermi sposato, devo
evitare questi discorsi altrimenti già domani comincerò a
tormentarmi col noto problema di Parenzo, perché non m’ami più?
“Eddai,
Adelina, scherzavo!”
“Mi
hai fatto prendere un colpo…sembravi serio…”
“È
solo il nostro gioco a Ponte Sisto, ognuno a turno dice cosa sarà
nella prossima vita, è molto divertente, se vuoi lo facciamo”
“Adesso?”
“A
Roma, quando tornano Camilla e gli altri”
“Come
si gioca?”
“Il
gioco s’intitola cosa saremo, se vuoi ti racconto cosa ha
detto Nello l’ultima volta”
“Cos’ha
detto?”
“Sarà
un novello Picasso, avrà già prodotto i suoi capolavori,
attraversato tutte le fasi cromatiche della sua carriera e adesso
vive di rendita, va avanti a cedole milionarie senza muovere un
pennello. Ma non rilascia interviste, su questo Nello è molto fermo,
non intende rilasciare interviste. Quando Nello ci racconta cosa sarà
nella prossima vita prima dice questa storia dell’artista ormai
ricchissimo e poi subito che non rilascia interviste. Anzi sembra che
la storia del genio del ventunesimo secolo sia solo un dettaglio per
arrivare al sodo, alla cosa che più gli interessa, ossia che non
intende rilasciare interviste”
“E
Terzi?”
“Terzi
si accontenta di fare il proprietario di un agriturismo in Toscana,
uno splendido casale ocra con davanti le dolci colline dipinte dagli
artisti e cantate dai poeti, dietro l’orto e le galline e dentro…e
qui Terzi si eccita e arriva al punto, dentro ci sono cameriere sexy
che quando si piegano per raccogliere qualcosa si vede tutto, proprio
tutto, e si piegano continuamente, appena lui passa, non fanno che
piegarsi. Bob gli chiede e dopo? nel senso di vabbè, si
piegano, ho capito, ma dopo tu che fai? Terzi non risponde, ci
lascia nel dubbio. Secondo Camilla gli basta che si pieghino, il
resto non gli interessa, Manfredi è convinto che a furia di vederle
piegate gli succede come all’abete che diventa maestro di sci,
perché all’amor non si comanda, omnia vincit amor. Non dice
proprio così, traduco e ingentilisco le sue espressioni
irripetibili”
“L’abete
che diventa maestro di sci?”
“E
la storia che racconto io, piace moltissimo ai miei amici”
“E
com’è?”
“Faccio
finta d’essere uno sciatore che si sfracella contro un abete e poi
ci va ad abitare, intendo l’anima naturalmente, visto che
nell’abete non c’è nessuno, l’anima precedente a furia di
vedere sciatrici strafiche e culetti che ancheggiano era dovuta
uscire, ormai folle di desiderio, ed entrare in un maestro di sci
abbronzato mandando a ramengo quella che ci albergava. Il maestro
aveva preso lo skylift con la prima sciatrice che saliva consumando
un amplesso tra i primi due piloni dell’impianto di risalita. Qui
gli amici di Ponte Sisto sono già per terra a ridere, ma io non mi
accontento e aggiungo che quel maestro e quella sciatrice avevano
deciso di comune accordo di provare su tutti gli impianti di risalita
della val Pusteria, seggiovie da uno a quattro posti, funicolari
terrestri, cabinovie bifuni e trifuni, seggiovie a morse fisse,
ovovie, e poi non ancora soddisfatti avevano rubato un gatto
battineve Pistenbully Paana facendoci sesso tutta la notte”
“Dio
mio…allora sei matto sul serio…cosa ho fatto?”
“È
per ridere…”
“Si,
va bene, però…”
“Però
cosa?”
“Quando
la fantasia galoppa così veloce c’è qualcosa che non va”
“C’era
qualcosa che non andava, è vero, adesso ci sei tu. La fantasia
galoppa se c’è un vuoto nella realtà, infatti gli scrittori sono
tutti infelici, anche quelli che scrivono cose allegre, comiche,
spensierate, anzi soprattutto loro”
“Che
ne sai? Scrivi cose comiche e spensierate?”
“No,
ma le penso, poi le racconto, soprattutto le sogno”
“Non
è lo stesso”
“Invece
si, l’unica differenza è che poi non le scrivo”
“Tutti
facciamo sogni strani”
“Io
di più”
“Raccontami
l’ultimo sogno che hai fatto”
“Ero
un turista che entra in un emporio di Parenzo e chiede del baccalà”
“E
cosa c’è di strano?”
“Che
dal retrobottega vien fuori l’abate Faria e mi dice Edmond, sei
tu?”
“Edmond
Dantès?”
“Si”
“E
poi?”
“Poi
nulla, mi sono svegliato”
“Non
mi sembra così strano”
“I
sogni quando li racconti perdono tutta la loro follia…colpa delle
parole, rovinano tutto”
“Proprio
vero, capita lo stesso se racconti la trama di un film o di un
romanzo”
“Tu
sogni mai ad occhi aperti?”
“No,
non so, che intendi?”
“Che
vedi un’immagine dentro la testa e poi la sviluppi in una storia, a
me capita spesso”
“Quando?”
“Sotto
la doccia, sdraiato sul letto, in bici, sempre”
“E
cosa sogni?”
“Tutto,
basta che dal pensiero si sviluppi un’idea e che l’idea generi
un’immagine, poi parto al galoppo e mi sorprendo io stesso delle
coglionerie che escono fuori, agenzie immobiliari che cercano di
soddisfare le anime insoddisfatte, uffici pieni zeppi di anime che
borbottano seccate…poi il dialogo: «Mi avevate assicurato che era
un tipo sportivo, atletico, amante della natura, e invece sta tutto
il tempo a guardare l’opera omnia di Walker Texas Ranger, 203
episodi, appena li finisce ricomincia dal primo»”
“Quello
andato in onda su CBS il 21 aprile 1993?”
“Si,
proprio quello, l’hai visto?”
“Certo
li conosco a memoria”
“Adelina…”
“Che
c’è?”
“Mi
fai paura”
“Perché”
“Quel
dialogo faceva proprio così, le stesse parole…”
“Una
coincidenza…ecco, atterriamo…se va male voglio diventare una
copia dell’edizione originale di El ingegnoso Hidalgo Don
Quijote de la Mancha”
“Io,
ormai guarito dall’ambizione grazie al ricordo dei travagli
passati, andrò in giro per parecchio tempo a cercare la vita di uno
sfaccendato qualsiasi, e a fatica ne troverò una che giaceva in un
canto ed era stata trascurata dagli altri. Quando l’avrò vista
dirò che avrei fatto lo stesso anche se fossi stato sorteggiato per
primo”
ormai è virtuosismo, bellissima cubierta
RispondiEliminaCiao belli,
RispondiEliminail pallone si è rigonfiato, bravo Ged, tutto merito tuo, dei tuoi versi immortali e di Roscia. Quanto vi voglio bene! Comunque la problematica della natura e dell'origine del capitalismo era largamente dibattuto nella cultura tedesca degli ultimi anni dell'Ottocento, soprattutto a partire da Marx. Erano stati da poco pubblicati da Engels il secondo e il terzo libro de Il Capitale di Marx, e le teorie marxiste cominciavano a essere considerate con molta attenzione da economisti e storici, sia per confutarle, sia per avvalorarle. Max Weber giungeva all'analisi del capitalismo moderno dall'analisi del capitalismo antico, che era stato oggetto dei suoi studi di economia politica.
Ci siamo?
La copertina risente ovviamente del pensiero economico-politico del primo Weber.
Hannah