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lunedì 9 aprile 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo cinquantasettte


 CINQUANTASETTE

“E tu ci credi?”
“A cosa?”
“A quella roba delle anime”
“Certo, però non è che ci credo, lo so”
“E come fai a saperlo”
“Esperienza personale”
“Sarebbe?”
“Ricordo cosa ero prima, l’ho pure scritto”
“?”
“Ricordo le mie vite passate e le ho tutte descritte in un libro, un trattato sulle anime migranti, ci sarai pure tu”
“?”
“Se vuoi ti tolgo”
“?”
“Va bene, ti tolgo, non sono neanche sicuro che sei la stessa di prima”
Adelina mi guarda preoccupata, forse già si pente di avermi sposato, devo evitare questi discorsi altrimenti già domani comincerò a tormentarmi col noto problema di Parenzo, perché non m’ami più?
“Eddai, Adelina, scherzavo!”
“Mi hai fatto prendere un colpo…sembravi serio…”
“È solo il nostro gioco a Ponte Sisto, ognuno a turno dice cosa sarà nella prossima vita, è molto divertente, se vuoi lo facciamo”
“Adesso?”
“A Roma, quando tornano Camilla e gli altri”
“Come si gioca?”
“Il gioco s’intitola cosa saremo, se vuoi ti racconto cosa ha detto Nello l’ultima volta”
“Cos’ha detto?”
“Sarà un novello Picasso, avrà già prodotto i suoi capolavori, attraversato tutte le fasi cromatiche della sua carriera e adesso vive di rendita, va avanti a cedole milionarie senza muovere un pennello. Ma non rilascia interviste, su questo Nello è molto fermo, non intende rilasciare interviste. Quando Nello ci racconta cosa sarà nella prossima vita prima dice questa storia dell’artista ormai ricchissimo e poi subito che non rilascia interviste. Anzi sembra che la storia del genio del ventunesimo secolo sia solo un dettaglio per arrivare al sodo, alla cosa che più gli interessa, ossia che non intende rilasciare interviste”
“E Terzi?”
“Terzi si accontenta di fare il proprietario di un agriturismo in Toscana, uno splendido casale ocra con davanti le dolci colline dipinte dagli artisti e cantate dai poeti, dietro l’orto e le galline e dentro…e qui Terzi si eccita e arriva al punto, dentro ci sono cameriere sexy che quando si piegano per raccogliere qualcosa si vede tutto, proprio tutto, e si piegano continuamente, appena lui passa, non fanno che piegarsi. Bob gli chiede e dopo? nel senso di vabbè, si piegano, ho capito, ma dopo tu che fai? Terzi non risponde, ci lascia nel dubbio. Secondo Camilla gli basta che si pieghino, il resto non gli interessa, Manfredi è convinto che a furia di vederle piegate gli succede come all’abete che diventa maestro di sci, perché all’amor non si comanda, omnia vincit amor. Non dice proprio così, traduco e ingentilisco le sue espressioni irripetibili”
“L’abete che diventa maestro di sci?”
“E la storia che racconto io, piace moltissimo ai miei amici”
“E com’è?”
“Faccio finta d’essere uno sciatore che si sfracella contro un abete e poi ci va ad abitare, intendo l’anima naturalmente, visto che nell’abete non c’è nessuno, l’anima precedente a furia di vedere sciatrici strafiche e culetti che ancheggiano era dovuta uscire, ormai folle di desiderio, ed entrare in un maestro di sci abbronzato mandando a ramengo quella che ci albergava. Il maestro aveva preso lo skylift con la prima sciatrice che saliva consumando un amplesso tra i primi due piloni dell’impianto di risalita. Qui gli amici di Ponte Sisto sono già per terra a ridere, ma io non mi accontento e aggiungo che quel maestro e quella sciatrice avevano deciso di comune accordo di provare su tutti gli impianti di risalita della val Pusteria, seggiovie da uno a quattro posti, funicolari terrestri, cabinovie bifuni e trifuni, seggiovie a morse fisse, ovovie, e poi non ancora soddisfatti avevano rubato un gatto battineve Pistenbully Paana facendoci sesso tutta la notte”
“Dio mio…allora sei matto sul serio…cosa ho fatto?”
“È per ridere…”
“Si, va bene, però…”
“Però cosa?”
“Quando la fantasia galoppa così veloce c’è qualcosa che non va”
“C’era qualcosa che non andava, è vero, adesso ci sei tu. La fantasia galoppa se c’è un vuoto nella realtà, infatti gli scrittori sono tutti infelici, anche quelli che scrivono cose allegre, comiche, spensierate, anzi soprattutto loro”
“Che ne sai? Scrivi cose comiche e spensierate?”
“No, ma le penso, poi le racconto, soprattutto le sogno”
“Non è lo stesso”
“Invece si, l’unica differenza è che poi non le scrivo”
“Tutti facciamo sogni strani”
“Io di più”
“Raccontami l’ultimo sogno che hai fatto”
“Ero un turista che entra in un emporio di Parenzo e chiede del baccalà”
“E cosa c’è di strano?”
“Che dal retrobottega vien fuori l’abate Faria e mi dice Edmond, sei tu?
“Edmond Dantès?”
“Si”
“E poi?”
“Poi nulla, mi sono svegliato”
“Non mi sembra così strano”
“I sogni quando li racconti perdono tutta la loro follia…colpa delle parole, rovinano tutto”
“Proprio vero, capita lo stesso se racconti la trama di un film o di un romanzo”
“Tu sogni mai ad occhi aperti?”
“No, non so, che intendi?”
“Che vedi un’immagine dentro la testa e poi la sviluppi in una storia, a me capita spesso”
“Quando?”
“Sotto la doccia, sdraiato sul letto, in bici, sempre”
“E cosa sogni?”
“Tutto, basta che dal pensiero si sviluppi un’idea e che l’idea generi un’immagine, poi parto al galoppo e mi sorprendo io stesso delle coglionerie che escono fuori, agenzie immobiliari che cercano di soddisfare le anime insoddisfatte, uffici pieni zeppi di anime che borbottano seccate…poi il dialogo: «Mi avevate assicurato che era un tipo sportivo, atletico, amante della natura, e invece sta tutto il tempo a guardare l’opera omnia di Walker Texas Ranger, 203 episodi, appena li finisce ricomincia dal primo»”
“Quello andato in onda su CBS il 21 aprile 1993?”
“Si, proprio quello, l’hai visto?”
“Certo li conosco a memoria”
“Adelina…”
“Che c’è?”
“Mi fai paura”
“Perché”
“Quel dialogo faceva proprio così, le stesse parole…”
“Una coincidenza…ecco, atterriamo…se va male voglio diventare una copia dell’edizione originale di El ingegnoso Hidalgo Don Quijote de la Mancha
“Io, ormai guarito dall’ambizione grazie al ricordo dei travagli passati, andrò in giro per parecchio tempo a cercare la vita di uno sfaccendato qualsiasi, e a fatica ne troverò una che giaceva in un canto ed era stata trascurata dagli altri. Quando l’avrò vista dirò che avrei fatto lo stesso anche se fossi stato sorteggiato per primo”

2 commenti:

  1. ormai è virtuosismo, bellissima cubierta

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  2. Ciao belli,
    il pallone si è rigonfiato, bravo Ged, tutto merito tuo, dei tuoi versi immortali e di Roscia. Quanto vi voglio bene! Comunque la problematica della natura e dell'origine del capitalismo era largamente dibattuto nella cultura tedesca degli ultimi anni dell'Ottocento, soprattutto a partire da Marx. Erano stati da poco pubblicati da Engels il secondo e il terzo libro de Il Capitale di Marx, e le teorie marxiste cominciavano a essere considerate con molta attenzione da economisti e storici, sia per confutarle, sia per avvalorarle. Max Weber giungeva all'analisi del capitalismo moderno dall'analisi del capitalismo antico, che era stato oggetto dei suoi studi di economia politica.
    Ci siamo?
    La copertina risente ovviamente del pensiero economico-politico del primo Weber.
    Hannah

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