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mercoledì 11 aprile 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo cinquantanove

l'editore in una foto dell'autore per ricordare a tutti che oggi compie ben cinquantaquattro anni 



 CINQUANTANOVE

In taxi parliamo di sogni (lo so, c’è il Leonardo Express, il taxi costa più dell’aereo, ma ho ancora un sacco di soldi, la ricerca di Adelina è durata meno del previsto).
“Raccontami il sogno di Poreč”
“Tutto?”
“Si”
“Ero a Poreč in vacanza e avevo voglia di baccalà, entro in un emporio e una bella signorina dice che ha tutto fora ch’el bacalà, come nella canzone. È chiaro che non avrei sognato Poreč se in pulmino non avessimo cantato La mula de Parenzo, ma l’intreccio serve solo da sfondo ad amare riflessioni sull’essere umano”
“Perché? Che succede?”
“Che la giovane e attraente mula si offre di cucinarmi la polenta ed io mi illudo di averla conquistata, ma sono indeciso sul da farsi, da una parte mi sento molto attratto da lei, dall’altra temo le prevedibili conseguenze: tempo tre giorni e si sarà stufata lasciandomi per sempre alle prese col primo problema di Parenzo, perché non m’ami più?
“E poi?”
“Poi c’è l’umiliazione, il sogno diventa un incubo, la mula dice che posso passare a prendere la polenta tra un paio d’ore, quindi non aveva intenzione di cucinarla per noi, preludio a chissà quali erotici amplessi, ma semplicemente venderla”
“Porco…chi mai ho sposato!”
“Ma no, i sogni non contano, nei sogni siamo liberi”
“I sogni rivelano la vera natura di chi li fa, e tu sei assatanato di sesso”
“Non è vero, la mia paura nel sogno è di essere lasciato dopo aver assaporato le sue labbra, infatti sono sul punto di fuggire prima che ciò accada per evitare le tragiche conseguenze”
“Però non fuggi”
“Perché arriva prima l’umiliazione”
“Non mi convinci”
“Tu non fai mai sogni così?”
“Certo, con tutti i clienti del mio albergo”
“Tutti?”
“Non proprio tutti, solo i maschi, alti, belli, giovani”
“E cosa fai?”
“Immagina un po’”
“Quindi siamo pari, anzi la bilancia del peccato onirico pende dalla tua, visto che io non ho fatto nulla”
“Non conta quello che hai fatto, solo il desiderio di farlo, quindi siamo pari, anzi la bilancia pende dalla tua perché il desiderio era molto più forte”
“Come fai a dirlo?”
“Si capisce benissimo…e come va a finire?”
“Te l’ho già detto, dal retrobottega spunta l’abate Faria, a quanto pare io sono il Conte di Montecristo”
“Qui Freud non può nulla”
“Infatti”
“A meno di non fare di Edmond Dantès il simbolo del desiderio di fuga”
“Troppo cervellotico…però forse è proprio così, da poco ho sognato di nuotare nelle acque gelide del golfo di Marsiglia con l’abate Faria, eravamo appena fuggiti dal castello d’If…non era proprio un sogno…ero sveglio, ti aspettavo sulla scalinata del Quai, eri andata a portare il quadro a Morcol”
Il taxi si accosta davanti a casa, naturalmente ho riassunto una conversazione durata almeno mezzora, Adelina mi ha raccontato i suoi sogni ricorrenti, io il sogno dei tassisti anarco-insurrezionalisti, insomma ci siamo divertiti, anche se nelle espressioni di Adelina c’era ogni tanto un po’ di preoccupazione, forse crede davvero che sia fuori di testa, si pente del matrimonio. Decido comunque di evitare certi discorsi, d’ora in avanti solo argomenti climatici, ricette di cucina, politica estera, igiene domestico, nature morte.
Saliamo a casa, è tutto in ordine, pulito, la gatta non c’è, dev’esser da Carmela, meglio così, il frigo è vuoto, decidiamo di andare subito a far la spesa.
Compriamo l’occorrente per la polenta con sugo di anatra muta, cioè farina gialla e anatra muta, il resto ce l’ho a casa. Trovare l’anatra muta non è stato facile, abbiamo girato un bel po’ di macellai, poi ci han dato un’anatra assicurandoci che è muta, ma ridacchiavano, mi sa che ci han dato un’anatra normale, chiacchierona.
“Eccola, guardi che bella papera”
“Ma è muta? Dev’esser muta”
“Famo la prova, a papera come te chiami?”
E giù risate romanesche, le più volgari del pianeta. Io e Adelina ci siam guardati perplessi, noi volevamo un’anatra muta, a tutti i costi.
“Dev’essere un’anatra muschiata, così non si capisce, è senza piume, il piumaggio deve essere verde-bronzeo se l’animale è selvatico e bianco e nero pezzato nella specie domestica, com’erano le piume?”
“Verde-bronzeo”
Lo dice, ma subito scoppia di nuovo a ridere, allora prendiamo l’anatra e ce ne andiamo, male che vada faremo una polenta con sugo d’anatra logorroica, non importa.
“Potrebbe essere un’anatra che parla ma è molto timida, che dice al massimo buon giorno”
“Praticamente muta”
“Timidissima”
“Le sue amiche le dicevano sempre che ti hanno tagliato la lingua?
“Si, e lei sprofondava nella vergogna e stava ancora più zitta”
“Muta”

16 commenti:

  1. Non avevo ben capito se fosse il compleanno dell'editore o dell'autore, ma, dal momento che il secondo porge gli auguri al primo, ne deduco che io debba festeggiare te, zio. Nel dubbio, siccome uno vale l'altro, lascio un bacio sulla guancia a entrambi.

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  2. perché è mia nipote
    semplice no? lo ha deciso Babbo

    comunque grazie a tutti e due :-)

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  3. ciao Giò, tanti auguri, te li porti bene gli anni però, su quella schiena curva e su quelle gambe storte

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  4. sei il primo anonimo che mi fa gli auguri

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  5. buen compleano

    Pilar, Maria Jose, Miguel son mi

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  6. Gut geburtstag!

    Ulrike

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  7. Happy birthday

    Mike

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  8. Tanti auguri, vecchio! E' stata una bella idea per tirar su il numero dei commenti!

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  9. Dimenticavo, che bella copertina!

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  10. era la nostra ultima chance
    comunque grazie!

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  11. è una foto strana, ci metto sempre un bel po' a trovare la faccia

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    1. e c'è pure una mano sopra la erre di "pecore"

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  12. Auguriii, la foto è stata fatta a Vallocchia, giusto? Baci

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  13. grazie, si esatto nella piscina vuota di un comprensorio di Vallocchia

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