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venerdì 25 maggio 2012

SU FOGU capitolo ventisette


oggi quel bell'imbusto di destra (Enrico C.)in questa tipica cartolina stintinese degli anni settanta, compie 52 anni, fa il barbeque e non ci ha nemmeno invitato alla festa



27. E così andai a Sassari. Poco convinto e per niente contento: Ferragosto era vicino e la città si andava riempiendo di turisti per la festa dei "Candelieri" nonché svuotando, per lo stesso motivo, di tutti quelli che non volevo incontrare. Andai solo: non portai Pirro perché non volevo passare a salutare mia madre con lui al seguito, ma nemmeno lasciarlo in macchina ad aspettarmi.
Con Sassari ho un rapporto difficile. Arrivo sempre dalla stessa strada, che si chiama Scala di Giogga, cioè "Scala di lumaca" e il nome è tutto un programma. Con i suoi tornanti in salita è l'entrata più scomoda e lunga, ma una volta era l'unica, per chi veniva da sud, e ci sono affezionato: en­trare dalla nuova tangenziale mi sembrerebbe come non andare a Sassari. Poi percorro l'ombroso viale Adua per raggiungere il centro e finire a cercare inutilmente parcheggio. Ma quel giorno trovai posto senza difficoltà: molti negozi erano chiusi per ferie e i pochi che circolavano lo facevano eviden­temente a malincuore, costretti da chissà quale, ineludibile evenienza ad affrontare il caldo torrido.
Dicevo del mio rapporto con la città: quando arrivo provo sensazioni confuse e vagamente piacevoli, appaganti come solo cose e luoghi legati all'infanzia e all'adolescenza sanno essere. Dopo un'ora vorrei già andarmene, quando i ricordi cominciano a diventare troppo nitidi. E poi mi irrita il fatto che, delle persone che incrocio per strada, almeno sei su dieci mi conoscano, mi fermino e mi intrattengano su argomenti che non so più, che non mi interessano più, che non mi appartengono più, anche se forse vorrei che non fosse così.
Entrai per un caffè in uno dei bar meno frequentati di piazza Castello, sperando di evitare incontri. Mentre aspet­tavo appoggiato al bancone mi sentii stritolare la chiappa de­stra da una mano evidentemente allenata all'uopo.
- Ebbé Maigret! Sempre in cerca di assassini?
- Marco, porca miseria, per poco non me la stacchi! Come stai? - Marco Pitzalis, donnaiolo incallito, intrattenitore da party e gran frequentatore di bar. Inoltre mio compagno di scuola per tutto il liceo. Insomma l'ultima persona che avrei voluto incontrare, anche se tutto sommato ero felice di vederlo. Ci abbracciammo e lui, come sempre, tentò di baciarmi scherzosamente sulla bocca.
- E tu come stai? Non ti si vede mai. Almeno avessi il tuo numero di telefono. L'altra sera ho organizzato un'arrostita, indovina dove? alla miniera abbandonata dell'Argentiera, con tanto di: quattro turiste tedesche quattro! Tilocca il macellaio (te lo ricordi, no?) con un bue intero e dulcis in fundibus, apparizioni di fantasmi per fare sciogliere le tedeschine!
- Che sfarzo! - esclamai, al minimo dell'entusiasmo.
- E tu non c'eri. Che sfortuna! - parlava come se non ci vedessimo da due giorni e non da almeno tre anni. - Cosa sei venuto a fare: a ossequiare Maman?
- Anche. Devo incontrare mio cugino, per lavoro.
- Tuo cugino Cabbu di ventu ? - Mio cugino si chiama Pietro Fontana, fra l'altro è un illustre penalista, ma viene detto "testa di vento" perché si dimentica tutto, specialmente i nomi delle persone. - Lo sai che l'altro giorno a una causa importante si è dimenticato il nome dell'assistito ed è andato avanti chiamandolo Dettori fino a quando Vostro Onore non gli ha chiesto chi fosse questo Dettori perché non lo trovava agli atti. - Risi perché, anche se forse Marco se l'era inventata, quella era un tipico pezzo del repertorio di Pietro. Riuscii a scollarmi da Marco solo dopo avergli offerto la colazione e dopo aver ascoltato le tristi lamentazioni sui suoi guai familiari e lavorativi, nelle quali si esplica la sua seconda vena, quella funerea. Confesso che, due minuti dopo, vedendo il vecchio amico Gianluca che risaliva il Corso, mi nascosi precipitosamente in un fresco portone.

10 commenti:

  1. sei un poco di buono, farabutto, delinquente, come puoi mostrare al mondo quell'immagine perfida? che figura ci faccio? vaglielo a dire alla gente che dopo sono migliorato molto e adesso mi son venuti anche gli occhi azzurri di Paul e i pettorali di Brad... doveva essere un giorno felice, il mio compleanno, e invece piango e tiro su col naso, resterò tutto il giorno in camera al buio

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    1. se mi mandi quella con te skipper, giuro che stavolta la metto per farmi perdonare

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  2. 52 anni sono già una bella cifretta. Complimenti: se li porta proprio bene, almeno a giudicare dalla cartolina. Forse, dovendo trovare una pecca, gli occhiali troppo grandi? Ma magari sbaglio io. Pilon.

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  3. Comunque auguri. Evviva evviva!

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  4. pilon, ma tu quando compi gli anni che ne ho delle altre cartoline

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  5. Il 6 febbraio. Ma tanto Su Fogu, a un capitolo al giorno, a febbraio ci arriva comodamente.

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  6. Auguri caro Enrico, sono ancora in tempo?

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  7. grazie, ma chi sei? neanche l'editore lo sa, qualcuno lo sa? non ci dormo la notte, magari mi assomigli, sei mica il mio fratello gemello che mi è stato nascosto?

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  8. Chiedo scusa per il ritardo, ci sono anch'io ad augurare a enrico un vecchio buon compleanno.

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  9. grazie matisse !
    Enrico C.

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