in questa foto il ricco 52enne enrico c. timona il suo swan da 17 metri e due alberi mentre stavamo veleggiando due mesi orsono, vicino all'isola del giglio con una certa svetlana e un certo schettino
qui si capisce che sei un bel ragazzo e che potresti essere ancora un bel vecchietto
É davvero molto fico. Assomiglia un po' a Sgarbi ma, d'altra parte, anche Sgarbi é un bell'ommu. Com'è che la ragazza non ha il cappelletto a visiera? L'aveva poggiato un attimo?
RispondiEliminaQuanto è fico enrico al timone, meglio di Paul Newman, e poi io posseggo quella foto con una dedica sul retro!
EliminaChissà se enrico si ricorda cosa ci ha scritto, ha ha ha ha ha
EliminaHo una trama per Enrico C.
RispondiEliminaUn gruppo di giovani aspiranti poeti si reca in una casa solitaria per una gara di poesie. La casa é sul lago di Garda. Passano il tempo andando e venendo da una bettola dove si beve vino bianco e si mangiano solo uova sode. Girano anche alcuni filmini in super8. In uno di questi filmini, molti anni dopo (i ragazzi hanno tutti compiuto 52 anni) uno di loro si accorge che, sullo sfondo, sta(va) compiendosi un efferato delitto che é stato casualmente filmato Così il gruppo torna ad indagare nella csa del lago di Garda. Da questo punto in poi si puó attaccare direttamente la trama de Il grande freddo oppure, in alternativa, far comparire il commissario Fontana (all'uopo trasferito) che viene subito riconosciuto come un coetaneo e si inserisce bene nel gruppo. Tutti, dopo un po' di tentativi inutili, cominciano a fottersene delle indagini (il delitto é caduto comunque in prescrizione) e riprendono a recarsi nella vecchia osteria in riva al lago, dove ritrovano uno dei loro amici che, ora, la gestisce (qui si attacca la fine di Mediterraneo, così com'è). Il commissario Fontana se ne torna al paesello e, dopo circa un anno di osteria, i nostri amici muoiono tutti insieme di cirrosi epatica. I cadaveri vengono usati come asfalto. Per i titolo finali si possono usare quelli di James Bono, tanto siamo più o meno tutti riconoscibili.
Ti piace? Pilon
bello! e le loro ceneri catramose vengono usate per asfaltare dolci angeli, tenere fanciulle, che li raggiungono nel paese dello spirito (di patata)
EliminaRoscia
A me piace quello tipo Blow-Up
Eliminaormai mi sono rimasti solo i due autori come commentatori
RispondiEliminacosa sta succedendo?
ged, matisse, emilia, hanna, la vera roscia...ma dove siete?
ma chi è quella bambina che sembra aver appena fatto uno scherzetto?
RispondiEliminaEnrico C.
auguri vero amico Enrico!
RispondiEliminaRoscia
Io sono spersa nella campagna inglese, con la wifi ma con poco tempo per cazzeggiare.
RispondiEliminaAlmeno non rimango indietro con i capitoli...
Il tempo per cazzeggiare si trova sempre!
RispondiEliminaComunque la vera Roscia circa un'ora fa era freneticamente attiva su facebook
RispondiEliminala trama è un po' triste, però si può cambiare la fine e far morire tutte le loro amiche, così poi i poeti se ne trovano altre più giovani
RispondiEliminaper Emilia: no, non ricordo cosa ci ho scritto, ma non lo scrivere sul blog, dillo solo a me, non si sa mai
RispondiEliminastanotte m'è venuta un'idea, visto che taluni si ostinano a chiamarmi per nome e cognome mentre tra loro usano nomignoli inventati tipo Pilon, Roscia, Ged, roba che impedisce di scoprire chi sono, allora ho deciso che la prossima volta che qualcuno scrive tutto il mio nome scriverò il curriculum dettagliato di tutti i partecipanti, tranne Lievito, Matisse e Hanna che non conosco, con dati anagrafici, recapiti, stato civile, professione, scappatelle, episodi che si vorrebbe dimenticati tipo visiera
RispondiEliminama Silvia lo sa che è finita sul blog? qualcuno l'avvisi e saran denunce, il marito è avvocato, sul serio però!
RispondiEliminaLa prego di togliere immediatramente l'effigie di mia moglie "ha Silvia" da quest'immonda accozzaglia di parole e immagini, se no per voi saran dolori
RispondiEliminaavv. Eduto Palandro
Silvia, rimembri ancora
RispondiEliminaquel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie dintorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d'in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? Perché di tanto
inganni i figli tuoi?
tuo Giacomo
Giacomo Fontana?
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