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sabato 5 maggio 2012

SU FOGU capitolo quindici


oggi niente copertina, sciopero dell'editore 
15.
Approfittai degli aperitivi per accertare alcuni dati elementari: la Fresi non aveva visto nessuno aggirarsi sul luogo dell'incendio e non aveva visto niente che potesse farle pensare ad un incendio doloso, malgrado fosse convinta anche lei che proprio di questo si trattasse. Avevo cercato di rendere l'interrogatorio meno pressante, introducendo nel discorso il racconto della “vittoria di Pirro” e delle altre gesta del pompiere-Troll. Pareva essermene grata, perché abbandonò quell'atteg­giamento di finta tranquillità e si rilassò davvero. Ma io no. Saranno secoli che non mi innamoro, non ricordo più i sintomi: ma quell’irrefrenabile desiderio di sfiorarla, non so, o prenderle la mano, toccarle i capelli… solo attrazione sessuale, impulsi animali, mi suggerivo, pulsioni indecenti, nonché scomode perché dovevo anche tenere in pugno i due piani che avevo involontariamente imposto alla conversazione. Volevo sapere tutto di lei (maritata? fidanzata? quanti uomini l’avevano toccata, quando il primo bacio e dove e chi era stato il maledetto porco ecc.) ma questo non sembrava avere troppa attinenza con l'indagine in corso. Vero! avrei dovuto sondare meglio i punti ancora oscuri del suo racconto, ma temevo di riuscirle sgradito come persona - e anche qui si profilava un conflitto di interessi. Mi sbloccai tardi, o presto, quando portarono la frutta e, all'improvviso, come sempre succede quando si deve dire qualcosa di imbarazzante cui si pensa da ore, le parole mi uscirono troppo rapide e dense.
- Lei sa perché la sto interrogando? - e mi sarei tagliato la lingua. Sembrava stupita. Forse delusa.
- Non credevo che mi stesse ancora interrogando. Mi sono sbagliata?
- No, no, mi scusi, il mio modo di dire era infelice. Vorrei sapere se conosce il motivo per cui è stata, diciamo, convocata.
- Immagino perché mi avete trovata "sul luogo del delitto". Sono anche una sospettata?
- Vede: io non credo che lei sia responsabile di ciò che è accaduto. Però potrebbe esserlo. Il mio dovere è solo accertare questo. Mi dica e, la prego, sia sincera: aveva un qualsiasi interesse a che quella zona fosse distrutta?
- Ma se fino ad ora non ho fatto che ripeterle che con Cala Veronese sono andate distrutte tutte le mie ricerche!
- Però non mi ha detto di che ricerche si tratta: a quanto ne so io, una ricerca potrebbe anche comportare una sperimentazione pratica, magari sugli effetti del fuoco su un certo tipo di pianta. - Si era irrigidita di nuovo, ma dovevo aver detto qualcosa di molto ingenuo, perché, malgrado tutto, sorrise ancora.
- Io ho un problema, commissario. Queste ricerche, come le ho detto, sono mie, esclusivamente mie. Non è un segreto di Stato, le assicuro, ma è comunque un segreto, e non mi piace sbandierarlo ai quattro venti. Se ne parlo con lei, o con chiun­que al­tro...
- Non è esattamente così: il nostro è un colloquio quasi ufficiale. Potrebbe diventarlo ancora di più, a mia discrezione.
- A maggior ragione: domani potrei ritrovare la mia storia su tutti i giornali. Mi capisce?
- Credo di capirla, ma ci sono delle esigenze… dei doveri d'ufficio, che non saprei come eludere.
- Mi sembra evidente. Però potremmo metterla in questo modo: le chiedo, come favore personale, di credermi sulla parola, per il momento almeno. Non ho appiccato io il fuoco e la mia ricerca non ha risvolti distruttivi. Ecco qua! mi sembra accettabile, come dichiarazione ufficiale. E allora, non potrebbe tenermi fuori da tutta questa storia, almeno con i giornali? - E mi prese la mano! Non la levare, non la levare: ancora un istante, ti prego, ancora un istante. Un istante di troppo, quell’istante di troppo!
- Posso provarci. Però non si dimentichi che anch'io ho una ricerca da portare a termine. - Tolsi io, eroicamente, la mano da sotto la sua e le rifilai due colpetti paterni con la punta delle dita: un gentiluomo, per di più incorruttibile. - Cercherò, ovviamente, di non favorire né danneggiare nessuno. Per il momento posso assicurarle che la stampa sarà informata solo dei fatti principali e, per quanto ne so io, lei al momento è solo una comparsa.
Mi alzai, facendole capire che dovevamo andar via. Sembrava talmente sollevata dall'ultima parte del nostro colloquio che non potei fare a meno di doman­darmi se ci fosse davvero qualcosa di strano nelle sue ricerche. Non sapevo come fare a dirle che sarebbe stato meglio che non partisse, restando "a disposizione" ancora per qualche giorno. Provai allora ad allungare il brodo, e la pregai di ac­compagnarmi in macchina fino al paese. Solo sull'ultima curva della statale, pochi metri prima del bivio che si dirama verso la Questura, riuscii finalmente a chiederle se le era possibile rinviare di qualche giorno la sua partenza. Accettò di buon grado, come se ci avesse già pensato: aveva ancora molti giorni di vacanza, mi disse, e ora poteva goderseli in quanto tali. Forse ispirato dalla parola "vacanza", in uno stato di galleggiamento cerebrale come quando ti colpisce un attacco di pressione bassa, le parlai della mia barca e della possibilità di prestargliela,
 se sapeva cavarsela in mare. L'avrei portata io stesso, aggiunsi sempre più staccato da me stesso, ma l'incendio mi lasciava poco tempo a disposizione. Non saprei ricordare quale procedimento mentale mi avesse trascinato verso quella proposta. In sé, non aveva nulla di inde­cente, ma suonava proprio inadatta in un rapporto poliziotto-testimone.
- Non sono mai salita su una barca, se si prescinde dai traghetti Civitavecchia-Olbia. Mi dispiace, mi dovrò accontentare della spiaggia. Grazie, in ogni caso: lei è dav­vero molto gentile.
- Ma no, mi fa piacere. Facciamo così: se trovo un momento le faccio fare almeno una veleggiata. D'accordo?
- Vuole tenermi sott'occhio, commissario? Vuole evitare che fugga verso il "Continente", come dite voi. - Lo pensava veramente o sentiva, a pelle, che ciò che volevo controllare così dappresso era, in realtà, soltanto il suo profumo?

15 commenti:

  1. Ha ha ha il Terzo Spostato

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  2. Ma questo è moolto romantico, o Fontana è un po' fesso?

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  3. Fontana è fesso. Ma vedrete...

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  4. Se qualcuno potesse rispondere alle domande su di lei. Grazie. Perché se lui non si ricorda i sintomi, lei forse non li sa proprio.

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  5. Color che pensano
    alla mutanda
    in realtà pensano
    a ciò che c'è sotto.
    Checchè ne dicano
    nei lor poemi
    checché ne cantino
    nei lor proemi.
    Alla mutanda
    pensano in pochi
    intesa come capo d'abbigliamento
    e basta.

    Enrico C.

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  6. Ma no, basta, vi supplico anonimi farabutti, abbiate il coraggio di firmare la vostra robaccia col vostro nome oppure mettete nomi a caso, chessò Ezio, Battistina, Gaetano, perché proprio il mio? che vi ho fatto? Oppure sciogliete il cognome in Enrico Calamandrei o Enrico Chessa, ecco Chessa va bene, che ne dite?

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  7. Il testo originale del 1994 recita così:

    Saranno secoli che non mi innamoro, non ricordo più i sintomi: ma quell’irrefrenabile desiderio di sfiorarla, non so, o prenderle la mano, toccarle i capezzoli… solo attrazione sessuale, impulsi animali, mi suggerivo, pulsioni indecenti, nonché scomode perché dovevo anche tenere in pugno i due piani. [...] Tolsi eroicamente la mano da sotto il culo e le rifilai due colpetti paterni sulle zizze.

    Pilon

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  8. Certo che di tempo ne è passato!

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  9. Meno male che hai apportato delle modifiche...

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  10. quella barca non è di Fontana

    Enrico C.

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  11. Ma che schifezze dite! Il testo originale del 1994 recitava così: "Saranno secoli che non mi innamoro, non ricordo più i sintomi: ma quell’irrefrenabile desiderio di sfiorarla, non so, o prenderle la mano, toccarle i convolvoli… solo attrazione sessuale, impulsi animali, mi suggeriva Pirro da sotto il tavolo, pulsioni indecenti, nonché scomode perché dovevo anche tenere in pugno i due piani: io sopra e Pirro sotto il tavolo. [...] Tolsi impperiosamente la mano di Pirro da sotto il culo della Fresi e gli rifilai un calcio tra le palle.

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  12. Confermo: quella non è la mia barca. La mia è un gozzo gallurese giallo e marrone che si chiama Lu stazzu III. Grazie. Giacomo Fontana.

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  13. La poesia sobre la mutanda tiene una carica sentimental (y erotica) muy forte. Bravo a Enrico C.

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  14. Enrico C. es l'ombre lo mas querido de la gallura
    Pilar

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