in copertina marta fresi nel tunnel del vento di maestrale
25. Me ne stavo seduto in disparte, in un imbarazzato silenzio, mentre
Casula conduceva il primo colloquio ufficiale dell'indagine. Aveva l'aria di
uno che avrebbe molto di meglio da fare: una tattica studiata che serve ad
innervosire l'interlocutore. Vederla andare sempre miracolosamente a segno mi
diverte. Ma questa volta l'interlocutore era Marta. Giuseppe si era incaponito,
mi aveva voluto lì a tutti i costi, senza nemmeno stare a sentire quello che
avrei voluto dirgli.
- Sono fatti tuoi, - aveva interrotto sul nascere il mio penoso
tentativo di confessione amorosa: eravamo amici da anni e lui mi stava facendo
un grosso favore, oltre a regalarmi una lezione di professionalità - hai
condotto tu le indagini e, a quanto risulta, lo hai fatto molto bene. Non accetto
discussioni.
Così ero stato costretto a incontrare Marta. All'apparenza non sembrava
portare rancori. Al contrario: aveva esordito riferendo di essere stata
trattata con garbo e gentilezza dal commissario Fontana e dai suoi uomini. Mi
aveva anche stretto la mano, un sorriso di convenienza stampato sulle labbra e
un rigoroso "lei" che tintinnava come ghiaccio in un bicchiere vuoto.
- ... è bene che si renda conto, dottoressa, che lei è l'unica persona
a essere stata trovata sul posto, a parte i due cadaveri s'intende. - Casula
era arrivato al dunque, ma non sapevo verso quale direzione volesse procedere.
- Questo mero dato di fatto, di per sé, potrebbe comportare l'avvio di
accertamenti riguardanti la sua persona e le sue attività. Inoltre risulta che,
almeno in un primo momento lei si è rifiutata di rispondere alle domande del
commissario, davanti a testimoni e...
- È vero. Sul momento non ho risposto, ma ero sconvolta. Non ci trovo
niente di anormale: mi rendevo conto, con sicurezza e solo in quel momento, che
il mio lavoro di anni era andato distrutto nell'incendio.
- Dottoressa, ci vuole ripetere il racconto dei suoi movimenti di
quella notte?
- Sì. Lavoravo in camera mia...
- La sua camera è staccata dalle altre?
- Sì: è una piccola camera da letto, con uno scrittoio, una sedia e
bagno indipendente. Molto comoda per quello che dovevo fare.
- E cioè?
- Ricerche sulla paleoflora gallurese. Ricerche del tutto personali,
come ho già riferito al commissario. Ufficialmente mi trovo qui in vacanza.
- Continui, la prego.
- Ecco: proprio perché camera mia è staccata dal corpo della pensione,
ho impiegato un po' di tempo per accorgermi che stava succedendo qualcosa. Sono
andata a curiosare e ho saputo dell'incendio. Qualcuno parlava di Cala Veronese
e, tanto per farvi capire cosa mi è successo, devo essere caduta in una specie
di furore ipnotico: sono corsa in camera, ho preso le chiavi della macchina e
sono andata via. Non saprei dirle esattamente che strada ho percorso e cosa ho
fatto per tutte quelle ore. Ero molto confusa: ricordo solo che a un certo
punto ho anche pensato di perlustrare rapidamente le aree che non avevo ancora
visto, prima che il fuoco le raggiungesse. Capisce, dottor Casula: di notte e
col pericolo dell'incendio! Mi sono scoperta una vena di isteria che non
pensavo di avere.
- Qual è l'essenza del suo lavoro?
- In che senso scusi?
- In che cosa consiste la sua ricerca? quali sono le azioni che
producono i dati? la metodologia di una ricerca di paleobotanica?
- Bé, non ne esiste una sola, ma ho capito cosa vuole sapere. Prima
scelgo un'area che ritengo interessante, poi vado in ricognizione e schedo
tutto quello che mi serve.
- Fino alle tre di notte?
- Non in ricognizione, ma per tutto il resto, se occorre, sì. Io credo
in quello che faccio, e ci credo a tal punto da pagarmi da sola le mie
ricerche. Si possono ben fare le tre di notte, non trova?
- Penso di sì, anch'io credo in quello che faccio. A proposito: è
sicura dell'ora?
- No. Non avevo orologio e non ho neppure guardato la sveglia prima di
uscire. Comunque era tardissimo. Forse anche più tardi delle tre.
- Fontana, è possibile che alle tre la notizia dell'incendio si fosse
già sparsa?
- Non ci sono certezze in proposito. Il comando dei Vigili del fuoco ha
ricevuto la prima segnalazione alle tre. Ma in certi casi la notizia corre
sulla bocca della gente molto più velocemente che nell'etere. Tieni conto che
la pensione si trova molto vicina a Cala Veronese e quindi all'incendio.
- Prima dell'incendio è sempre rimasta in camera sua?
- Sempre.
- Ma sarebbe potuta uscire dal cortiletto, scavalcando il muro a secco.
- Non ci avevo pensato. È piuttosto scomodo, ma sì, direi proprio di
sì. Queste acrobazie sarebbero servite per andare ad appiccare il fuoco, è
così?
- Diciamo meglio: se avesse avuto un motivo per farlo, avrebbe potuto.
E senza essere vista.
- Come le ho già detto, - guardò me, senza espressione - non solo non
avevo alcun motivo, ma l'incendio ha distrutto il mio lavoro di anni.
- Come giudica invece il lavoro del dottor Onida, dell'Università di
Cagliari? - Eccoci al punto. Era chiaro che Marta non si aspettava la domanda.
Ero convinto che avesse chiamato il suo Istituto e, venuta a sapere della mia
visita, si fosse in qualche modo preparata. Invece no. Al contrario: sembrava
non fare alcun collegamento tra me e i suoi guai. Sul suo viso si leggeva,
soprattutto, uno smarrimento che trovavo tenerissimo. Non rabbia, né rancore.
Neppure paura, grazie al cielo, di quella specie di paura, via via più greve, che
spesso precede le confessioni.
- Il dottor Onida... Giampiero Onida è... è un mio collega, molto
preparato, molto bravo. Non abbiamo mai lavorato insieme ma... lo conosco bene,
di persona.
- Dottoressa Fresi, non intendevo fare due chiacchiere sul dottor
Onida. Le ho chiesto cosa pensa delle ipotesi di Onida e intendo dire: su Cala
Veronese e relativa vegetazione. Se vuole possiamo anche essere più chiari:
sulle critiche di Onida alle sue ricerche.
- Come fa a conoscere questa storia?
- Non mi sembra la risposta giusta da dare a un sostituto procuratore
nell'esercizio delle sue funzioni - Casula sorrideva per l'ingenuità di Marta.
Credo gli piacesse, tutto sommato. - Ciò che mi stupisce è il fatto che non sia
stata lei a rivelarci questa circostanza, nonostante le insistenze del
commissario Fontana. - Giuseppe si alzò come se si fosse dimenticato qualcosa
di importante. - Scusatemi un momento. - E uscì dall'ufficio. Solo dopo molto
tempo mi ha rivelato che aveva inteso deliberatamente lasciarci soli, per una
specie di confronto all'americana, senza testimoni.
ho cercato Marta Fresi su WOS e non ho trovato neanche una pubblicazione ISI. E' chiaro che la colpevole è lei!
RispondiEliminaRoscia
Io, a Marta Fresi, la asfalto!
RispondiEliminaMarta Fresi 6 una gran fica
RispondiEliminaPregherei il signor Pilon di modificare il nome della protagonista femminile in quanto questa omonimia mi sta procurando alcuni fastidi nel Web e non vorrei dover procedere per le vie legali.
RispondiEliminaDistinti saluti
Marta Fresi
il nome di marta fresi è stato scelto proprio in quanto non esisteva allora nel web nessuno con la stessa abbinata, quindi in base alla legge 346 del ddl 23 art. 5 comma 53 la invito caldamente a non continuare ne su questa ne su altre strade che possano in qualche modo ledere gli interessi dei miei clienti
RispondiEliminaAvv. Elena Lariacherespiri
va bè, sta di fatto che quella ricerca non sta in piedi, lei è l'assassina, cosa ci sarà mai in quella cala sperduta di interese per la scienza? la ricerca è localistica e necessita di ulteriori esperimenti e dati. Insomma è una zoccola con major revisions
RispondiEliminaRoscia
PS
ovviamente è sempre meglio del collega cagliaritano
Ma era tra i 51 premiati?
RispondiEliminatutta invidia, solo perchè tu all'isola Piana non hai mai trovato nemmeno un'erbetta roscia che potesse portare il tuo nome
RispondiEliminaM.F.
Se Marta Fresi non me la cala subito, scrivo un blog e coerentemente mi dimetto. Ossequi. ABC
RispondiEliminaGuardate che Marta è meglio di quel che pensate. Lo scoprirete continuando a leggere questo bel romanzo. A questo proposito vorrei comunicare, cautamente, all'editore che ho sbagliato a comunicargli il numero dei capitoli (nel testo originale sono saltati i numeri dei capitoli!!!!) che sono molti di più di quelli che gli ho detto. Se la cosa costituisce problema smetto di pubblicare Su Fogu e inizio subito con "Licantropia", che é più breve (un capitolo + una introduzione di Achille Bollito Oliva).
RispondiEliminaguarda pilon, non era tra i premiati e questo la dice lunga su che razza di asina sia! Caro/a MF, se anche trovassi un'erba all'isola piana, la legge dei botanici, che sono persone serie, proibisce di attribuire il proprio nome alla nuova specie. In realtà in questi mesi il Prof.Marandi sta allestendo un nuovo regolamento con qualche eccezione... Inoltre come è noto all'isola piana ogni erba che cresce se la mangia il cinghiale di Cicci S.
RispondiEliminaRoscia
infatti dici bene, la legge parla di nome non di soprannome, mia cara collega da strapazzata
EliminaM.F.
se vogliamo parlare di soprannomi cara/o MF per l'isola piana io ho descritto l'erba gedeona!
EliminaRoscia
gedeone è proprio un bell'uomo
Eliminame lo presentò Fontana
proprio all'isola piana
non te lo meriti!
M.F.
ascò Fresi e allora vieni a prendertelo che così ne approfitto per interrogarti
EliminaIo non sono mai stato premiato per niente di niente. Ho vinto una medaglietta di partecipazione al torneo di pallamano a Pievepelago (dove si faceva tennis e questo la dice lunga su quanto interssasse la pallamano)
RispondiEliminaVolevo dire interessasse
RispondiEliminavolevi scrivere non dire
RispondiEliminacaro mio bel Fontana
M.F.
Cara M.F, se insisti cambio il romanzo e ti faccio arrestare e mettere in una cella della quale vengono buttate in mare le chiavi. Commissario Giacomo Fontana.
RispondiEliminaMi è venuto il dubbio di aver voluto dire e scrivere intersecasse e non interessasse. Ma se avessi voluto scrivere interessasse, avrei pensato e dunque detto e infine scritto interessasse; mentre, se ora volessi scrivere intersecasse, scriverei intersecasse, non interessasse.
RispondiEliminaQuesto è solo una dimostrazione di quanto sono sciolto con condizionali, congiuntivi ecc. (infatti ho scritto tutto il curriculum del CdA in condizionale: non ce n'è molti, tra gli altri contendenti, che lo sappino fare).
Pilon
Sbagli, anche io l'ho fatto al condizionale. Meno male mi hanno avvisato e l'ho rifatto al congiuntivo, tutto giusto bello bello
EliminaIl trota
caro giacomo giacomo
RispondiEliminase non vuoi ch'io dica cose sul tuo conto che non ti farebbe piacere diventassero di pubblico dominio, non minacciare...
se però invece preferisci l'amicizia di una bottanica qualsiasi alla mia, fai pure
M.F.
Certo che la preferisco! Anche perchè lei può dire molte cose sul mio conto, e molto più di te, cara la mia Fresi! Anzi, lo fa continuamente e me la devo tenere buona!
RispondiEliminaPilon
Diffido chiunque a firmarsi Pilon senza esserlo. Non cominciate come con Enrico C.
RispondiEliminaL'unico vero Pilon è quello col Camel Light nel simboletto a sinistra!!!
Pilon
Pilon, mi hai fatto una paura tremenda
RispondiEliminaPilon
si però questo secondo pilon mi ha fatto ridere
RispondiEliminaNon mi costringerai a registrarmi anche con il simbolo delle camel ligh a sinistra, spero
RispondiEliminaEnrico C.
Pilon
O chiunque altro alla bisogna