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lunedì 27 febbraio 2012

capitolo tredici


la copertina è dedicata a quel narciso di "Pilon" ma anche all'autore e all'editore che non son da meno


TREDICI

“Non mi crede nessuno, anzi non mi ascolta nessuno, solo tu e Camilla, ma Camilla è scettica”

“Camilla ha letto un sacco di libri, ha mollato l’università ma sotto sotto alla scienza ci crede ancora, quindi è scettica, il dubbio è conoscenza, lo dice lei a lezione”

“Tu non credi a nulla?”

“Come potrei credere a qualcosa se sono finto dalla testa ai piedi? Come te”

“Sarei finto?”

“Certo, per questo ascolto le tue storie bellissime, perché chi le inventa è il nostro babbo, noi due siamo fratelli”

“Fratelli?”

“Certo, e Camilla è nostra sorella, è falsa anche lei, ma è un po’ più vecchia, avrà più o meno la mia età ma è stata scritta prima”

“E gli altri, Nello, Terzi, Bob, Manfredi?”

“Fratelli”

“E Sullivan?”

“Fratello, anche i passanti, i tedeschi, i giapponesi, tutti fratelli”

“Una fratellanza universale…”

“No, fratelli sul serio, figli dello stesso babbo, l’autore”

“Ciocci…ma come puoi dire questo…tu sei così sveglio, acuto, intelligente, e poi però dici che siamo falsi…perché?”

“Perché è così, io non ho mai detto nulla sulle tue storie di anime perché sono appunto ‘storie’ di anime, proprio come la mia che è la ‘storia’ di Ciocci”

“C’è una differenza enorme, io so d’avere un’anima che prima stava in un altro involucro, ricordo benissimo chi ero, ed ero io, non c’è dubbio, e so che la mia Adelina adesso è un cucù, lo so, non invento nulla, è come mangiare un uovo fritto e poi dire ‘ho mangiato un uovo fritto’, se è vero che l’ho mangiato sto dicendo la verità. Tu invece dici di essere inventato ma lo sostieni senza nessuna prova, io ti vedo benissimo, ti posso toccare, sei tu, esisti, se fossi falso non potrei toccarti”

“Non c’è differenza, la mia parola e la tua, solo che io alla tua ci credo perché fai parte di una storia, mentre tu non mi credi perché ne avresti troppa paura: se uno è falso vive solo nella lettura degli altri, è dura da accettare”

“Vuoi dire che Megliodigiotto vive solo se qualcuno lo legge? Che io e te stiamo dentro a un libro? Ma Ciocci ti rendi conto? È un’assurdità!”

“Non lo dico solo io”

“Chi altro?”

“Tutti i miei fratelli dell’altro libro, quello in cui son stato inventato, si intitola Olmo Montano”

“Lo posso leggere? Mi interessa molto”

“Non puoi leggerlo, non è pubblicato, l’autore non pubblica i suoi romanzi, questo è il nostro problema”

“E perché?”

“Perché cosa?”

“Perché non li pubblica e perché è un problema”

“Non è facile pubblicare se non hai già un nome e il nostro autore non accetterebbe mai di pagare per la stampa dei suoi scritti. Questo è un problema perché se nessuno ci legge noi non esistiamo, abbiamo bisogno di lettori come dell’ossigeno che respiriamo perché ogni lettura è una nuova occasione di vita, solo apparentemente uguale alle precedenti visto che la ricezione è sempre diversa”

“Mi dispiace, non ti seguo più, mi sembri peggio di Adelina”

“Ma è semplice, chi legge Il rosso e il nero legge la storia di Julien Sorel, che è sempre la stessa, però ogni lettore completa il libro in modo diverso, immagina i personaggi in modo diverso, talvolta addirittura aggiunge particolari assenti nel romanzo di Stendhal. Ogni lettura, è questo che voglio dire, è un’esperienza diversa dalle altre, e questo lo sanno tutti per esperienza, basta leggere lo stesso libro a distanza di anni per accorgersi che sono libri differenti perché nel frattempo il lettore è cambiato”

“Ciocci, mi sorprendi”

“Perché son ladro? Sempre lo stesso pregiudizio, come se il ladro dopo aver rubato non possa rilassarsi con un bel libro… e poi sono un ladro gentiluomo e con un forte senso etico”

“E quale sarebbe?”

“La convinzione che il furto sia l’unico modo di ridistruibuire la ricchezza visto che la politica ha fallito”

“E tu ridistribuisci?”

“Certo, divido con gli amici, sempre”

“Però dici di aver scritto un libro che si intitola Rubare ai ricchi per dare a me, che sembra farsi beffa del motto di Robin Hood”

“Al contrario, chi vive nell’ambiente del furto sa benissimo che questo titolo pone un problema che da anni viene discusso in ambito accademico. Il furto, lo sai, si giustifica solo se a compierlo è il fuorilegge di Sherwood o un suo seguace moderno, quindi in una logica di ridistribuzione dei beni che Dio ha donato a tutti gli uomini e non solo ad alcuni più fortunati o prepotenti. Ma spesso dietro la facciata si nasconde l’egoismo di sempre, dal quale probabilmente non era immune lo stesso Robin Hood. E questo lo vivo io stesso ogni giorno, è difficile staccarsi dal maltolto dopo aver rischiato la galera per ottenerlo”

“Quindi il tuo libro smaschera i falsi Robin Hood?”

“No, affronta il problema in modo equilibrato, perché il ladro è un uomo, mentre Robin Hood è un personaggio inventato, anche se metà storico e metà leggendario, probabilmente frutto della fusione del personaggio realmente esistito, un nobile sassone decaduto diventato bandito, con le preesistenti leggende di un dio della foresta, un folletto omonimo. In ogni caso un eroe idealizzato che uomo non è, dunque può agire in modo innaturale regalando ai poveri ciò che ruba ai ricchi”

“Innaturale?”

“Si, se rischi di essere impiccato direi di si, e infatti se è esistito un Robin Hood doveva assomigliare poco a quello che abbiamo conosciuto nei libri, sarà stato generoso con i suoi compari, un buon capo, ma un anarchico proprio no, né un Che Guevara. Robin Hood non è il solo bandito dal buon cuore che ruba ai ricchi per dare ai poveri, ci sono anche Juraj Jánošík in Slovacchia, Rummu Jüri in Estonia e Tani Yukata in Giappone, a dimostrazione che si tratta di un autentico topos che da sempre affascina l’uomo, quello del furto etico socialmente accettato. Di questo parlo nel libro”

“Ciocci, Ciocci…”

“Lo so cosa pensi… che da me non ti saresti immaginato queste parole, e non per eventuali tuoi pregiudizi nei confronti di un modesto ladruncolo, ma perché sostengo che siamo entrambi falsi: se sono falso come faccio a sapere tutte queste cose?”

“Già, come fai a saperle? Juraj Jánošík in Slovacchia, Rummu Jüri in Estonia e Tani Yukata in Giappone, come fai?”

“Le sa babbo”

8 commenti:

  1. Copertina bellissima! Vedi, io te li faccio i complimenti, da te invece solo insulti e minacce di cedere i diritti alla Mondadori.
    Ecco la bibliografia per questo capitolo:
    Mondin Battista, Preesistenza Sopravvivenza Reincarnazione, Àncora, Milano 1989.
    Palamidessi Tommaso, Memorie di vite passate e loro tecniche, Edizioni Archeosofica, s. l. 1977.
    Weiss Brian, Molte vite, un’anima sola (2004), Mondadori, Milano 2010.
    Filigeddu Rosa, La calunnia è un venticello, Scanu, Canaglia 2012.
    E.

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  2. i tuoi commenti hanno l'unico scopo digfarmi continuare in questo lavoro , mentre assisto ogni giorno la perdita di vasti mercati e a te interessa solo se ci sono i corsivi le virgolette e conti i conatti che sono per la maggioranza tuoi e della tua cricca!
    sappi che non ci leggono più ne dall'unione sovietica ne dagli stati uniti

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  3. Il Centro Bibliografico "Spicci" di Sorso è lieto di suggerire questi tre titoli:

    Adrena Lina, "Adrenalina", Adrena, Lima, 2011.
    Zanna Bianca, "Zannabianca", Unovalelaltro Editore, in corso di stampa.
    Fabiani Fabiana, "Maledetta visiera. Storia di un amore mancato", Scanu, Canaglia 1987.

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  4. Этот роман представляет собой большой кусок дерьма, я могу сказать так никто не понимает. Борис, Советский Союз (СССР), Москва

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  5. ту сей ун кафоне и нон каписцы нинет

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  6. 不能说这是这本小说的灵魂

    banana

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  7. Questo capitolo è bellissimo, mi piace Maria Assunta, che personaggio!

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  8. Maria Assunta?

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