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giovedì 23 febbraio 2012

ADESSO ALTRE PECORE capitolo otto




Con l'aiutto della mia redazzione stiamo apportando delle leggere correzzioni di cui l'autore non é al corrente ma che non sembra nemmeno accorgersi
ad essempio un "pottuto" in "pottute".

OTTO

Naturalmente ho pensato a lungo al mistero dei miei quadri, al loro potere soporifero, analgesico, tranquillante, tonificante, erotizzante e quant’altro. Sono solo nature morte ma conciliano il sonno, rendono felice il risveglio, ringalluzziscono i sensi, insomma hanno effetti molteplici e talvolta apparentemente inconciliabili (ad esempio dispongono al sonno ma sono anche afrodisiaci) che però conducono chi li osserva allo stesso piacevole risultato, un bel sorriso di intensa e gaia felicità.
Che fosse solo un caso? Eppure i miei albergatori non sembravano aver dubbi, c’era un prima senza quadri e un poi coi quadri, e il poi vedeva sempre il trionfo dell’albergo e i profitti moltiplicati. Il motivo del successo lo dicevano i clienti al risveglio, la natura morta appesa in camera, molti offrivano cifre a molti zeri per portarsene una a casa. Chi soffriva di insonnia riusciva a dormire, chi non soffriva di insonnia dormiva meglio, chi aveva dolori alla schiena si svegliava atletico, chi era depresso felice e così via, un toccasana come lo specifico di Dulcamara:

Ei move i paralitici,
spedisce gli apopletici,
gli asmatici, gli asfitici,
gl’isterici, i diabetici,
guarisce timpanitidi,
e scrofole e rachitidi,
e fino il mal di fegato,
che in moda diventò.
Comprate il mio specifico,
per poco io ve lo do.

Ma l’elisir di Dulcamara è un imbroglio, mentre le mie nature morte funzionano sul serio, e così cercavo di capirne la ragione studiandone forme e colori, convinto che fosse nella loro qualità pittorica il motivo dell’effetto benefico. Del resto già gli antichi greci sapevano che l’arte può condizionare l’animo rendendolo malinconico e depresso o al contrario audace e battagliero. Quindi perché stupirsi che un semplice cestino di frutta potesse mutare gli umori?
Forse il segreto non era nelle forme ma nei colori, il giallo delle banane, il verde delle mele, il rosso delle pesche e dell’anguria. Feci allora un esperimento, utilizzai gli stessi colori dei frutti per fare un dipinto astratto che regalai ad un albergatore di Filadelfia, Michael Lo Piccolo, pregandolo di scoprirne gli effetti sui clienti. Rispose che l’aveva provato su sé stesso e gli era passato subito un herpes zoster ovvero il micidiale fuoco di Sant’Antonio, un serpente di fuoco che lo stava portando alla follia. Insieme alla risposta c’era un assegno di tremila dollari.
Dunque erano i colori, così sembrava, eppure continuavo a titubare perplesso. Feci allora un altro esperimento, disegnai a carboncino una natura morta identica alle altre, senza colorarla, e la inviai allo stesso albergatore di Filadelfia pregandolo di nuovo di scoprirne gli effetti. Lui mi scrisse di averla provata su sé stesso e sulla cameriera (insieme?) e che ne voleva altre dieci, una per ogni vano della propria casa, compresi WC, corridoi e disimpegni. Allegava un assegno di diecimila dollari
Quindi non erano solo i colori, anche le forme senza colori, o più semplicemente i miei quadri indipendentemente da forme e colori. Feci ancora un esperimento, inviai al solito albergatore una tela completamente bianca, con un taglio tipo Fontana, le mie iniziali e la data. Dopo un paio di settimane scopro che il mio conto in banca è lievitato di ventimila euro grazie a un bonifico proveniente dalla Sleep Well di Filadelfia, la rete di alberghi di Michael Lo Piccolo (sulla causale c’era scritto I love you).
Mi venne pure un’idea che non realizzai, ossia di inviare in America un quadro di Nello o Terzi spacciandolo per mio. Ma sarebbe stato scorretto e non lo feci, e poi ormai si faceva strada nella mia testa la soluzione del problema, sentivo di esserne vicino ma non riuscivo a formularla in modo chiaro, segno che avevo ancora le idee confuse. Eppure era così semplice: era l’anima, ma certo, l’anima!
Possibile che uno che da millenni trasloca da un involucro all’altro, oggetti, piante, animali, uomini, donne, non abbia capito subito che anche i quadri hanno un’anima? Sono stato fiume, paguro, taccuino, stampella (stampella per poco), crocifisso e cinghiale, quindi avrei dovuto immaginare subito che si può essere anche quadro. Che poi le anime che albergano le mie nature morte abbiano tutte effetti benefici dipende probabilmente da me, dal modo in cui le dipingo, che riflette la mia anima mite e generosa. Le anime sono attratte dai miei dipinti perché li considerano i luoghi ideali in cui traslocare, essendo anch’esse miti e gentili. Ma devono essere anche magiche se è vero che guariscono il fuoco di Sant’Antonio. Qui si pone di nuovo un problema: esistono le anime magiche?
Purtroppo non c’è più Adelina, altrimenti avrei chiesto a lei. Mi avrebbe di sicuro saputo rispondere. Adelina era meravigliosa, viveva sulle nuvole e da lì riusciva a vedere meglio il mondo, riusciva a capire un sacco di cose. Ogni tanto scendeva per abbracciarmi, poi saliva di nuovo sui nembi e osservava silenziosa dabbasso. A cena parlava di cose strane, io non capivo nulla ma la stavo a sentire incantato, potevo passare ore ad ascoltare quelle parole prive di concetto così poetiche e musicali che nemmeno un violoncello avrebbe potuto dir meglio.
Ma Adelina non c’è più. A dire il vero c’è, l’ho già detto, è un orologio a cucù, ma adesso è ancora più difficile capirla, ogni quarto d’ora dice che mi ama ma poi comincia discorsi complicatissimi che a me sembrano soprattutto constatazioni, anche questo l’ho detto, constatazioni e suggerimenti. Adesso dico una cosa che non dovrei dire, penserete che solo una mente assassina e perversa può immaginare una cosa simile, ma la dico lo stesso perché mi sono ripromesso di scrivere tutto, proprio tutto. Bè, insomma, ogni tanto mi vien voglia di portare il cucù a Canale Monterano e…si…buttarlo nel dirupo…così l’anima di Adelina trasloca di nuovo, magari questa volta in una bella norvegese o svedese, ma va bene anche una siciliana. Anche una di Cerveteri, però meglio norvegese, una Astrid o Frida o Ingeborg, che solo il nome mi fa svenire d’emozione.
È che ho molta nostalgia del suo calore fisico, un orologio a cucù per quanto mi sforzi di pensarlo donna è solo un oggetto. Adelina stava sempre sulle nuvole, in un mondo tutto suo, avvolta nella nebbia dei suoi pensieri astratti, ma era anche capace d’esser donna. Ed era una vera artista, non come me. Conservo tutti i suoi quadri e se non fosse per il magone che mi prende quando li vedo non farei che contemplarli dalla mattina alla sera. Ma sono come Schubert, mi immobilizzano per molte ore, mi annientano con la loro bellezza. Adelina sapeva metterci dentro il sorriso e la poesia, ma anche tanta malinconia. A pensarci bene c’è tutto, basta solo volerlo vedere.
Il cucù non lo rompo, questo è sicuro, però se si rompe da solo sarò contento. Ho già pensato a tutto. Avrò bisogno di molto tempo per cercarla, non sarà facile, dovrò riconoscerla tra mille cose diverse, anche se spero che questa volta sia norvegese. Quindi non potrò dedicarmi alla pittura. Per questo ho già stanziato un bella sommetta che mi servirà per la ricerca. Ho calcolato tutto, spese di viaggio, soggiorni in albergo, ristoranti, biglietti per cinema, teatro, opera, perché lei (spero proprio una lei) potrà trovarsi ovunque. La cercherò nei musei, nelle spiagge tropicali, nei ristoranti di lusso, nelle piste di sci, sulle barche a vela…i soldi non mi mancano, li ho messi da parte per questo.
E la troverò, la mia Adelina, certo che la troverò.

4 commenti:

  1. Troppo veloce, non riesco a starvi dietro. Mi viene il sospetto che il romanzo sia già scritto, tutto, e che questa storia del blog sia un trucco per spillarci soldi. Ancora non ho capito come ma avete presente, per esempio, quelle e-mail che ogni tanto arrivano con scritto: "Gentile cliente Cartasì, si tu vuole recuperare credito indiscusso di tua carta di credito, insirisci qui di sotto e di fianco tuo userneim e passuord nell'immediatezza di farlo per funzionale del recupero credito. Saluti distinti. Segreteria speciale Cartasì".
    Ecco, una cosa del genere. Pilon (Membro Firmato).

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  2. ci ho lavorato tutta la notte, i tuoi sospetti sono un grave insulto che ti costerà caro, ho appuntamento tra dieci minuti col mio avvocato (Dott. N. Apostolico)
    E.
    (chi va a prendere i bimbi a scuola?)

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  3. N. Apostolico si era impegnato ad andare lui anche per oggi, ma se tu hai un appuntamento con lui, evidentemente ci dovrà andare Mauro.

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  4. per domani ho detto a Fabiana di andarci lei, io ci ho il dentista
    E.

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